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“Non sarò l’uomo della SAD”

Carlo Vettori, nipote del direttore della società di trasporto locale: “In Aula non sarò braccio armato di nessuno”. Accordo Svp: arriva la controproposta di Bessone.

“Sono conscio del fatto che ci sia un conflitto di interessi enorme, ma non sarò l’uomo della lobby dei trasporti in consiglio provinciale”. Carlo Vettori, nipote di Mariano Vettori, direttore generale della SAD (i rapporti fra la società altoatesina e l’amministrazione provinciale sono tesi da tempo, specie a seguito dell’annullamento della maxi-gara per il trasporto pubblico extraurbano), gioca la carta dell’irreprensibilità. “Le malelingue dicono che ho piazzato io mio zio al comando della SAD ma sono solo fantasie. Non sono il braccio armato di nessuno, a volte neanche della Lega - dice con una punta di ironia -, parentopoli e i vizi da Prima Repubblica non mi riguardano. L’ho dimostrato anche in consiglio comunale, quando ci sono stati palesi conflitti di interessi su determinate questioni mi sono alzato al momento del voto e sono uscito dall’aula, farò lo stesso in consiglio provinciale”, taglia corto Vettori allontanando, negli spazi dell’ufficialità, ogni futuro sospetto sul suo conto.

Sono conscio del fatto che ci sia un conflitto di interessi enorme, ma non sarò l’uomo della lobby dei trasporti in consiglio provinciale

Il neo-consigliere provinciale leghista si sofferma poi inevitabilmente sul “qui e ora”, dal momento che la situazione in termini di geometrie politiche per la formazione della futura giunta è ancora magmatica. Per sapere se questo matrimonio combinato - o meglio convivenza laica - fra Svp e Lega ci sarà bisognerà attendere ancora. Il codice di condotta proposto dal presidente Arno Kompatscher e votato dal parlamentino del Sammelpartei continua a essere un errore da matita blu per i leghisti. “Capisco che la Svp stia attraversando al suo interno una stagione burrascosa e nei loro panni anch’io avrei provato a fare lo stesso in questo frangente ma resta il fatto che sottoporci questo documento è stata una mossa indelicata e dal sapore ideologico, quando l’accordo dovrebbe mantenersi su un piano tecnico - spiega Vettori con rilassata reazione alle polemiche -, trovo che sottoscrivere questi punti sia superfluo dato che la salvaguardia dei diritti fondamentali dell’uomo è sancita dalla Costituzione su cui peraltro hanno giurato molti ministri leghisti prima di assumere l’incarico di governo”.

 

“Non siamo CasaPound”

 

I punti che la Volkspartei intende far firmare anticipatamente, in via precauzionale, al Carroccio e che esprimono, a detta del Landeshauptmann, “valori irrinunciabili e non trattabili” del partito di raccolta tedesco vertono sulla convivenza pacifica, la tutela delle minoranze e l’Europa. Sebbene in un primo momento non trasparisse fra gli esponenti della Lega locale una netta reticenza a vidimare l'incriminato documento, dallo stato maggiore della Lega è arrivato, come noto, un risoluto niet. “Salvini e Calderoli sono più pragmatici di me e dicono che bisogna parlare di programmi. Prendiamo l'esempio del contratto di governo che a Roma ci lega al Movimento 5 stelle, lì non si parla di uscita dall’euro né dall’eurozona, è chiaro che esiste una differenza di vedute con la Svp, ma se non credessimo nell’Europa non avremmo nemmeno un europarlamentare. Per quel che riguarda il resto come ha detto il presidente trentino Fugatti l’Euregio non si tocca, e siamo un partito fondato sull'autonomia. La Lega esiste all’interno dell’alveo costituzionale e democratico, non siamo CasaPound”.

 Sono trattative fra due partiti alla pari, non è un recepire a senso unico, e notoriamente le firme si mettono in calce, non sulla prefazione di un accordo

Il consigliere del Carroccio resta fiducioso che la chiave di volta si possa trovare: “Vorrei ricordare che sono trattative fra due partiti alla pari, non è un recepire a senso unico, e notoriamente le firme si mettono in calce, non sulla prefazione di un accordo. Bisogna capirlo, la Svp non ha mai governato con un partito di centrodestra, tutti dobbiamo prendere le misure, imparare a conoscerci”. E ancora: “Oltre 30mila elettori ci hanno mandato in consiglio provinciale per governare. Migliorare la sanità, cambiare i parametri di assegnazione case IPES, sono tutte cose che si possono fare se si è in maggioranza, stare all’opposizione vuol dire non portare avanti nulla, vuol dire fare solo coreografia”.

 

 

Nei prossimi giorni Lega e Svp si incontreranno per cercare la quadra, conferma il commissario del Carroccio locale Massimo Bessone, che si è rivolto al segretario federale Salvini e a Calderoli “perché il punto riguardante l’Europa non è di mia competenza. Loro mi hanno chiesto se questo modo di operare era stato mai adottato prima dalla Volkspartei e io ho risposto di no. Da qui è maturata la decisione di rifiutare la proposta del presidente Kompatscher, che trovo denigratoria”. Perché la Lega non è un compendio di trivialità, pare voler sottintendere Bessone che rilancia, sollecitato da Calderoli (“cominciate a lavorare”, avrebbe detto l’ex ministro con puro senso pratico ai suoi): si abbozzi un accordo di programma su alcuni temi cardine da concordare, solo a quel punto si potrà parlare di firme. E il Patto è servito?