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Cosa bolle in pentola?

Nell’ambito del progetto „Alla salute!“ al Museo delle Donne di Merano scopriamo l’impatto sociale e ambientale dei prodotti che portiamo in tavola.
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Foto: upi

Negli ultimi 50 anni sono cambiate tante cose: lo stile di vita, la divisione dei ruoli, l’alimentazione. L’abbondanza che prima era riservata ai giorni di festa, ora è quotidiana e tutti abbiamo sempre meno tempo per fare la spesa e cucinare. Questo lo sanno anche le industrie alimentari, che ci propongono sempre più prodotti precotti, pietanze e verdure pronte all’uso in comode vaschette di plastica. Ma ciò che per noi è abbondanza e comodità ha un enorme impatto ecologico e sociale. La globalizzazione e la grande distribuzione hanno fagocitato i mercati locali e in alcuni regioni del mondo i piccoli agricoltori rimangono tagliati fuori dal commercio, tanto da non aver più nulla da mettere in pentola.
E se anche qui da noi fino a qualche generazione fa il problema era come riuscire a mangiare a sufficienza, oggi possiamo permetterci il lusso di scelte alimentari dettate sempre più da salutismo e da questioni di carattere ecologico, etico e sociale: Da dove viene la banana che mangio a colazione? Chi l’ha colta dall’altra parte del mondo? Quali sono le problematiche dell’agricoltura regionale e globale e che responsabilità abbiamo noi consumatori? È vero che se tutti mangiassimo meno carne ridurremmo notevolmente le emissioni di CO2, la fame nel mondo, la penuria d’acqua globale?


Non è che dobbiamo subito diventare tutti vegetariani, però bisogna essere consapevoli che: per ogni chilo di carne di maiale e pollame si producono fino a 4,6 chilogrammi di anidride carbonica, per ogni chilo di filetto di manzo si arriva fino a 60 chili di CO2. Inoltre per produrre un chilo di carne di pollo sono necessari circa 4.300 litri di acqua, circa 6.000 per un chilo di carne di maiale e 15.500 litri per un chilo di carne bovina. Quindi, scegliere di portare in tavola più legumi e meno carne, potrebbe contribuire a ridurre il riscaldamento globale dell’ 80%. (fonte: WWF www.oneplanetfood.info)


La mostra temporanea „Cosa bolle in pentola“ presso il Museo delle Donne di Merano ci parla proprio di questo: delle ripercussioni ambientali e sociali delle nostre abitudini alimentari. Ma ci racconta anche storie incoraggianti, per mostrarci come un consumatore consapevole e informato con le sue scelte possa influenzare il settore alimentare e agrario mondiale.

La mostra è visitabile ancora fino al 30 novembre 2019, dal lunedì – venerdì ore 10.00 – 17.00, sabato ore 10.00 – 12.30, domenica chiuso.