Nonostante le critiche e le proteste degli artigiani, negli ultimi anni in merito è stato fatto davvero poco: i prezzi dell’energia elettrica  continuano ad essere un grande onere per molte aziende. Secondo un’indagine nazionale le aziende artigiane infatti spendono in Italia un 29% in più rispetto alle colleghe degli altri paesi europei. E il divario sembra destinato a divenire ancora più ampio in futuro. 

In termini concreti si tratta di un costo aggiuntivo annuo di circa 2.572 euro per azienda. Mentre LVH-APA osserva come solo in questo ultimo trimestre del 2016 l’aumento rispetto ai mesi precedenti sia stato di ben 383 euro. 

Gli artigiani si chiedono dunque quale sia il motivo della ‘punizione’ a cui vengono sottoposti. Ricordando come i prezzi dell’energia siano gravati in Italia da tasse e oneri che rappresentano il 39,7% del costo finale. 

“In Italia famiglie e imprese pagano complessivamente 15 miliardi di euro in più degli abitanti della restante Eurozona”, osserva Gert Lanz. Aggiungendo che tra le aziende il peso sembra gravare molto di più su quelle di piccole dimensioni. 

"Quello che è deprimente è che la situazione non migliorerà nel breve e medio termine e questi costi aggiuntivi hanno un impatto negativo sulla competitività delle imprese", sottolinea il presidente di LVH-APA. Considerando anche assurdo il fatto che solo i ‘più piccoli’ siano vittime di un meccanismo all’insegna del motto “chi consuma meno paga di più”. 

Il presidente dell’associazione di rappresentanza degli artigiani altoatesini conclude la sua presa di posizione dicendo che insieme alla leadership nazionale di Confartigianato continuerà a premere affinché vengano praticati prezzi più ragionevoli per l’energia elettrica. Mentre il tema sarà anche al centro di un convegno che avrà luogo nel prossimo mese di novembre a Bolzano.