Environment | Urbanistica

Chi "paga" il consumo di suolo?

Da novembre 2015 a maggio 2016 impermeabilizzati altri 31 ettari nel territorio provinciale. Il "costo ambientale" è pari a quasi un milione di euro, all'anno.
Baustelle
Foto: Othmar Seehauser
Da novembre 2015 a maggio 2016, nonostante la crisi economica che ne ha rallentato la velocità, l’Italia ha consumato quasi 30 ettari di suolo al giorno, per un totale di 5mila ettari di territorio. È come se in pochi mesi avessimo costruito 200.000 villette,
La velocità di trasformazione è stata pari a 3 metri quadri al secondo, secondo le rilevazioni dell'ISPRA, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ha presentato a Roma l'edizione 2017 del rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici".
A metà 2016, risultano ormai permanentemente occupati -e impermeabilizzati- ben 23mila chilometri quadrati, pari al 7,6% del territorio nazionale e alla dimensione delle regioni Campania, Molise e Liguria messe insieme.
 
In termini assoluti, l'Alto Adige sembrerebbe una delle aree più virtuose del Paese: il suolo consumato, su scala provinciale, è pari al 4,24% (per una comparazione: il dato peggiore risulta quello di Monza e Brianza, col 40,84%). Se andiamo però a guardare in dettaglio, scopriamo che non è necessariamente così: considerando come parametro il suolo consumato nelle aree a pericolosità idraulica media, con tempo di ritorno tra 100 e 200 anni, è pari all’11,2% della superficie artificiale totale, mentre la provincia di Bolzano è ampiamente sopra la media, con oltre il 18% (nella classifica siamo secondi soli dietro alla regione Liguria, con oltre il 29%); guardando al suolo consumato pro capite per abitante, si trova invece che il dato medio nei Comuni della provincia autonoma di Bolzano è di 603 metri quadrati per abitante, contro una media nazionale di 380; usando, infine, come variabile il consumo di suolo su base altimetrica, guardando alla fascia tra 0 e 300 metri di altitudine sul livello del mare, scopriamo che il Trentino-Alto Adige ha "consumato" il 24,5% del suolo, quasi un quarto della propria superficie, oltre il doppio rispetto a una media nazionale che è ferma all'11,9%.
Guardando alla fascia tra 0 e 300 metri di altitudine sul livello del mare, scopriamo che il Trentino-Alto Adige ha "consumato" il 24,5% del suolo, quasi un quarto della propria superficie.
Quest'ultimo dato trova riscontro nelle tabella prodotte dall'Agenzia Provinciale per la protezione dell'ambiente (APPA) e integrate nel report ISPRA: a Bolzano è stato impermeabilizzato il 26,8% del suolo; a Merano il 23,5%; a Cortina sulla strada del vino il 18%.
Ciò che l'ISPRA sottolinea nel suo rapporto è che il consumo di suolo agroforestale e rurale ha un costo, perché chi costruisce lo fa sempre a discapito -spiega il Rapporto- "delle principali funzioni che la stessa scienza economica assegna all’ambiente: produzione di beni e materie prime (che, in questo caso, assolvono bisogni primari come acqua e cibo) e assorbimento degli scarti della produzione umana (in questo caso la CO2 derivante dai processi produttivi)". Ogni ettaro incrementale "vale" tra 30.591 e 44.400 euro, in termini di mancata produzione agricola, che incide per il 45% nel caso del massimo del range dei valori considerati, costi per la protezione dell’erosione (20%), per il mancato sequestro del carbonio (14%) e per l’infiltrazione dell’acqua (14%).
L’impatto economico del consumo di suolo in Italia varierebbe così tra i 625,5 e i 907,9 milioni di euro l’anno. Quello incrementale per la provincia di Bolzano nel periodo tra novembre 2015 e maggio 2016, quando sono stati occupati altri 31 ettari, è di 950mila euro. 

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Karel Hyperion Fri, 06/30/2017 - 12:50

Interessant ist nicht wieviel zwischen 0-300 m verbaut wurde, sondern wie viel von dem was insgesamt bebaut werden kann, auch verbaut wurde.
Im Übrigen gibt es auf die Frage im Titel eine einfache Antwort: der Eigentümer. Alles andere suggeriert nur, dass das Land im Grunde irgendwie allen gehört. Wo dann noch der Unterschied zum Feudalsystem liegt, erschliesst sich mir nicht.

Fri, 06/30/2017 - 12:50 Permalink