La farfalla avvelenata
Andrea Tomasi e Jacopo Valenti sono due giornalisti; entrambi lavorano per due testate trentine. Andrea e Jacopo sono amici, e la loro amicizia si è ulteriormente rafforzata nei lunghi mesi di ricerche e scrittura che hanno portato alla pubblicazione del loro primo lavoro giornalistico a quattro mani, "La Farfalla Avvelenata - il Trentino che non ti aspetti". "Il rischio era di pestarsi i piedi a vicenda, invece lavorare assieme è stato un piacere. Anche se era notte tarda o domenica", commenta Andrea Tomasi.
Il titolo del libro richiama la nota icona di Trentino Marketing - per l'appunto una farfalla - simbolo della natura e della salute del Trentino, entrambe messe in discussione dai due giornalisti. "Questo lavoro è stato a volte faticoso - racconta Jacopo Valenti - eppure ci ha permesso di fare un tipo di giornalismo incompatibile con i tempi e con le modalità di oggi, quelle con cui abbiamo quotidianamente a che fare". "Abbiamo potuto approfondire e studiare le vicende; per farlo abbiamo dovuto rinunciare al nostro tempo libero" ha sottolineato Tomasi.
Le vicende giudiziarie narrate dai due giornalisti sono incontestabili fatti di cronaca. Tre vicende, i cui incartamenti hanno girato per mesi per le mani dei due professionisti. "Andavo al lago con la mia famiglia, e invece della gazzetta leggevo le carte relative a Monte Zaccon, o all'acciaieria di Borgo" racconta Tomasi, che però rifarebbe tutto da capo.
Da cosa è nata la voglia di scavare nel torbido e di spiegare cosa è successo e perché? Come ricorda Valenti, i due giornalisti hanno "incontrato queste vicende nella nostra vita professionale. Mentre scrivevamo gli articoli di cronaca si è però sviluppata in noi una certa curiosità: avevamo voglia di leggere le carte e chiarire cosa fosse successo". E così hanno fatto: hanno raccontato, con uno stile oggettivo e preciso, ma allo stesso tempo scorrevole, tre disastri ecologici della Provincia di Trento. Il Monte Zaccon, vicino a Roncegno Terme, dove una cava è diventata una discarica abusiva. Il caso delle acciaierie di Borgo Valsugana, e dei loro filtri malfunzionanti. La discarica di Sardagna, altro esempio di gestione illecita di rifiuti.
Sono casi che dal 2008 hanno certamente cambiato l'immagine che il Trentino ha e dà di se stesso. "Franco de Battaglia una volta ha scritto che il ''virus dell'autonomia è la presunzione''. Il Trentino non è un'isola felice" commenta Jacopo Valenti. Se ciò che è avvenuto nell'idilliaca provincia di Trento non è poi così diverso da quello che camorra e 'ndrangheta fanno in altre regioni d'Italia - il trasporto notturno di rifiuti, la falsificazione dei documenti - le proporzioni sono diverse. "Valenti e Tomasi non sono Saviano e non vogliono esserlo. Come Trento non è Napoli" ha sottolineato Andrea Tomasi; "però dobbiamo comunque cogliere l'occasione per riflettere sull'incapacità di proteggere l'ambiente e il diritto alla salute anche da noi".
Un libro che fa riflettere e che da alcuni è stato interpretato come una critica aprioristica e infondata. Eppure "è un profondo atto d'amore per la nostra terra", come spiega Tomasi. Atto d'amore condiviso dai cittadini e dall'opinione pubblica, che a otto mesi dalla pubblicazione del libro ancora risponde con entusiasmo. Complice un concorso fotografico promosso sulla pagina facebook del libro, ogni giorno qualcuno scrive ai due giornalisti, spedisce foto, chiede informazioni. E per il futuro? "le idee ci sono, ma non vogliamo ancora svelare nulla" affermano i due.