Economy | ALTO ADIGE

In caduta il lavoro stabile

La denuncia di Serafini (Uil-Sgk): "La percentuale del tempo indeterminato calata dall'82 al 70%, è la più bassa in vent'anni". Aumentano i contratti a termine.
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Foto: Pixabay

Cala anche in Alto Adige il ricorso alla cassa integrazione guadagni, il sussidio erogato in forma ordinaria o straordinaria ai lavoratori sospesi temporaneamente dalle proprie mansioni nelle aziende in difficoltà. Tuttavia, in mezzo ai dati positivi su economia locale e occupazione, come ravvisa Toni Serafini, segretario generale Uil-Sgk, c’è il problema del peggioramento del rapporto tra lavoro a tempo indeterminato e quello a tempo determinato. Il primo è “al livello più basso dal 1998”.

 

Cig, 92.000 ore in meno

“Anche nella nostra provincia registriamo una forte diminuzione delle domande di ricorso alla CIG” sottolinea Serafini che fa riferimento al rapporto della Uil nazionale sull’argomento. La Cig ordinaria (erogata con risorse Inps) fra maggio e giugno 2018 è calata da 370.838 a 278.468 ore. “Registriamo una diminuzione di ben 92.370 ore, cioè del 24,9 % in meno” afferma il sindacalista. “La stima dei lavoratori in CIG passa dai 2.181 del  maggio 2018  ai 1.638 del  giugno 2018, cioè meno 543, quindi la situazione è decisamente migliorata”.

 

211.000 dipendenti in provincia

Serafini nota come anche il mercato del lavoro altoatesino prosegua “nel suo trend positivo anche nel 2018”. “Da alcuni mesi il tasso di disoccupazione è poco sopra il 3%, ed inoltre a giugno si registra anche una diminuzione  del 9% dei disoccupati di lunga durata, cioè da più di un anno, che in totale sono 1.324. Nel contempo è aumentata anche l’occupazione, a giugno abbiamo ormai superato i 211.000 lavoratori dipendenti”.

 

Più contratti a termine

C’è però il peggioramento del rapporto tra lavoro a tempo indeterminato e quello a tempo determinato. “Adesso la quota di posti di lavoro a tempo indeterminato è in assoluto la più bassa mai registrata negli ultimi venti anni: nel 1998 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato erano per l’82%  e solo per il 18% a tempo determinato, mentre nel 2017 l’incidenza del contratto a tempo indeterminato è scesa al 70% a fronte di un 27,5% di contratti a tempo determinato, cioè più di un quarto dei lavoratori, il rimanente 2,5% sono contratti di apprendistato”.

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Martin B. Tue, 07/31/2018 - 21:54

Diese befristeten Verträge sollten viel mehr auf unerfahrene junge Menschen in den 1-5 Jahren nach der Ausbildung beschränkt sein. Es ist wirklich ein Rückfall in das 19. Jahrhundert wenn Menschen nach 10-15 Jahren Arbeitsleben oder mehr ständig in Unsicherheit um das Einkommen leben müssen. Ansonsten muss wirklich bald das Grundeinkommen her, das mit der Wegrationalisierung auch hochgebildeter Berufsschichten (Rechtsanwälte, Wirtschaftprüfer/Bankiers, uvm) durch KI-Services/Apps sowieso eher früher denn später imanent werden wird.

Tue, 07/31/2018 - 21:54 Permalink