Grecia? Tifa Costa Rica

Questa sera l'ottavo di finale giudicato "meno nobile", ma ci sarà una Grecia che tiferà con passione Costa Rica. Perché? Semplice, è un Grecia non in Grecia...
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~~Le partite così ai Mondiali sono come i panda: c’è sempre l’allarme estinzione, poi alla fine le ritrovi sempre da qualche parte. Questa sera alle 22 andrà in scena a Recife il quarto di finale meno nobile, così dicono, del programma di questo Brasile 2014 ovvero Costa Rica-Grecia. Due sorprese, la prima più della seconda, che hanno ingarbugliato, ahinoi, i destini di nazionali ben più blasonate guadagnandosi una qualificazione appropriata e accendendo sguardi curiosi.


 Abbandonate a se stesse dai media, senza grandi risposte nel traffico dei messaggi da social network e smartphone, questo piccolo ottavo di finale ha in realtà il fascino dell’ostinazione del calcio nel creare delle favole e nel premiare, ogni tanto, i salmoni che vanno controcorrente.
 Il calcio, però, forse non sa di aver dipinto una storia nella storia considerando che ci sarà una Grecia che tiferà ardentemente Costa Rica. Come è possibile? Semplice perché si tratta di una Grecia non in Grecia. Questa, infatti, è un distretto costaricano, addirittura capoluogo del cantone omonimo nella provincia di Alajuela.


 Proprio come la sua compagna di battesimo europeo anche questa Grecia è un punto di attrazione turistica non indifferente grazie al suo rifugio naturale di Bosque Alegre formato da un insieme di piccole lagune a otto chilometri dal famoso vulcano Poas. L’attività di questo cratere viene spesso paragonata a quella di un geyser per potenza e frequenza, anche se ultimamente pare essersi dato una calmata. A Bosque Alegre, invece, va preso nota di un sito termale da sogno. A questi vanno aggiunti il parco Los Chorros e la laguna di origine vulcanica Rio Cuarto.


 Gli abitanti sono pochini, 14.277, ma d’altronde Costa Rica non è certo la Cina e la sua ubicazione geografica è esattamente al centro del Paese a 927 metri sopra il livello del mare. I primi abitanti di questa porzione centramericana furono gli indigeni Huetares, poi si formarono nuclei abitati coloniali attorno alla coltivazione della canna da zucchero e del caffè. La sua fondazione ufficiale, per la precisione, risale al 17 aprile del 1838. Solo ultimamente all’agricoltura e all’allevamento si è aggiunto il turismo come settore di sussistenza: di fatto un territorio in crescita. Da un punto di vista antropico, invece, l’edificio più noto è una chiesa costruita utilizzando unicamente il metallo, di un colore rosso mattone e un fascino, sarà il caso di dirlo, quasi magnetico.


E’ la vita più che il calcio, quindi, ad intrecciare le storie e renderle sorprendenti. Ci vuole coraggio e passione per andare a scoprirle e giudicarle, poi, “meno nobili”.