Chronicle | Misure

Fiumi di telecamere

Al Commissariato del governo i sindaci altoatesini firmano i patti per la sicurezza urbana. Previsto un aumento notevole della videosorveglianza. Paga lo Stato.
Telecamera
Foto: Pixabay

I dati ci dicono che in Alto Adige ci si sente sicuri, ma la prudenza non è mai troppa. Ieri pomeriggio, 28 giugno, a Palazzo Ducale, il Commissario del Governo Vito Cusumano, i sindaci di Bolzano, Renzo Caramaschi, Bressanone, Peter Brunner, Lana, Harald Stauder, e Merano, Paul Rösch, oltre che il presidente della Comunità comprensoriale “Oltradige Bassa Atesina” Edmund Lanziner e i 18 Sindaci dei Comuni di quel comprensorio hanno firmato i cosiddetti “Patti per la Sicurezza urbana”, previsti dal decreto legge 14/2017 del governo Gentiloni. Questo documento, strumento di collaborazione fra lo Stato e il sistema delle Autonomie per la prevenzione e il contrasto dei principali fenomeni delittuosi e di degrado, servirà a ottenere il finanziamento statale per potenziare la rete di videosorveglianza sul territorio provinciale.

Nello specifico si parla di 9 telecamere in più a Bolzano (dove ce ne sono già un centinaio), 5 a Merano, 17 a Lana dove saranno installate per la prima volta, altre 10 a Bressanone (ce ne sono già 15), nei comuni della Bassa Atesina passeranno da 116 a 265 in tutto. Molte di queste apparecchiature elettroniche avranno la capacità di poter leggere le targhe così da poter individuare in tempo reale e senza margine di errore un determinato veicolo. Oltre alla videosorveglianza, tema particolarmente controverso a Bolzano dove le precedenti amministrazioni si erano opposte a questo tipo di misura, il patto prevede maggiore collaborazione fra le forze di polizia presenti in Alto Adige e la polizia municipale - ma anche con le comunità territoriali (non a caso nei mesi scorsi si sono tenuti diversi incontri sulla sicurezza nei quartieri bolzanini) -; e un programma di formazione professionale.