"Lintner colpito per attaccare il Papa"
"Sono sconcertato, amareggiato e arrabbiato. La decisione del Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica di non concedere al professor Martin Lintner il nulla osta per la sua nomina a preside dello Studio teologico accdemico di Bressanone è un atto grave, è un attacco a Papa Francesco”. A dirlo è Padre Lino Pacchin, ex priore del Santuario di Pietralba, teologo, e, come padre Lintner, appartenente all’ordine dei Servi di Maria. Questa cosa che alla base del “no” ci siano le pubblicazioni su "questioni di morale sessuale cattolica" proprio non gli va giù.
Mentre in Germania il mondo dei teologi si è sollevato praticamente all’unanimità (e lo vedremo fra poco) – in Italia le prese di posizione critiche non sono state finora moltissime. Tra le più importanti va registrata quella di Settimana news, portale di informazione fondato da alcuni religiosi dehoniani della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù che riportiamo integralmente nell’infobox in fondo perché vale davvero la pena di essere letta fino alle ultime due durissime righe. Nel suo articolo Marcello Neri, docente di etica, riporta anche la posizione dei teologi germanici pubblicata dall’autorevolissimo sito katholisch.de.
“Come presidenti della Associazione internazionale per la teologia morale e l’etica sociale, e di entrambe le associazioni tedesche di queste discipline, esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà col prof. Martin Lintner OSM (…). Non comprendiamo il rifiuto del nulla osta per la nomina del prof. Lintner a preside dello Studio teologico accademico di Bressanone. Critichiamo l’intervento disciplinare del Dicastero per la cultura e l’educazione cattolica in quanto professionalmente inadeguato e ingiustificato (…). Per questa decisione non viene offerto alcun argomento. La mancanza di trasparenza sia nella procedura sia per quanto riguarda la decisione stessa non lascia altra possibilità che quella di vedere in questo modo di procedere una dimostrazione di potere curiale”.
Sempre su Settimana news si leggono due articoli che aiutano a capire la pruderie all’origine dell’assurda decisione di quella porzione di Vaticano denominata Dicastero per la cultura e l'educazione cattolica. Nella recensione del libro incriminato, che è questo,
si legge che Lintner ritiene che “la morale sessuale della chiesa debba di nuovo essere percepita come un contributo alla realizzazione di una vita felice e riuscita” e che il suo intento dichiarato è quello di offrire una visione cristiana liberante dell’eros (tema ripreso sia nella prefazione dell’ex vescovo Karl Golser, sia nella postfazione di S. Müller), vista la cattiva fama della morale cattolica, già accusata da F. Nietzsche di aver avvelenato, circondato di sospetto e ridotto a vizio la cosa più bella della vita".
Questa visione il teologo brissinese la proponeva nel libro incriminato che precede di qualche anno Amoris laetitia, “La gioia dell'amore”, la seconda esortazione apostolica di Papa Francesco, che raccoglie le sintesi dei due sinodi sulla famiglia indetti da Bergoglio stesso. Un documento che, come si vedrà, contiene apparenti banalità per la quasi totalità dei fedeli cattolici, ma che ha sconvolto le anime e le menti tormentate delle gerarchie ecclesiastiche più conservatrici. E’ a suo modo profetica una strabiliante (per chiarezza e qualità di scrittura) intervista allo stesso Martin Lintner sull’esortazione apostolica di papa Francesco apparsa, sempre su Settimana news, nel 2016. Anche di questa è vivamente consigliata la lettura integrale (qui), ma ne riportiamo alcuni brani perché aiuta a capire la lettura degli eventi data da Padre Pacchin.
Chiede l’intervistatrice: si può affermare che le resistenze alla base siano meno numerose, come se la base dei fedeli avesse compreso meglio? Risponde padre Lintner: È vero: le resistenze più forti (al documento di papa Francesco, ndr) sembrano proprio manifestarsi in alcuni membri della gerarchia, quella che avrebbe il compito di annunciare il Vangelo e porsi, fedelmente e lealmente, a fianco del Santo Padre… I fedeli, salvo qualche eccezione, sembrano aver compreso il discorso della misericordia e l’Anno giubilare ha aiutato molto in questa direzione. Più avanti Lintner aggiunge: “Non dobbiamo dimenticare che nel mondo di oggi sempre più persone vivono in situazioni che vengono ancora chiamate “irregolari”, in modo particolare anche quella dei divorziati/risposati, e poi che le situazioni difficili e complesse rappresentano una specie di “campo di prova” per la dottrina della Chiesa sulla famiglia. Per questo è quanto mai necessario che ci si attivi proprio per ricercare degli sviluppi della dottrina per individuare delle soluzioni. Se si manifestano nuove realtà, nuove sfide e nuove questioni vengono messe sul tappeto, non possiamo ignorarle e continuare come se non ci fossero. Dobbiamo sempre ricordarci della parola di Gesù: Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!. E ancora: “È fin troppo facile esprimere belle parole sulla ricchezza e la santità del matrimonio – del resto, quando in un rapporto a due tutto va bene, sono le persone stesse a riconoscere la loro felicità, non occorre ricordarglielo – ma è quando si presentano le situazioni complicate che, come Chiesa, dobbiamo esserci e metterci a fianco di coloro che le vivono nella propria carne”. Quando si dice “parole sante” ….
Arriviamo, finalmente, a Padre Lino Pacchin. Nato in provincia di Padova, precisamente a Lozzo Attestino, ordinato sacerdote nel 1968, padre Lino è stato parroco a Venezia, ha studiato all'università di Innsbruck e proprio per la sua conoscenza della lingua tedesca, i Servi di Maria lo hanno designato a priore del santuario mariano di Pietralba dove ha iniziato ad operare nell'aprile del 1993. Vi è rimasto fino al 2012 per diventare poi priore provinciale dei Servi di Maria presso il santuario di Monte Berico a Vicenza con competenza su tutti i conventi della congregazione della Lombardia e del Nord Est, per poi tornare al santuario sopra a Laives una decina di anni fa. “Sono stato in Alto Adige per venti degli ultimi trent’anni”, spiega. Lo abbiamo raggiunto al telefono.
SALTO Padre Pacchin, lei conosce bene padre Lintner, come ha reagito alla notizia della sua mancata nomina allo Studio teologico di Bressanone.
Padre Lino Pacchin: La notizia dello stop a padre Lintner mi ha lasciato sconcertato, amareggiato e arrabbiato. Mi domando come sia possibile che, oggi, il Dicastero per l’educazione cattolica sia potuto intervenire così duramente nei confronti di padre Lintner adducendo come motivazione le sue pubblicazioni sulla morale sessuale cattolica. Ma cos’è questa morale sessuale cattolica, secondo il Dicastero? Padre Lintner è un grande teologo morale che ha scritto anche di morale sessuale, ma non solo di quello. Soprattutto, lui ha messo in risalto come ci sia un’evoluzione della morale sessuale cattolica negli ultimi 50 anni. Ha scritto un libro che analizza la tematica a partire dalla Humanae vitae di Paolo VI del 1968 che regolava i rapporti matrimoniali degli sposi per arrivare alla Amoris Latitia di Papa Francesco.
Documento che parla della Gioia dell’amore ...
Esattamente. E’ un documento che parla anche di sessualità ma nel quale la sessualità è vista come gioia e non, come avveniva 50 anni fa, solo come peccato. Cinquant’anni fa doveva essere tutto regolamentato con imposizioni della Chiesa, ma neanche i cattolici più ferventi oggi si attengono a quei precetti. In questo intervento del Dicastero per l’educazione cattolica vedo in realtà un attacco alla linea dottrinale di Papa Francesco. In vista della successione c’è chi mette le mani avanti per deviare da quella linea impressa con Amoris Laetitia per ritornare alle vecchie posizioni in cui tutto è regolamentato, in cui si dice punto per punto cosa è peccato e cosa non lo è.
La decisione è in qualche modo riformabile?
La Curia e Lintner hanno annunciato di non voler fare ricorso. Non saprei dire che esito esso avrebbe potuto avere, ma l’intento della Diocesi è forse che il fatto si spieghi da solo. L'intento è forse quello di lasciare la piena responsabilità alle autorità vaticane. Credo che anche per la Diocesi questo sia un fatto inspiegabile e inaccettabile.
Sarebbe importante che fosse l’opinione pubblica ad alzare la voce. Mi auguro che l’argomento sia affrontato anche a livello nazionale
Perdoni l’ingenuità della domanda: ovvio che ha un sacco di cose più importanti da fare, ma non si potrebbe fare in modo che della questione sia investito lo stesso pontefice o qualcuno a lui vicino?
Per una cosa di questo tipo non credo sia possibile. Piuttosto credo che sarebbe importante che fosse l’opinione pubblica ad alzare la voce. Mi auguro che l’argomento sia affrontato anche a livello nazionale, perché è giusto si sappia che in Vaticano ci sono persone che prendono questo tipo di decisioni. Ovvio che il Papa potrebbe teoricamente intervenire, ma, ripeto, qui dovrebbero essere l’opinione pubblica e il mondo dell’informazione ad aiutare a far riflettere su “in che mani siamo” e su che cosa vuole raggiungere la Chiesa con questi provvedimenti. Credo che chi ha preso questa decisione abbia più paura dell’indignazione dell’opinione pubblica che non di un intervento del Papa.
Prima di papa Francesco gli omosessuali erano considerati semplicemente come peccatori che vivono al di fuori della Chiesa. Papa Francesco ha detto e ripetuto: Chi sono io per giudicare
Se capisco bene lei teme che interventi di questo tipo vanifichino il grande lavoro fatto da Papa Francesco che è stato indubbiamente capace di avvicinare alla Chiesa fasce di popolazione che non erano mai state vicine o che se ne erano allontanate.
Sì, esattamente. Pensiamo ad esempio al discorso dell’omosessualità. Prima di papa Francesco gli omosessuali erano considerati semplicemente come peccatori che vivono al di fuori della Chiesa. Papa Francesco ha detto e ripetuto: Chi sono io per giudicare una persona che vive questo suo modo di vivere la sessualità? Una frase che dimostra semplicemente grande rispetto per le persone. Qui invece si vuole tornare a dire solo cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Rilasciare queste dichiarazioni per un religioso non è affatto scontato. E’ indice di una sua volontà di impegno personale per una cosa che ritiene giusta. I teologi germanici sono già intervenuti. Lei ha sentito qualche altro religioso al riguardo? Non ritiene che oltre all’opinione pubblica un forte peso potrebbe averlo un documento scritto da un gruppo di religiosi italiani?
Il mio è un intervento del tutto personale ma ovviamente spero che quello che lei dice accada. Vorrei però fare ancora due notazioni, se mi permette.
Lintner ha pubblicato di recente dei libri sull’etica animale, in cui parla della necessità di agire in modo da non utilizzare mai gli animali semplicemente come mezzi
Prego.
La prima è che questo Dicastero interviene per la morale sessuale e mi chiedo come mai interviene proprio su questo argomento. C’è anche la morale dell’ambiente, la morale della strada, la morale dell’informazione e quella dei mezzi di comunicazione nei quali siamo immersi. Lintner ha pubblicato di recente dei libri sull’etica animale, in cui parla della necessità di agire in modo da non utilizzare mai gli animali semplicemente come mezzi e in modo da essere sempre giusti nei loro confronti e quindi si è espresso contro gli allevamenti intensivi degli animali, contro i maltrattamenti nei confronti degli animali da macello ... . Mi chiedo: questo Dicastero per l’educazione cattolica che vuole un direttore per lo Studio teologico di Bressanone diverso da Lintner, guarda solo la morale sessuale o anche l’impegno negli altri ambiti della morale? Il fatto che intervenga per la morale sessuale mi indigna. E mi preoccupa, anche.
E la seconda notazione?
Un’altra cosa molto importante è che lo Studio teologico con Lintner in prima linea lavorava ad un progetto per portare all’università di Bolzano e a quella di Innsbruck lezioni accademiche curate dallo Studio teologico su temi di attualità morale, o, meglio, di morale applicata. Questo non interessa al Dicastero per l’educazione cattolica? Il fatto di parlare direttamente ai giovani, non è importante? Ed invece è importante andare ad occuparsi delle pubblicazioni sulla morale sessuale?
Nach einigen Gesprächen bin
Nach einigen Gesprächen bin ich draufgekommen, dass viele normale Bürger ganz weit weg sind vom Vatikan und seiner Dogmatik.
Il problema è la Curia e il
Il problema è la Curia e il popolo cristiano è ancora troppo benevolo, ma i tempi sono cambiati,….le masse dei giovani sono perse purtroppo.
... der Vatikan hat wohl so
... der Vatikan hat wohl so gehandelt, weil es auch hier sog. "Einflüsterer" gibt und die gibt es in der Kath. Kirche wohl schon immer!
Ein Paradebeispiel war die Bestellung eines Kirchenmannes namens Groer nach dem Rücktritt des damaligen, allseits geschätzten Kardinal Franz König ...
Schleiermacher hat den
Schleiermacher hat den wesentlichen Punkt getroffen, als er in seiner Schrift von 1799 „Über Religion. An die Gebildeten unter ihren Verächtern“ den Satz formulierte: „Nicht der hat Religion, der an eine heilige Schrift glaubt, sondern jener, der einer solchen Schrift nicht bedarf und notfalls selbst eine solche machen könnte.“ Damit wird der artistische Aspekt des Religionsmachens geradezu provozierend hervorgekehrt. Wenn man die Kunstgeschichte der vergangenen 200 Jahre betrachtet, kommt man an dem Befund nicht vorbei, dass ein Großteil der jüngeren Kunstgeschichte Religionsgeschichte auf Umwegen darstellt. Um von den politischen Massenbewegungen mitsamt ihren Dogmen und Liturgien zu schweigen.
Die höheren Religionen stehen seit jeher vor einem Dilemma: Sie müssen sich in die Generationenprozesse einprägen, um überlieferungsfähig zu werden. Hierbei riskieren sie, sich unmerklich selbst zu zerstören, indem sie dogmatisch und ritualistisch verknöchern. Durch den Versuch, sich zu stabilisieren, arbeiten die verfassten Religionen ihrer Sklerotisierung in die Hände. Sie müssen also ständig zwischen Häresie und Sklerose wählen. Diese Alternative ist heute bis an die Spitze des Katholizismus in der Person des Papstes vorgedrungen ist. Benedikt war nicht nur die Sklerose in Person, er verkörperte den Willen zur Sklerose, weil er Angst vor der Welt hatte. Franziskus ist der Anti-Sklerotiker par excellence. Von außen gesehen immer noch in Förmlichkeiten gefangen, aus der Innenperspektive die pure häretische Dissidenz. Er bricht in vielen Punkten mit dem althergebrachten Ritualwesen, als wäre das Christentum nicht vor 2000 Jahren entstanden, sondern müsse in unserer Zeit neu gestiftet werden.
Insofern kann man auch der Aussage des eh. Prior Pietralba Pacchins : "Lintner colpito per attaccare il Papa" (Salto, 29.06.23) wohl nur beipflichten.
In reply to Schleiermacher hat den by △rtim post
Danke für das treffende Zitat
Danke für das treffende Zitat, das den Nagel auf den Kopf trifft. Kannte ich nicht.