Society | Bolzano

Il Nadamas passa di mano, ma non cambia

Sebastian Pichler raccoglie il testimone dello storico locale di piazza Erbe fondato da Verena Trenner e Marco Brecelj. Con una rassicurazione: tutto resterà come prima.
Bracelj, Pichler, Trenner, Nadamas
Foto: Seehauserfoto
  • “Rassicuriamo il popolo: niente paura, non perderanno il luogo — appunto — popolare che conoscono. I cambiamenti non si vedranno, sarà solo un’ottimizzazione. Lasciamo il Nadamas in ottime mani”. I titolari Verena Trenner e Marco Brecelj sono seduti al centro del loro bar-ristorante di Piazza Erbe, locale alternativo per eccellenza del centro storico di Bolzano. Le pareti dipinte di colori caldi, le volte a botte, l’enorme bancone in legno, il via vai di camerieri e clienti affezionati: bolzanini, sudtirolesi, turisti. “Ciao, hoi”, così accoglie Trenner chi entra qui da quasi 26 anni (il Nadamas aprì nell’ottobre 1998) come quanti lo frequentano da molto meno tempo. Perché basta poco per sentirsi di casa al “Nada” .

  • Sebastian Pichler, da dipendente a nuovo titolare del Nadamas: “Un luogo in cui ognuno può entrare e trovare il proprio posto”. Foto: Seehauserfoto
  • “Lo spirito del locale resterà immutato: un luogo in cui ognuno può entrare, trovare il proprio posto. Ciò che piace a loro, piace anche a me” conferma il 27enne bolzanino Sebastian Pichler, alle spalle studi di management sportivo a Innsbruck e un periodo di lavoro in un’agenzia viaggi a Monaco — fino al momento in cui, un paio d’anni fa, ha iniziato a servire ai tavoli al Nadamas. E ora sarà lui, assieme a due soci, a guidare il locale verso una nuova era. “Frequento il Nadamas da sempre. Quando sei giovane pensi ‘sarebbe bello aprire un locale come questo’, ci scherzi con gli amici. Due anni fa volevo viaggiare, e poi dove sono finito?”, dice con un sorriso. Brecelj annuisce: “Non serve viaggiare, qui incontri tutto il mondo e si respira un’atmosfera multietnica, di grande apertura mentale. Ci assumiamo la responsabilità di aver creato la movida a Bolzano”.

  • Verena Trenner, anima e fondatrice del Nadamas: “È il meglio che poteva accadere a noi e alla città di Bolzano”. Foto: Seehauserfoto
  • “È concepito da sempre come un luogo di gioia e d’incontro, dove le persone si possano incontrare veramente”, aggiunge Verena Trenner con orgoglio. I primi anni erano gli unici nella piazza a tenere aperti fino a tardi, “il Margi chiudeva alle 8, l’Anita alle 9, alla chiusura pulivamo noi fino alla fontana del Nettuno”. “Abbiamo iniziato a ragionare sul passaggio nel novembre 2023 — prosegue Trenner — dopodiché, parlandone, il discorso è cresciuto e maturato. Sebastian e i suoi soci l’hanno preso perché è il Nadamas, altrimenti sceglievano qualcos’altro. È il meglio che poteva accadere a noi, a lui, alla città di Bolzano”.

     

    Ci assumiamo la responsabilità di aver creato la movida a Bolzano

  • Marco Brecelj al tavolo del “suo” Nadamas: “Qui si respira un’atmosfera multietnica, di grande apertura mentale”. Foto: Seehauserfoto
  • Bolzano senza il Nadamas sarebbe uno shock, quando ho pensato che poteva prenderlo in mano qualcun’altro ho preso paura”, spiega la sua scelta Pichler, che intende “portare avanti lo spirito sociale così sentito da Verena e Marco. Non sono solo: lavoreranno con me due amici, Simon e Magdalena. Insieme stiamo già facendo un lavoro straordinario, è la base ideale per proseguire”. Nuove idee? Sebastian Pichler ci pensa un attimo, poi senza esitare risponde: “Mi piacerebbe riportare un concerto tra queste mura”. Trenner e Brecelj sorridono: “Ne abbiamo già fatti, eccome, ma sarebbe bello ricominciare, riaprire un dialogo con il Comune sugli eventi musicali, con una progettazione mensile”.

  • Due generazioni a confronto: Sebastian Pichler e Verena Trenner si raccontano a Valentino Liberto di SALTO. Foto: Seehauserfoto
  • Piazza Erbe è davvero cambiata in peggio? “Al Nadamas manteniamo la bellezza, ma siamo un po’ preoccupati per alcune aggressioni violente. Noi facciamo del nostro meglio per migliorare la situazione, speriamo facciano tutti la loro parte”, rispondono all’unisono vecchia e nuova proprietà. “In compenso abbiamo un bel turismo, ‘misto’. I turisti tornano, tutti ci fanno i complimenti per il servizio”, sottolineano Trenner e Brecelj, “abbiamo avuto 1500 figli dipendenti, insegnato loro il mestiere. Siamo contenti di passare i collaboratori in buone mani, altrimenti la decisione sarebbe stata molto difficile”. Pichler è d'accordo: “Senza una squadra competente non avrei mai fatto questo salto imprenditoriale”. 

    Sebastian ha avuto molto coraggio, saremo pronti ad aiutarlo. La nostra creatura resta in buone mani”. Verena Trenner continuerà a lavorare nel locale, ma da dipendente. I ruoli s’invertono, l’esperienza si tramanda, la storia del Nadamas prosegue nel segno della continuità. Continuando a fare storia a sé.