La "critica" di Diplorama 2014.1
E' un Gerhard Gluher piuttosto orgoglioso a guidarci tra i ventotto progetti di laurea della facoltà di design e arti che presiede. Un orgoglio piuttosto motivato visti i risultati, perchè i pr-og(g)etti presentati in occasione di Diplorama 2014.1 mostrano, oltre all'abituale creatività, uno straordinario quanto inusuale sguardo critico rispetto alla realtà che ci circonda.
In particolare nei lavori di tre laureande: Julia Ostarek (Wasteland), Elisa Benedetti (Protesi) e Marie Kreckl (Die produzierten Freaks).
Se Julia Ostarek ha indagato i territori dimenticati e nascosti negli spazi urbani, allo scopo di proporre un approccio individualmente originale, un cambiamento di prospettiva ed una coscienza diversa rispetto al territorio che ci circonda, le protesi in silicone di Elisa Benedetti sono rese concretamente illuminanti rispetto ai concetti estetici dominanti. Marie Kreckl, invece, ha smontato con grande perizia e intelligenza il linguaggio dei reality show della televisione tedesca, trasformando questi frammenti in collage monotematici di forte impatto visivo. Nel sottolineare come gli spettatori dei reality, convinti di osservare la realtà, si trovino, più banalmente, ad osservare uno spettacolo televisivo attraverso il buco della serratura, è passata quindi a sezionare i temi dei reality: voyeurismo, erotismo, ossessioni, volgarità, etc, per creare "freaks" che, seppur surreali, mostrano la realtà in maniera molto più precisa di quanto facciano i cosiddetti “reality”. Togliendo il velo alla mostruosità che spinge i telespettatori ad appassionarsi ad una realtà riprodotta ad arte che li fa sentire più lontani dalle proprie debolezze e dai propri difetti. I freaks di Marie Kreckl hanno così trasformato i freaks dei reality da estremamente consolatori a disturbanti. Difficile chiedere di più ad un progetto di laurea.
Una critica meno concettuale, più leggera, e in alcuni casi ironica, è stata rappresentata, invece, dai lavori di Angelica Ziernheld (Dazwischen) che con i suoi oggetti riesce a farci riflettere con ironia sulle nostre debolezze e di Tomas Menapace che con Stuffix ha presentato il suo personale servizio anti obsolescenza programmata. Irene Beltrame, invece, ha preferito illustrare le contraddizioni della rivoluzione cubana utilizzando le stesse tecniche utilizzate dalla classica propaganda politica di Fidel Castro.
Altri, invece, hanno dedicato particolare attenzione alla scuola, a partire da Alice Dellantonio che ha presentato un gioco interattivo per comunicare in modo divertente l'educazione ambientale ai bambini; a Benedetta Storchi che ha rivisitato l'arrendamento delle aule delle scuole elementari in "Le forme dell'apprendimento); a Elena Meneghini che con ABCDI ha creato un progetto di insegnamento bilingue "in parallelo" che è stato sperimentato con straordinario successo. Altri, infine, hanno provato a rappresentare nei loro allestimenti, la solidità di quanto è immateriale per antonomasia: la rete internet (Korbinian Kapfhammer), mentre Matthias Pötz ha creato un intricato dondolo da spielplatz per sottolineare l'importanza e la difficoltà nel lavorare con equilibrio in team.
Qui le immagini su tutti gli altri progetti presentati.