Il fuoco di fila
Alla fine per raccogliere intorno ad un tavolo tutti i nove in candidati per la poltrona di primo cittadino ci è voluta l’Associazione della stampa di Bolzano. Pressochè assenti i cittadini, in sala hanno fatto capolino minuscoli gruppetti di sostenitori dei singoli candidati, che hanno assistito ad un incontro pacato oltre che naturalmente molto frammentato, visto l’alto numero dei candidati.
Il primo ad essere intervistato è stato il sindaco Luigi Spagnolli, atteso poco dopo da un altro impegno.
Il primo cittadino in carica ha fatto subito sfoggio di diplomazia facendo i complimenti ai suoi sfidanti e dicendosi convinto che non riuscirà a vincere al primo turno. Incalzato dal giornalista Mauro Keller Spagnolli ha proseguito con il medesimo atteggiamento dicendosi non preoccupato dell’eventualità di poter incontrare al ballottaggio un possibile partner di giunta. Spagnolli ha quindi fatto riferimento alla rottura con gli ecosociali (“hanno intrapreso un loro percorso con lo scopo di consolidare il loro elettorato, con alcuni di loro ho lavorato bene, dovremo vedere chi sarà eletto”) e si è quindi dilungato spiegando come a suo avviso “destra e sinistra continuino ad esistere ma in realtà nella testa della gente la differenza sia sfumata” e che, addirittura, oggi sia possibile per “entrambi gli schieramenti andare a pescare sostenitori sulla sponda opposta”.
Le ultime due domande per Spagnolli sono state quindi dedicate all’apertura del museo sotto il monumento ed alle vicende giudiziarie relative alle concessioni per il Twenty. In merito al munumento Spagnolli ha ribadito che nella nostra realtà locale “continua a bruciare sotto la cenere il fuoco del conflitto etnico, fuoco che va gestito e sul quale ogni tanto va gettata dell’acqua”. Per quanto riguarda il Twenty il sindaco ha detto di non essersi mai posto il problema dell’opportunità di una sua ricandidatura in ragione delle indagini in corso (“non ritengo di aver fatto nulla di male ”).
Subito dopo è toccato al candidato Alessandro Urzì, interpellato da Marco Angelucci in merito alle difficoltà incontrate dal centrodestra nell’individuare una candidatura unitaria. “La fase delle consultazioni è stata convulsa, solo alcuni hanno partecipato con lo spirito giusto, ma alla fine la maggior parte delle forze ci sono e questa è già una prima vittoria” ha dichiarato Urzì. Il consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore se l’è presa poi con la legge elettorale (“è una truffa, rende impossibile governare perché assegna alla SVP con fortissimo potere contrattuale, come dimostra la coalizione uscente che di fatto è stata dettata da via Brennero”).
Interrogato in merito all’atteggiamento da assumere proprio nei confronti della Stella Alpina in caso di affermazione al ballottaggio, Urzì ha quindi detto che “il confronto non può che partire dai temi, proponendo soluzioni intelligenti su cui confrontarsi”. Il candidato di Alto Adige nel Cuore e Forza Italia ha quindi riconosciuto che la strada è in salita, ritenendo di sperare che “nel tempo vi sia una maturazione democratica che faccia capire alla SVP che occorre pensare agli interlocutori anche come partner e non solo come strumenti per raggiungere in un modo o nell’altro i propri obiettivi”.
A seguire è stato intervistato il candidato della Lega Nord Carlo Vettori, al quale Christoph Franceschini ha subito chiesto per quale motivo un sudtirolese dovrebbe votare la Lega Nord. Vettori ha risposto che la contrapposizione etnica nel 2015 è ormai superata e che “rispetto al problema dell’immigrazione il gruppo italiano e quello tedesco devono stare insieme, altrimenti saranno finiti e verranno travolti da un vero sconvolgimento etnico”. Interrogato sul cosa fare nello specifico in merito all’emergenza profughi in stazione a Bolzano, Vettori ha risposto polemicamente “bisognerebbe mandarli a Fiè”, provocando subito un batti e ribatti con Fransceschini (“lei è stato mai mandato da qualcuno da qualche parte?”). Riprendendo il filo del discorso Vettori ha precisato: “tutta la provincia deve farsi carico del problema” e il candidato sindaco della Lega ha parlato nello specifico di utilizzare “conventi sfitti” (?), “colonie estive in disuso e caserme”. Vettori ha anche rilevato una contraddizione tra il desiderio di riqualificare il centro storico e la volontà di realizzare un “centro profughi”.
In conclusione il candidato Vettori in tema di sicurezza si è augurato che “una parte dei vigili di Bolzano venga riaddestrata per poter svolgere un pattugliamento serio in città”.
È stata quindi la volta della candidata sindaco degli ecosociali Cecilia Stefanelli, intervistata da Francesca Gonzato, che ha subito replicato in merito alla rottura avvenuta con il sindaco. “Non c’erano più le condizioni, la Civica di Spagnolli che ammicca alla destra e la vicenda Benko ci hanno fatto capire che l’interesse pubblico non veniva più messo al centro. Abbiamo quindi ritenuto che fosse più dignitoso e corretto identificare una candidatura unitaria a sinistra. Puntiamo al ballottaggio.”
A Stefanelli è stata quindi posta una domanda relativa alla presunta distanza esistente tra le soluzioni proposte dalla sinistra in merito al tema sicurezza e l’emergenza in corso (“Vi criticano dicendo che il vostro è il solito buonismo ed intanto svaligiano i garage. Come rispondete?”).
Stefanelli ha reagito con decisione: “telecamere e poliziotti ad ogni angolo non sono la soluzione perché provocano solo ulteriore paura, occorre costruire una città sicura in quanto solidale”.
Concludendo: come si può sintetizzare la ‘visione’ degli ecosociali? “Siamo di sinistra, diciamo cose di sinistra, e non va bene solo parlare di Benko e di sicurezza” ha detto Stefanelli.
Il successivo candidato ad essere intervistato è stato Angelo Gennaccaro che, intervistato da Martina Capovin, si è detto convinto che l’elezione di Spagnolli potrà essere inevitabile solo in caso di un forte astensionismo del quale, secondo lui, ci sono forti segnali.
“La gente non vuole andare a votare o addirittura non sa nemmeno che si vota” ha lamentato Gennaccaro, identificando tra i più disillusi i giovani e lamentando il fatto che a scuola si parla ancora troppo poco di politica. Il candidato ha quindi affermato che “le elezioni comunali rappresentano una grande occasione per riavvicinare i cittadini alla politica partendo dalle piccole cose, lontane dagli scandali della politica nazionale”.
Nel corso dell’incontro i toni più forti sono stati quindi usati da Rudi Rieder, il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, intervistato da Pino De Cesare.
Rieder ha detto di essersi sentito costretto a candidare perché l’ipotesi di "una nuova legislatura con Spagnolli sindaco e Ladinser vicesindaco sarebbe una catastrofe” e ricordando che le vicende giudiziarie per cui entrambi sono indagati “sono state sollevate dal consigliere comunale di M5S Alberto Filippi”. Rieder ha quindi detto di puntare sugli elettori delusi della SVP più che su elettorato in fuga dai Verdi e si è detto convinto di poter andare al ballottaggio. Rieder si è anche scagliato contro la recente ‘blindatura’ in provincia degli alti stipendi di sindaci e assessori - (“hanno bisogno di quelle poltrone per mettere tutti d’accordo”) - affermando quindi che sarebbe un grosso problema la scelta di chi sostenere in un eventuale ballottaggio tra Spagnolli e Urzì.
Il successivo candidato Dado Duzzi è stato quindi subito punzecchiato nell’intervista da Francesca Gonzato (“Lei non è un outsider e in passato ha ricoperto diversi incarichi di nomina politica, perché allora candidarsi contro il suo amico Spagnolli?”).
Duzzi ha spiegato che la città sta cambiando volto e che richiede una svolta. “Come presidente della Azienda Soggiorno non poteva fare di più” lo ha incalzato Gonzato e lui ha schivato il colpo, affermando che “negli ultimi anni la città di Bolzano è comunque diventata molto più conosciuta dal punto di vista turistico”. Duzzi ha quindi la necessità di una migliore pianificazione e di un affrancamento rispetto al ruolo dominante della Provincia.
Nell’intervista con Maria Teresa Tomada candidata di Fratelli d’Italia è quindi trasparsa grande amarezza (“una campagna elettorale così moscia non l’ho mai vista”) ed ha fatto capolino la vittoria ottenuta 10 anni fa da Benussi (“frutto di un grande lavoro nostro, ma la storia non si ripete”). Dopo aver anche lei denunciato i difetti dell’attuale legge elettorale, Tomada si è lasciata andare ad un’inaspettata confessione. “Recentemente ho incontrato Salghetti e gli ho chiesto scusa per aver contribuito a farlo perdere a suo tempo, lui le idee le aveva, ora mi risulta molto più chiaro” ha raccontato Tomada.
L’ultimo candidato, e cioè l’ex sindaco di maggio Ivan Benussi, non si è presentato all’appuntamento mandando in sua rappresentanza Marco Angeli. Intervistato da Marco Angelucci Angeli ha risposto tra l’altro ad una domanda sulla scomoda alleanza con Casapound. “Non ci hanno chiesto nulla e sono stati loro a riconoscersi nel nostro programma” ha ribadito.