Politics | Elezioni Provinciali: l'analisi

Elezioni Provinciali: successi ed errori di Leadership?

I Leader che perdono e quelli che vincono: difetti di selezione.
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Le elezioni per il rinnovo del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano si sono concluse con la “vittoria” della SVP, seppur con una leggera flessione che è costato il 18esimo Consigliere, ovvero la maggioranza assoluta dei 35 occupanti Palazzo Widmann. Crollano i partiti italiani e si rafforzano le destre tedesche. Questo, in estrema sintesi, è accaduto domenica 27 ottobre.

Interpretare i risultati elettorali è sempre e comunque un esercizio arbitrario perché i dati elettorali possono essere rielaborati in diversi e spesso pittoreschi modi. Si possono comparare speculativamente eventi elettorali più o meno disomogenei. Tra elezioni a carattere municipale, provinciale, regionale e nazionale o sovranazionali, c'è l'imbarazzo della scelta. Inoltre, flessioni elettorali che non spostano il peso della rappresentanza negli organi elettivi, possono essere facilmente edulcorate. Infine, la gemmazione di partiti ideologicamente affini o almeno percepiti capaci di trarre a loro consenso dallo stesso bacino elettorale, può indurre gli “sconfitti” a letture consolatorie.

Allo stesso modo, flessioni in termini di consenso al partito, alla lista o alla coalizione, possono essere giustificate da fattori socioeconomici o da dinamiche centro-periferia (quando il soggetto politico ha una rappresentanza trans-regionale). Ad esempio, la crisi economica può essere invocata a piacimento da qualsiasi forza politica, così come lo sviluppo delle relazioni intrapartitiche o interpartitiche a livello nazionale può essere interpretato come negativo nel processo di formazione del consenso politico a livello locale. Le note vicende che hanno portato al repentino ritiro della sfiducia al Governo Letta da parte del PDL, così come la formazione di un governo di coalizione PD-PDL, sono due possibili esempi. La mancanza di visibilità politica o di mezzi economici sono due tra le argomentazioni più gettonate per giustificare eventuali debacle, così come il comportamento percepito in modo volutamente avverso della stampa verso la propria compagnie politica.

Da un altro punto di vista, dato il sistema elettorale di tipo proporzionale a collegio unico con la possibilità di esprimere fino a quattro voti di preferenza, risulta più facile operare una analisi comparativa sul livello di gradimento dei capolista di partito (preferenze al capolista x100/voti di lista). L'analisi della leadership e, soprattutto, della sua trasformazione,è significativa, perché permette di comprendere in che misura l'elettore abbia adattato il suo voto di preferenza alla lista, magari segnalando uno scarso gradimento verso il capolista di partito o lista.

In questo senso, nel caso del rinnovo del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano, risulta evidente che i leader (capolista) dei partiti di raccolta sudtirolesi registrano un significativo consenso personale, se paragonato al consenso verso i leader dei partiti altoatesini italofoni. In particolare, Pius Leitner (Die Freiheitlichen) è stato scelto, quindi preferito, dal 71% del suo elettorato. Al 62% si ferma Arno Kompatscher della SVP. Sull'altro versante, il più basso l'Indice di Gradimento del Capolista (IGC) è verso Paul Köellensperger (5Stelle), scelto dal 19% dell'elettorato di Grillo. Tra i partiti ad elettorato prettamente italofono, basso è il gradimento al capolista del PD, Christian Tommasini, preferito da poco più di un terzo dell'elettorato, mentre Alessandro Urzì della lista L'Alto Adige nel cuore, è scelto dal 58% del suo elettorato. Questi dati possono indicare sia il gradimento verso la leadership sia essere un indicatore capace di esprimere il livello di accentramento centripeto che quella leadership ha operato nel tempo. Interessante è il caso de La Destra di Mauro Minniti, dove quasi la metà dei voti di lista sono coincisi con una preferenza verso il suo capogruppo il quale, ad ogni modo, ha registrato la debacle personale più clamorosa a livello di leadership in questa tornata elettorale.

In conclusione, questa forte frattura fra leadership sudtirolese legittimata dal voto di preferenza in misura superiore al 60% e leadership altoatesina generalmente penalizzata dal suo stesso elettorato, dimostra come i partiti c.d. “Italiani” abbiamo qualcosa da rimproverarsi in relazione al processo di formazione e selezione della loro leadership locale.