Economy | Turismo

Stagione quasi finita, tempo di bilanci

Mentre l’industria turistica nazionale è in grande difficoltà, l’Alto Adige mantiene le posizioni

La crisi generale si riversa anche sul turismo altoatesino? Solo in parte. I primi dati sull’andamento della stagione turistica invernale 2012/13 riportano un quadro in chiaroscuro, ma il comparto tutto sommato tiene. Secondo uno studio commissionato da Federalberghi, il Trentino Alto Adige si conferma la meta turistica più gettonata dagli italiani, perdendo però quattro punti percentuali rispetto alla stagione invernale precedente (dal 29 al 25 per cento del mercato).

Manca ancora qualche giorno alla chiusura effettiva della stagione, poi sarà tempo di bilanci e statistiche, ma naturalmente gli addetti ai lavori hanno già delle precise impressioni su come sono andate le cose. “In linea di massima confermiamo questi dati in leggera flessione – sostiene Nadia Grones dell’omonimo hotel 4 stelle superior di Ortisei – e soprattutto dicembre ha fatto registrare un numero di ospiti inferiore rispetto agli altri anni. I clienti italiani sono un po’ mancati, è vero, ma sono stati abbastanza compensati da inglesi, tedeschi, svizzeri e un po’ di esteuropei”. Le stesse modalità di approccio alla vacanza sono cambiate. Spiega l’albergatrice: “Tutti si fermano di meno, tre o quattro giorni rispetto alla classica settimana bianca e si aspetta l’ultimo minuto per decidere, cercando rassicurazioni sul tempo che farà e per cercare un last minute”. E il limite di mille euro ai pagamenti in contanti, una norma introdotta dal governo Monti in chiave antiavesione? “Non si è rivelato poi questo grande problema, ma ho anche sentito di alcuni che hanno preferito l’Austria – risponde –. Se gli italiani ormai lo sanno, per gli stranieri è invece un po’ più complicato, anche perché le carte di credito hanno dei limiti che in vacanza si rischia di superare”. Intanto sono arrivate le vacanze di Pasqua per il gran finale. “Siamo pienissimi – conferma Nadia Grones – e tra gli ospiti abbiamo anche tanti italiani. La valle è bellissima con tutta la neve che è caduta”.

Il turismo resta una delle principali fonti di ricchezza di questa terra, come preservarla? “L’alta fiscalità è un problema per tutta l’economia italiana – risponde l’albergatrice – e anche la burocrazia andrebbe snellita. Un esempio concreto: con i tempi che corrono l’elasticità dei collaboratori è fondamentale, ci sono momenti in cui gli alberghi sono pienissimi e altri mezzi vuoti. I contratti a chiamata sono uno strumento utile, ma c’è ancora troppa e complicata burocrazia per utilizzarli”.

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Martin Geier Sun, 03/31/2013 - 10:18

Verglichen mit einigen Anschauungen in denen dem Südtiroler Tourismus seit der Krise ein Desaster vorhergesagt wurde, ist er recht gut weggekommen. Der heurige früher Ostertermin und das Wetter helfen eher dem Winter- als den Frühlingstourismus in den Städten und im Etschtal. Daß die Präsenz der Italiener sinken würde war mit Blick auf die wirtschaftliche Lage des Landes von vornherein klar; Südtirol hat zum Glück sein Angebot diversifiziert. Aber; wo wir stehen werden wir nur nach einer Gesamtbilanz wissen. Die letzten Rückgänge waren aber sehr klein und manch Teilbereich ist sogar gewachsen; man kann also ruhig auch etwas Optimismus hegen. Vor allem wenn man Südtirol mit der italienischen Gesamtlage vergleicht:
"Gli italiani rinunciano alle partenze
«Migliaia di alberghi rischiano la chiusura»
Si parte sempre meno tanto da portare l'economia turistica ai livelli del dopoguerra"
http://www.corriere.it/economia/13_marzo_30/alberghi-rischio-chiusura-c…

Sun, 03/31/2013 - 10:18 Permalink