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Il lupo nel mirino

Il DNA rivela: le pecore uccise in Val Venosta opera di cani, non di lupi. Intanto arriva il primo sì della Regione Veneto alla legge per l'abbattimento dei predatori.
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Foto: EURAC Research

Non lupi ma cani: il test del DNA ha svelato gli autori dell'uccisione, a inizio ottobre, di 25 pecore sopra Silandro, in Val Venosta – più precisamente al maso Zerminig all’imbocco della valle di Schlandraun. Lo rendono noto gli esperti dell'Ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano, secondo cui gli autori di questi attacchi mortali sarebbero stati dei cani. I corpi delle pecore presentavano ferite da morso nella zona della gola, ma le ferite riscontrate sono solo superficiali, senza cioè che i predatori si fossero anche nutriti della carne delle proprie vittime. Secondo gli esperti, gran parte degli animali sarebbe morta a seguito di una caduta o sarebbe stata inseguita e ferita a morte. Non potendo però escludere con certezza che l’autore dell’episodio fossero uno o più lupi, sono stati raccolti alcuni campioni di DNA per farli analizzare. Un cadavere di pecora è stato inviato all’Istituto Zooprofilattico di Bolzano. E i risultati del test genetico non hanno lasciato alcun margine di dubbio: a uccidere le 25 pecore è stato un branco di cani.

Provocare Roma

Intanto Trentino e Sudtirolo fanno scuola: in Veneto la proposta di legge “Misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori”, primo firmatario il capogruppo della Lega Nicola Finco, ha ottenuto il primo via libera nella Terza commissione permanente del Consiglio regionale veneto. L'obiettivo principale è lanciare un segnale a Roma: “Sappiamo bene che le due leggi gemelle di Trento e Bolzano sono già state impugnate dal ministero all'ambiente (il ministro Sergio Costa del M5S è contrario agli abbattimenti, ndr) e inevitabilmente lo sarà anche quella veneta. Ma i ministeri non possono essere sotto scacco delle lobby ambientaliste: è tempo di agire”. Secondo il presidente della commissione legislativa Sergio Berlato (Fratelli d'Italia) “il provvedimento, da cui è stato eliminato il riferimento all’orso, mira soprattutto a suscitare una reazione da parte del governo nazionale, che si dovrebbe dotare di un Piano nazionale di gestione del lupo che preveda il monitoraggio ed eventuali azioni di contenimento, anche attraverso gli abbattimenti”. Qualche giorno prima il varo della legge in commissione, era giunta una lettera del consorzio “Asiago dop” al ministro dell'agricoltura Gian Marco Centinaio: “L'Altopiano di Asiago, il più esteso d'Europa con i suoi 878 chilometri quadrati, l'area a più alta densità di malghe dell'intero arco alpino, rischia lo spopolamento proprio delle malghe a causa delle crescenti razzie da parte dei lupi”.

“Una legge incostituzionale”

Secca la risposta degli ambientalisti, chiamati in causa dalla Lega: “La decisione della terza commissione della Regione Veneto di spianare la strada all’abbattimento dei lupi è incostituzionale – sottolinea Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani onlus, “un ente locale non si può appropriare di una competenza statale. La tutela dell’ambiente e dell’ecosistema sono materie di competenza esclusiva dello Stato come stabilito dall’art. 117 della Costituzione”. La stessa tesi sostenuta dal consigliere regionale del PD Andrea Zanoni, ambientalista: “Il Veneto si conferma una regione calibro 12”. Al coro dei contrari all'abbattimento del lupo si aggiunge infine anche l'attore Alessandro Gassmann, direttore del teatro Stabile del Veneto, che commenta su Twitter: “In Veneto l’abbattimento dei lupi diventa legale: gli abbiamo tolto il territorio, abbiamo inquinato, deforestato, cementificato, bruciato e ora gli diamo il colpo finale. Vergognamoci”.

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luigi spagnolli Mon, 10/29/2018 - 16:56

Usare l'espressione "Legge per l'abbattimento dei predatori" è scorretto, falso, fuorviante e presupposto per inutili, ma succose per gli ambientalisti e per i media, che ne traggono vantaggi economici (più lettori/spettatori questi e più simpatizzanti quelli), polemiche lupo sì/lupo no.
La Direttiva HABITAT, che detta le regole generali di tutela della natura in Europa, prevede che ogni specie protetta, a determinate condizioni, possa essere prelevata in deroga al divieto di prelievo, per prevenire conflitti con le attività umane. Si spara regolarmente ai lupi, in casi particolari e determinati, in Svezia, in Francia, in Slovenia, in Spagna, eccetera. In Italia, dove ci sono più lupi che in quei Paesi, non si può fare perché gli animalisti sono contrari, i media tengono loro bordone e lo Stato non approva il Piano del Lupo, comprensivo di come si attuino tali deroghe, per motivi procedurali (che fanno comodo al ministro di turno che così non assume una decisione impopolare). Così i lupi vengono uccisi abusivamente, anziché secondo le regole, in ragione di svariate centinaia ogni anno: ne muoiono di più, e anziché morire solo quelli che fanno danni muoiono anche quelli che non ne fanno. Risultato: in Italia vengono uccisi più lupi che in tutta l'Europa occidentale messa insieme, ma siccome c'è il divieto sono tutti contenti. Evviva. In Alto Adige, in Trentino ed in Veneto si vorrebbero invece regole chiare per gli uomini e per i lupi, da attuare al posto del faidate abusivo tollerato di fatto nelle altre Regioni.

Mon, 10/29/2018 - 16:56 Permalink