Se la politica ci delude

Liberale, trans-etnico, post-ideologico, sono questi alcuni degli epiteti che i componenti di “Bz21” hanno affibbiato al loro Movimento, fulgido esempio di cittadinanza attiva pronta a far rigar dritto una politica - sottintendono gli interessati - impigrita e salottiera. Ieri, 28 aprile, il primo debutto ufficiale dei fondatori al Circolo della stampa in via dei Vanga a Bolzano, ospite d’onore Antonio Marzano, economista ed ex ministro delle attività produttive nel secondo governo Berlusconi.
“Non siamo politici ma soggetti politici”, esordisce con una precisazione d’obbligo il portabandiera di Bz21 Thomas Perathoner, di professione imprenditore, illustrando il “manifesto” del progetto; “l’idea di costituire questo gruppo è nata dalla volontà di alzarci da quel divano da cui siamo soliti lamentarci delle cose che non vanno”. Secondo Perathoner i partiti non sono riusciti a dare un indirizzo alla città di Bolzano “che si trova da tempo in una situazione di stallo e nel contempo sono aumentate paura e insicurezza percepita che non è dovuta, come spesso si vuole far credere, all’immigrazione ma a fattori interni, con la conseguenza che la distanza fra la società e le istituzioni si è allargata sempre di più. Noi - dice - vogliamo riempire quel gap. In sala diversi volti noti, dai candidati sindaco Renzo Caramaschi (per il centrosinistra) a Caterina Pifano, (Movimento 5 stelle), da Vanja Zappetti (I Love My Town) ai candidati di lista Carlo Vettori (Lega Nord), Gabriele Giovannetti (Alto Adige nel cuore), Sebastian Seehauser (Svp). La (fiacca) campagna elettorale, del resto, è agli sgoccioli, e ogni occasione di visibilità è da tenere in debito conto.
La “lungimiranza” - leitmotiv della serata - è necessaria, afferma un altro dei fondatori di Bz21, il manager Ernesto Gozzi, per dare nuovo lustro alla città, “ecco perché ho deciso di supportare questa iniziativa civica, occorre elaborare progetti concreti e non affidarsi a sogni irrealizzabili”. Horst Steinhauser, commerciante, dichiara di far parte della generazione dei disillusi dalla politica, “Bolzano deve essere policentrica, e in questo senso il commercio di vicinato è fondamentale per tenere vivi i quartieri e renderli più sicuri”. Ha le idee chiare anche Roland Baldi, architetto: “La città ha bisogno di un’amministrazione forte e compatta, solo così potrà risolvere le sue criticità, rivendicare il suo ruolo con la Provincia e attirare nuovi investitori”. Marcello Koob, consulente aziendale, parla dell’esigenza di favorire nuovi impulsi verso una visione di lunga gittata, “immagino una Bolzano capitale delle Dolomiti, la città deve poter valorizzare le sue potenzialità inespresse, coinvolgere i giovani che hanno bisogni di luoghi di aggregazione e intrattenimento, puntare sul turismo delle valli”.
In un’Europa che sta vivendo una delle più grandi crisi del secolo - osserva l’ex ministro Marzano -, la politica deve lavorare nell’interesse della collettività. Il quadro del resto non è dei più confortanti: “L’evasione fiscale è forte, la disoccupazione giovanile sfiora il 40%, il debito pubblico è enorme e l’eccesso di burocrazia favorisce di fatto la corruzione”, spiega l’ex ministro. “Avere un progetto per il futuro significa avere capitale sociale, creare coesione. Se manca questo progetto allora vuol dire che la politica guarda solo al breve periodo, all’immediato e sono i giovani a pagarne il prezzo. È allora che la cittadinanza attiva si trova a dover supplire alle lacune della classe politica”.
Ieri sono stati aggiunti sul sito del Movimento tre punti, tre nodi da risolvere (e le relative, possibili, soluzioni): la gestione degli spazi pubblici, delle strade e dei parchi, e il problema dei rifiuti; le lungaggini e i dibattiti interminabili del consiglio comunale “che hanno portato a pochissimi risultati, tant’è che sviluppo ed interesse pubblico di Bolzano sono ad oggi prevalentemente in mano alla Provincia ed a Privati”. Terzo impegno l'urgenza di una visione politica che indichi dove e in che termini voglia evolversi a medio e lungo termine. “Siamo un incubatore di idee - sottolinea infine Perathoner -, siamo aperti a tutte le proposte che le persone sceglieranno di condividere con noi, non vogliamo fare concorrenza alla politica, ma farci piuttosto promotori di un dialogo fra le forze partitiche e i cittadini”.