Politics | Collina dei saggi

“La saggezza non ha genere né colore”

Dopo la bocciatura della delibera che chiedeva di intitolare anche alle sagge la Collina del parco Firmian di Bolzano, movimenti e associazioni lanciano una petizione.
Collina dei saggi
Foto: Comune di Bolzano

Non è passato in sordina il surreale dibattimento dello scorso 24 giugno che ha portato il consiglio comunale di Bolzano a bocciare la proposta che chiedeva di definire “Collina delle sagge e dei saggi” lo spazio nel Parco Firmian in cui, attraverso un albero piantato in loro ricordo vengono celebrate quelle personalità “che nel corso della loro vita hanno fatto brillare la cultura e la conoscenza disseminando nel mondo la pace, la solidarietà, la giustizia, il diritto e la speranza”.

Una decina, tra movimenti e associazioni, alcune dopo aver preso pubblicamente posizione attraverso media e social network, hanno deciso di lanciare una petizione indirizzata al consiglio comunale e alla sua presidente, Monica Franch del Partito Democratico, in cui con parole dure si accusa l’amministrazione del capoluogo di trattare le questioni di genere come un mero prodotto di marketing da sbandierare in base alla convenienza e che vengono invece banalizzate se non addirittura strumentalizzate quando si tratta di prendere decisioni concrete indirizzate al cambiamento.

“Le colpevoli astensioni e le gravi dichiarazioni di alcuni consiglieri e consigliere che hanno votato no e le frasi benaltriste del sindaco - si legge nel testo che accompagna la raccolta firme - ci mostrano ancora una volta quanto questa città sia profondamente misogina, omolesbobitransfobica e fascista, terrorizzata dalla sola idea di estendere diritti, creare vera inclusione e cambiare l’assetto culturale immobile e asfittico di questa città. Non a caso, uno dei consiglieri (Marco Galateo, FdI ndr) ha ironizzato sul fatto che se tra i saggi fossero incluse anche le donne, “dovrebbero allora essere aggiunte le lesbiche, i gay, i transgender”, probabilmente dimenticando le persone nere o immigrate in questa lista di categorie indegne di stare tra i saggi, notoriamente solo maschi, bianchi, cisgender ed eterosessuali”.

Secondo le organizzazioni firmatarie (Non Una di Meno Bolzano-Bozen, Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol, GEA - per la solidarietà femminile contro la violenza, Bozen Solidale, Feministisches Infocafé Meran, Frauenmarsch Donne in Marcia, Tanna - eigenmächtige frauen * donne tenaci * ëiles liedies, OEW Organisation für Eine solidarische Welt - Organizzazione per Un mondo solidale, Associazione Donne Nissà Frauen Vereinigung, Associazione Lungomare Bolzano, Human Rights International - Bolzano) tali dichiarazioni dimostrano come atteggiamenti misogini vadano di pari passo con quelli  omolesbobitransfobici, frutto del disprezzo della cultura patriarcale come tutto quello che non percepisce come maschile. Il voto contrario, sostengono sempre le organizzazioni, confermerebbe che per Bolzano “dare spazio alle donne significa aprire una pericolosa breccia attraverso la quale anche altre “minoranze” possono trovare voce e diritti” ed è questo che farebbe paura a chi nell’estensione dei diritti altrui vede solamente una minaccia ai propri privilegi.

La petizione (che è possibile leggere e firmare qui) chiede al consiglio comunale di ripensarci, di estendere il nome della collina alle “sagge” ma soprattutto di intitolare nuovi alberi anche alle donne, alle soggettività non binarie e razzializzate. È un invito anche a una presa di posizione da parte della Commissione Pari Opportunità, per intervenire e difendere i principi che sostiene e infine, quello che chiedono, è che l’intera cittadinanza dia un segnale concreto a “tutte quelle soggettività escluse da questo inaccettabile rifiuto”.