Society | Il convegno

“L’educazione è vita e l’intera vita è apprendimento”

Cos’è e quali sono le opportunità del lifelong learning? Se ne parlerà a Bressanone dal 3 al 5 dicembre. Qualche anticipazione sul tema dalla prof. Liliana Dozza (Unibz).
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Andrà in scena dal 3 al 5 dicembre prossimi al Campus Bressanone, nella città vescovile, il “convegno internazionale Siped 2015” sull’educazione permanente, “ossia l’educazione per tutta la vita”, concetto che rientra nel campo della formazione di adulti e anziani, ma che vuole al contempo - complice lo spazio espressivo disegnato dal convegno che verrà - essere superato, quasi a segnare una rottura di paradigma, spiega Liliana Dozza, preside della Facoltà di Scienze della Formazione alla sede di Bressanone della Libera Università di Bolzano e organizzatrice dell’evento insieme alle ricercatrici Gina Chianese e Monica Parricchi. “Il focus del discorso che vorremmo sviluppare - chiosa la docente - si basa sull’idea che l’apprendimento è un processo naturale e sociale che si costruisce a partire dai primi giorni e settimane di vita e prima ancora. E che migliore è la qualità dell’educazione a partire dalle prime scuole fino all’università, maggiori saranno le possibilità personali di un’educazione continua. Inoltre - sottolinea Dozza - accanto al sapere esperto della scuola molta parte dell’apprendimento avviene nella famiglia e nei contesti del fuori scuola, soprattutto se intenzionalmente formativi. La formazione più sicura, quella che crea ancoraggi e radici più profonde, è quella che mette al centro il bambino e il giovane (e poi anche adulto e anziano), quella che sa 'agganciare' l’esperienza di chi apprende e con essa e su di essa costruire, quella più vicina alla vita e all’interiorità perché costruisce facendo, confrontandosi con gli altri, osservando, imitando, riflettendo sull’esperienza”.

Occorre a questo punto fare un passo indietro per comprendere cosa si intende per educazione permanente; “l’idea di fondo - prosegue l'interlocutrice - è che l’educazione è vita e l’intera vita è apprendimento. In questo senso l’educazione è un processo che continua durante l’intero corso della vita (life-long learning) e si realizza nei differenti ambienti di formazione e di esperienza (life-wide learning). È un processo di costruzione, individuazione, valorizzazione delle differenti identità, che acquista il valore di un apprendimento profondo (life-deep learning) quando diventa ancoraggio cognitivo ed emotivo per una formazione per tutta la vita, abbracciando la/le lingue di appartenenza, valori religiosi, morali, etici e sociali, e ci permette di comunicare con noi stessi e di incontrare gli altri”. L’obiettivo è quello di permettere a chiunque ,“oltre le condizioni sociali, culturali, geografiche di provenienza, di avere uguali diritti ed opportunità di formazione per tutta la vita. All’interno di questo progetto, la disponibilità di opportunità educative per tutti durante l’intero percorso della vita è prerequisito per una partecipazione effettiva e informata in qualità di cittadini alla vita sociale e politica. Allo stesso modo, servizi alla salute, alla casa e al welfare insieme all’educazione costituiscono l’infrastruttura che serve per costruire e realizzare una vita soddisfacente e piena in una società che intenda essere solidale, inclusiva e giusta”. Del resto “l’educazione, quando diventa sapere per (piuttosto che sapere che) e apprendimento profondo, aumenta il piacere di vivere, apre le nostre menti alle scoperte della scienza e ai significati della storia e della cultura. Permette di imparare su di sé e sugli altri, di essere più tolleranti con chi è diverso da noi”. 

Volendo semplificare - riferisce Dozza - è inoltre possibile tentare di distinguere il modo di fare e interpretare l’educazione permanente nel gruppo di lingua tedesca e in quello di lingua italiana. Nel primo caso il concetto chiave “è quello di bildung, di formazione culturale e di crescita spirituale del soggetto attraverso una cultura alta che ne nutra l’humanitas e coltivi spirito critico, sensibilità estetica, impegno etico; quindi l’ideale di una formazione “disinteressata” a raggio ampio che si contrapponga ad una formazione specialistica e “utilitaristica”, a raggio breve”. Nel gruppo di lingua italiana si parla piuttosto di “una formazione professionale, intesa a formare quell’insieme di competenze e consapevolezza dei contesti che forniscano al professionista livelli elevati di padronanza e di metodo, nonché un setting mentale flessibile”.

Alla base di quelli che sono gli interventi formativi si individuano “il bisogno o il desiderio di un cambiamento  – di atteggiamento, di mindset, di approccio metodologico-didattico” possibili attraverso approcci narrativi e autobiografici e, più in generale, pratiche partecipativo-discorsive; modalità laboratoriali, in cui si possa imparare facendo con le mani, le parole, le storie, la mente e si possa fare simulazione; percorsi esperienziali basati sull’analisi di casi concreti legati alla vita; percorsi di formazione e ricerca in contesti naturali; accompagnamento nella conoscenza di altri “mondi” lavorativi e culturali e/o dell’ingresso nelle professioni (tirocini e stage formativi anche all’estero); T-Group (Training Group).

Per saperne di più appuntamento a Bressanone per giovedì prossimo con l’apertura del convegno, il cui denso programma può essere visionato a questo link.