Non è vero ciò che è vero...

Una storia vera (o no?)
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Marco Travaglio è stato a Bolzano.  

Ha raccontato la Storia della trattativa tra lo Stato e la mafia. È una storia disarmante, fatta di complicità, bassezze, viltà che continuano ad avere pesantissimi effetti sulla nostra quotidianità. 

Travaglio la racconta alla sua maniera, allineando un’impressionante serie di fatti, supportati da dati, sentenze, atti processuali ed alternandoli a stilettate sarcastiche ai danni dei “cattivi” di turno. 

È davvero difficile trovare una falla nelle sue argomentazioni e, dunque, ci si aspetterebbe che le persone reagissero con rabbia, pretendendo a gran voce che non esista neanche l’ipotesi di una minima reticenza che intacchi la possibilità di fare chiarezza sulla vicenda.  Ma in italiana, purtroppo, la persona lascia spazio al tifoso e il tifoso italiano non vuole giustizia: vuole che vinca la squadra per la quale ha scelto (senza che ci sia mai stato necessariamente un motivo) di parteggiare.  

In “È Stato la mafia” i fatti riportati dimostrano la colpevole connivenza (non foss’altro che sotto forma di omessa volontà di fare chiarezza) delle massime istituzioni contemporanee e proprio questo (!), paradossalmente, fa sì che l’italiano medio, aiutato da gran parte dell’informazione, tenda a non voler credere loro.

I supporter di Berlusconi, a destra, e di Napolitano, a destra e a manca, preferiscono trincerarsi dietro un “ma sì, si sa che Travaglio ce l’ha con Lui”, piuttosto che aprire gli occhi e scoprire che Babbo Natale non esiste. È amareggiante vedere come ancora oggi tutti le maggiori testate aprano con la notizia delle dimissioni di Galliani da AD del Milan, dimenticandosi, o quasi, del fatto che nelle stesse la Procura di Palermo ha ribadito che il Presidente della Repubblica non può rifiutarsi di testimoniare in un processo riguardante la trattativa tra lo Stato e la mafia.  

Ho ascoltato mille volte la storia raccontata da Marco Travaglio; mille volte continuerò ad ascoltarla e, nel mio piccolo, a raccontarla sperando che presto, molto presto, non si debba più dover constatare che in Italia "non è vero ciò ch’è vero, ma è vero ciò che piace!"

 
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Stefania Squassoni Sat, 11/30/2013 - 10:17

La settimana scorsa, a Trento, ho visto anch'io "E' stato la mafia": interessantissimo e avvincente spettacolo-denuncia di ben tre ore. Travaglio ha fatto una straordinaria e incredibilmente circonstanziata ricostruzione della Trattativa Stato-mafia, dalla sua origine, fino ad oggi, a Napolitano, appunto. Mi sono emozionata vedendo il bel volto del Presidente Pertini mentre Isabella Ferrari leggeva uno dei suoi bellissimi discorsi sulla questione morale, l'onestà e l'etica nella politica. Ecco alcune delle affermazioni di Pertini lette dalla Ferrari durante lo spettacolo:Non c’è ragione al mondo che giustifichi la copertura di un disonesto, anche se deputato. Lo scandalo più intollerabile sarebbe quello di soffocare lo scandalo. L’opinione pubblica non lo tollererebbe. Io, neppure. Ho già detto alla mia Carla: tieni pronte le valigie, potrei piantare tutto…..Dobbiamo tagliarci il bubbone da soli e subito. Non basta il borotalco a guarire una piaga. Ci sono i ladri, gli imbroglioni? Bene, facciamo i nomi e affidiamoli al magistrato”. E' un estratto dalla bellissima intervista che Salvalaggio fece a Pertini, il cui testo integrale può essere letto qui: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/08/…
Mi piace però ricordare ora anche le memorabili parole di Pertini, in qualità di Presidente della Repubblica nel 1978, contenute nel suo discorso di fine anno rivolto agli Italiani: I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Pertini/documenti/pe…
Mii domando, allora, che esempio dà il Presidente Napolitano nel momento in cui, chiamato a testimoniare sulla Trattativa Stato-mafia, scrive una lettera ai giudici per chiedere loro quale contributo possa dare la sua deposizione al processo, "in considerazione della limitata conoscenza dei fatti".
Paradossalmente, seguendo il ragionamento del nostro attuale Presidente della Repubblica, che peraltro sarebbe isituzionalmente chiamato a dare buoni esempi ai cittadini, chiunque, chiamato a testimoniare in un processo, potrebbe obiettare ai giudici l'inutilità della propria testimonianza...Davvero un bell'esempio, quello di Napolitano!!

Sat, 11/30/2013 - 10:17 Permalink