Politics | Elezioni provinciali sulla stampa locale

Arno trionfa, ma la Svp è ferma. Disastro"italiano". Super destra tedesca.

I quotidiani italiani che raccontano "il giorno dopo" puntano l'attenzione anche sul successo della destra tedesca, dei Verdi e sulla tenuta del Pd che però rischia di perdere un assessore trascinato nel baratro dall'assenteismo.

Il titolo a tutta pagina del quotidiano Alto Adige, nell'edizione che testimonia il risultato delle elezioni provinciali 2013, è "Svp al palo. E la destra crolla". Il modo di dire "restare al palo" proviene al mondo dell'ippica e si dice di un cavallo che si rifiuta di partire all'inizio di una gara. Per il quotidiano di lingua italiana dunque ancora una volta la Stella Alpina si è trasfigurata nell'affermazione del leader, in questo caso fresco fresco, che però nulla ha potuto nei confronti dell'avanzata dell'astensionismo (italiano Svp orientato ed anche tedesco?), della destra di lingua tedesca e della nuova onda "verde".

In merito ai destini della destra italiana i toni sono apocalittici. Nel suo editoriale in direttore dell'Alto Adige Alberto Faustini dice senza mezzi termini che "è finita la storia della destra di lingua italiana dell'Alto Adige". La debacle della destra ha dell'incredibile: in 5 anni i consiglieri provinciali che si richiamano a quest'area politica sono passati da 6 a 2, due terzi in meno. E le bandierine italiane rimaste a sventolare sono in gran parte sdrucite. Elena Artioli infatti - scrive Faustini - "è salita sul taxi al momento giusto ma sta a Berlusconi come Totti sta al Milan". E la consigliera resta - ancora Faustini - "una leghista con forti simpatie per la Svp".
Dal canto suo la scialuppa di salvataggio che ha consentito ad Urzì di sopravvivere nella tempesta è riuscita a svolgere il suo compito, ma il peso che avrà il consigliere, e complessivamente tutto (?) il centrodestra italiano, nella prossima legislatura non potrà che essere esiguo e residuale.

C'è poi il problema legato al fatto che il disastro del centrodestra ha trascinato nel baratro tutta la rappresentanza "italiana" in consiglio, come fece Sansone con i Filistei. A farne le spese è anche chi, come il PD, è riuscito invece a reggere lo scossone senza però capitalizzare un (parziale) successo. Vi è infatti il rischio, stanti le regole attuali, che il PD debba rinunciare al suo secondo assessore in giunta, e cioè Roberto Bizzo. Al danno si aggiunge la beffa: Bizzo ha triplicato le sue preferenze rispetto al 2008.

Il quotidiano Corriere dell'Alto Adige mette in evidenza - con un articolo di fondo di Toni Visentini - il "ventaglio di incertezze" che si trova ora davanti Arno Kompatscher, alla guida di una partito rinnovato ma indebolito ed alle prese con futuri partner di giunta non rafforzati (Pd) ed etnicamente sottorapresentati dall'astensionismo. Visentini mette però in evidenza che a partire dal 27 ottobre 2013 in Alto Adige il concetto di "maggioranza" ha acquistato un accezione nuova, visto che "la Svp non rappresenta più la maggioranza dei sudtirolesi".

Visintini nel suo intervento osserva che, in ogni caso, la maggioranza Pd-Svp dovrà fare i conti con numeri risicatissimi (17+2). E non è escluso che, soprattutto nei comuni, nei prossimi anni la Svp non sperimenti altre forme di collaborazione con la destra tedesca meno radicale (Freiheitlichen) che potrebbero avere anche conseguenze in consiglio provinciale.
Nella prospettiva del consolidamento della fragile maggioranza che si prospetta, un aiuto a Kompatscher potrebbe giungere dal nuovo corso (anche) governativo dei Verdi. Visentini evidenzia che Riccardo Dello Sbarba è stato l'"italiano" più votato e che quindi, per rilanciare la rappresentanza degli italiani, esiste anche questo nuovo percorso da seguire. Visentini conclude il suo intervento chiedendosi a questo proposito se "la Volkspartei ci proverà e se i Verdi/Sel ci staranno".
La partita è quanto mai aperta.

Bild
Profile picture for user Gianluca Trotta
Gianluca Trotta Tue, 10/29/2013 - 14:36

Come sempre, quando si parla di politica bolzanina, si sfiora sempre il ridicolo. Quello, ad esempio, di computare Artioli come uno dei consiglieri "italiani" che si contano sulle dita di una mano: ma come, ma Artioli non era quella che faceva la battaglia sui "mistilingue", quella che era uscita dalla Svp proprio per quello? E poi, Artioli che ringrazia il trombato Seppi per quello che ha fatto in questi anni per proteggere il gruppo italiano: ma come, ma non è della Lega? Ma quelli della Lega non sono quelli che con la bandiera italiana ci facevano cose poco nobili? Quelli che, più che italiani, si dichiarano padani? Quelli per cui Garibaldi meglio avrebbe fatto a fare qualcos'altro? Mah...

Tue, 10/29/2013 - 14:36 Permalink