Environment | Trasporto pubblico

Studio e-bus e h2-bus: costi erronei?

Il recente studio di Eurac di confronto fra e- e h2-bus ha scatenato una ridda di polemiche politiche e non, ma ci sono anche aspetti che fanno sorgere non poche domande.
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Gli autobus a idrogeno di Sasa del progetto EU Chic dismessi presso il deposito bus di Sasa in via Buozzi - 18.11.2022
Foto: Michele De Luca

Lo studio di Eurac su “Monitored data and social perceptions analysis of battery electric and hydrogen fuelled buses in urban and suburban areas“ (periodo gennaio 2021 - aprile 2022), disponibile online qui, e reso noto tramite un comunicato in inglese di Eurac, è stato preso in mano dai Verdi per contestare le scelte pro-idrogeno della Provincia.   

Sui costi del carburante nella ricerca si legge (tabella 2 a pag. 6):

“We are not informed about any contract agreement between the PTC and energy vector providers. For consistency purposes, the following costs were adopted: (i) 13.80 € per kg H2 in IIT’s station for public refuelling; (ii) 0.40 € per kWh for recharges in public streets.”

Il “Head of Institute” dell’Istituto per le energie rinnovabili ha confermato in un’intervista al Mittagsmagazin di Rai Südtirol del 29 agosto che i prezzi presi per il calcolo del costo dell’energia elettrica per gli e-bus e per l’idrogeno fanno riferimento ai prezzi per privati alle stazioni di rifornimento. Per l’idrogeno si è preso quello alla stazione di rifornimento di Bolzano Sud a 13,80 €/kg e a 0,40 €/kWh come prezzo medio del periodo alle colonnine di ricarica elettrica ma per questo non si capisce se si tratta di un costo in abbonamento oppure "spot" (i costi della società di e-mobility locale oggi sono più cari sia in abbonamento che in pagamento diretto).

Questo modo di calcolo dei costi appare foriero di dubbi. Si è trattato di un periodo che per l’energia elettrica fu particolarmente altalenante (i dati in questo articolo lo evidenziano) mentre per l’idrogeno il prezzo rimase stabile, ma lo fu per il semplice motivo che non fu aumentato per evitare uno "choc" ai pochi che guidavano auto H2, come ci fu detto durante la vista in occasione di un incontro di formazione per giornalisti a novembre ’22 perché altrimenti sarebbe stato facilmente il doppio.

Attenzione, però, perché anche il prezzo "politico" dell'idrogeno è in contrasto con i dati che erano stati resi noti a seguito di alcune risposte in Consiglio Provinciale proprio sulla tipologia di idrogeno utilizzato nel 2021. Mi auto-cito da un intervento che avevo pubblicato a giugno 2022:

  • nel 2021 si legge che solo il 37% era idrogeno “verde” (comunque prodotto sulla base di certificati verdi) e il 63% blu, ossia prodotto da una primaria azienda del Norditalia e quindi dal reforming del metano la cui CO2 viene “catturata” tramite il processo CCS.
  • In poche parole, se si compra idrogeno “blu”, meno costoso (8,34 euro kg contro i 13,7 della centrale IIT), si farebbe prima ad avere bus CNG e rifornirli direttamente con metano/biometano e il grado di efficienza sarebbe maggiore, per tacere dei costi assai minori.

I dati quindi erano noti, pubblici. Oltretutto, al termine della ricerca si ringrazia la Sasa nelle persone della ex d.g. e del CTO (Chief Technology Officer), quindi come mai non si sono chiesti nel dettaglio proprio a Sasa i costi dei carburanti di cui certamente disponeva e dispone?

Avrebbe dovuto ben essere noto a chi ha steso la ricerca che le forniture d’idrogeno erano commissionate ad un’azienda esterna proprio dalla stessa Sasa e che molto probabilmente stanno continuando ancora oggi. Basta andare nella sezione assegnazioni del sito web di Bandi Alto Adige, giacché la centrale H2 di Bolzano pare non produca da tempo idrogeno in attesa di futuri rilevanti lavori di manutenzione e ampliamento.

Un questionario agli autisti di Sasa dall’esito scontato?

Un altro aspetto, marginale se vogliamo ma a mio avviso di metodo, arriva dal questionario sottoposto agli autisti di Sasa sulla “driver satisfaction”, in particolare la 5: “What are the main differences between driving a hydrogen/electric bus and a methane/diesel bus?”

Sarà una questione di percezione, si può domandare una valutazione fra bus elettrici (batteria e H2) a confronto i bus a gasolio e ibridi-gasolio ma ci può stare perché la flotta nel 2018/19 come noto, è stata totalmente rinnovata con bus diesel-ibridi ma come può essere fatta per i bus a metano? Si mettono, infatti, a confronto esperienze di guida con mezzi CNG che, nella migliore ipotesi furono immatricolati nel 2005, massimo 2008, a dir poco inconfrontabili con i mezzi ben più moderni immatricolati dieci anni dopo.

È una ricerca davvero “indipendente”?

Sarà una questione, forse, di mera opportunità e con questa è la seconda volta che la segnalo. Infatti, il “Head of Instutute” di Eurac, risulta nel “CRediT authorship contribution statement” della ricerca quale incaricato della “Conceptualization, Supervision, Writing – original draft, Writing – review & editing“ mentre nella "Declaration of competing interest" si legge al punto e) "We have no conflict of interest" ma è cosa ben nota, e non certo da ieri, che egli è pure “Membro del Consiglio di Sorveglianza” di Alperia la quale non mi risulta che produca patatine fritte o strudel ma produce e vende elettricità. Poi si legge su questa pagina “(…) l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche (IIT), tra cui Alperia è tra i maggiori soci, gestisce il Centro Idrogeno di Bolzano” (…)". Come la mettiamo?