Bimbo morto a Lana, libera la madre

La giovane donna accusata di aver soffocato fino alla morte il figlio appena nato, a Lana di Sopra lo scorso 16 settembre, è stata scarcerata perché non sussistono più le esigenze cautelari. Il giudice Peter Michaeler ha dunque accolto la richiesta degli avvocati difensori Nicola Nettis e Amanda Cheneri. La 25enne romena, che ha lasciato la casa circondariale di Trento dove era tenuta in custodia, potrebbe teoricamente anche tornare in Romania, dove l’aspetta un figlio di due anni. L’avvocato Nettis tuttavia precisa all’Ansa: “La nostra assistita non intende lasciare l’Italia e ha anzi intenzione di affrontare il procedimento a suo carico. Ora verrà assistita e aiutata, sotto il profilo psicologico, in una struttura altoatesina adatta allo scopo, pur essendo lei tecnicamente libera e non avendo quindi obblighi di residenza”.
Dopo il suo arresto la donna, che in Alto Adige lavorava come raccoglitrice di mele, aveva spiegato di ricordare solo il momento del parto e non cosa fosse accaduto dopo. “Il ricordo sta lentamente emergendo ma ci vorrà tempo. In un evento traumatico ci sono conflitti interiori che rendono difficile la riemersione dei ricordi. La scarcerazione la aiuterà ora a ritrovare un po' di serenità e, con essa, anche il ricordo di quanto accaduto”, dichiara il legale. La difesa punta a una riformulazione del capo d’incolpazione e potrebbe chiedere di derubricare l’omicidio volontario aggravato, che prevede la pena massima dell’ergastolo, in infanticidio (trovandosi la donna in una condizione di “abbandono morale e materiale”), punito con la reclusione da 4 a 12 anni.