“Mafia, pericolo concreto”
Il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia stremata dalla crisi legata al coronavirus non è da sottovalutare. Nemmeno in Alto Adige. I commercialisti della provincia di Bolzano, rappresentati dal presidente Claudio Zago, mostrano attenzione al tema sollevato a livello nazionale da Cafiero de Raho, il procuratore centrale antimafia, e da altri colleghi fra cui il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, che puntato il dito sia sull’usura che sul rischio che gli aiuti per l’emergenza finiscano alla ‘ndrangheta o ad altri gruppi criminali.
Imprese esposte all’attacco
Le imprese sudtirolesi - questo il messaggio che giunge dall’Ordine dei commercialisti altoatesini - sono esposte a un doppio pericolo. Da un lato i problemi sanitari dovuti alla pandemia, dall’altro, proprio per la situazione emergenziale e i duri contraccolpi economici, gli spiragli che si aprono per infiltrazioni criminali.
Le contromisure tuttavia non mancano. Il tema dell’infiltrazione mafiosa con le sue modalità di attuazione - soprattutto i reinvestimenti di risorse di provenienza illecita - è stato al centro di una recente riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal commissario del governo di Bolzano, Vito Cusumano. Vi hanno partecipato, oltre alla Direzione investigativa antimafia locale, anche gli ordini professionali dei commercialisti e dei notai, l’Abi-Associazione bancaria italiane e la camera di commercio.
Siamo in prima fila grazie al nostro ruolo di professionisti per segnalare eventuali attività illecite
Riciclaggio: “Teniamo alta la guardia”
“In questo momento il rischio sanitario è in primo piano - spiega Zago -. Ed è giusto che sia così: stiamo affrontando una pandemia mai vissuta prima, e dobbiamo essere capaci di pensare un nuovo modo per organizzare il lavoro. Allo stesso modo però è essenziale non abbassare la guardia sulla legalità: perché proprio nei momenti di difficoltà e cambiamento si aprono le maglie e il tessuto imprenditoriale può diventare più permeabile”. L’Ordine, prosegue il suo presidente, partecipa alle indicazioni fornite dal commissario del governo per evitare “il fenomeno dello sciacallaggio imprenditoriale”: “Inoltre, possiamo ricorrere all’esperienza accumulata negli anni nel contesto dell’antiriciclaggio. Ecco perché è sempre più fondamentale il ruolo di professionisti preparati in grado di riconoscere e di segnalare eventuali attività criminose”.
E proprio per formare i professionisti al riconoscimento di questi pericoli che ora, a causa della crisi, rischiano di diventare più concreti, l’Ordine dei commercialisti ha da tempo dato risposte concrete attraverso corsi di antiriciclaggio. Certificati - spiega l’istituto di categoria - in grado di fornire un quadro chiaro e concreto sulle normative italiane ed europee. Azioni che si inseriscono nel protocollo d’intesa firmato con camera di commercio, prefettura e notai.