A scuola nell’altra lingua
Anno scolastico 2003-2004: una ragazza del liceo Vogelweide di Bolzano frequenta un anno nella corrispondente scuola di lingua italiana, il liceo Carducci. È l’avvio, un po’ in sordina, del progetto denominato Un anno in L2. A dieci anni di distanza (nel 2012-2013) gli studenti coinvolti sono stati 91. In 63 hanno compiuto il salto dalla scuola tedesca a quella italiana, in 28 hanno fatto il percorso inverso.
“È stata un’esperienza stupenda – dice Marta, che è passata, a Merano, dal liceo classico Gandhi al Gymme – perché mi ha permesso di relazionarmi con un’altra cultura. La consiglio a tutti e la rifarei molto volentieri”. Marta, che ha poi frequentato il liceo tedesco fino alla maturità, si prepara a studiare Giurisprudenza ad Innsbruck.
“Il progetto – spiegano all’Intendenza scolastica – prevede l’inserimento di pochi studenti per classe, creando così una situazione di ‘full immersion’ con la massima esposizione alla seconda lingua”.
In dieci anni vi hanno partecipato circa 140 studenti della scuola italiana e 260 della scuola tedesca. Molto pochi nei primi tempi, finché la proposta era solo sussurrata, ma poi, dal 2008, con le attività capillari di presentazione nelle scuole, con i percorsi di formazione e di sensibilizzazione per gli insegnanti e con i contatti con i dirigenti, i numeri sono decisamente aumentati. Nell’anno scolastico che comincia tra qualche giorno gli studenti che varcheranno il confine linguistico (secondo dati ancora parziali) sono 104 (39 dalla scuola italiana, 65 da quella tedesca). L’esperienza può limitarsi ad un quadrimestre, prolungarsi ad un anno ma anche, come spesso accade, divenire biennale.
“Sono arrivata alle scuole italiane nel 2011 – racconta Sonia – e ho frequentato il linguistico a Merano. Finito il quarto anno ho deciso di restare fino alla maturità. Ho conosciuto una nuova mentalità e un sistema scolastico diverso da quello tedesco. Sono molto felice di poter dire di essere perfettamente bilingue”. Ora Sonia sta “facendo gli scatoloni”. Studierà Psicologia in una facoltà trilingue del Lussemburgo.
Tommy si è diplomato nel 2011. “L’esperienza per me è stata positiva: mi sono trovato in un bellissimo ambiente scolastico. Io e gli altri ragazzi provenienti dalle scuole tedesche siamo stati seguiti con attenzione fin dall’inizio, facilitando così il nostro inserimento nella nuova scuola. Per me l’esperienza è stata utile soprattutto per migliorare le abilità linguistiche in italiano: sapevo già allora che avrei poi proseguito gli studi in Italia. Ma quest’esperienza ti arricchisce anche a livello umano: si creano nuove amicizie, si conoscono diversi metodi didattici, si entra, di fatto, in un mondo nuovo. Nonostante la vicinanza ‘geografica’ delle scuole, si sa davvero poco di come si svolge l’attività scolastica nella scuola dell’altra lingua”. Ora Tommy studia a Trento, lingue e letterature straniere.
“È stata un’esperienza che mi ha sorpreso molto”, racconta Julien. “Ero partito con l’idea di fare solo mezzo anno, ma essendomi trovato molto bene ho deciso di rimanere fino alla maturità”. L’anno in L2 “mi ha dato nuovi amici e soprattutto una mentalità più aperta. Penso infatti che rimanere in un ambiente unicamente italiano o unicamente tedesco contribuisca ad avere una mentalità chiusa verso certi argomenti. Stare in un ambiente ‘misto’ aiuta invece ad osservare le cose da più punti di vista”.
“Posso dire – conferma Polina – che questo cambio di ‘ambiente’ è stato molto utile sia nel campo linguistico che culturale. È stato molto interessante conoscere la ‘vita italiana’ di Merano, che purtroppo a causa di una specie di separazione di tedeschi e italiani non conoscevo prima”. Polina ha frequentato un anno al liceo Gandhi e ora si appresta a trasferirsi a Vienna per studiare sociologia.
Marco, che ha cominciato il liceo in italiano e l’ha concluso in tedesco, spera che siano in tanti a ripercorrere la sua strada. E dà qualche consiglio. “Innanzitutto leggete! E’ importantissimo. Solo le ore di scuola non vi basteranno. Inoltre non chiudetevi in voi stessi. Imparate a parlare in tedesco con i vostri compagni fin dall’inizio e loro faranno lo stesso con voi. Vivete quest’esperienza come strumento per conoscere meglio l’altra metà dell’Alto Adige!”