Politics | Austria

Il voto austriaco: stabilità e tendenze contraddittorie

Lo scarso interesse degli italiani, la voglia di stabilità, la contrapposizione tra le tendenze liberali e quelle ultraconservatrici. Benedikt Sauer analizza il voto dei nostri vicini.

In Italia le elezioni per il rinnovo del Parlamento austriaco sono state seguite poco. Neppure i quotidiani in lingua italiana dell’Alto Adige hanno dedicato uno spazio significativo all’evento. Benedikt Sauer, corrispondente dal Tirolo e dall’Austria per il Rai Sender Bozen, spiega così questa circostanza: “Effettivamente, anche pensando al flusso di turisti italiani che comunque, nonostante il recente calo, continuano a raggiungere la repubblica alpina, ci si sarebbe potuto aspettare una maggiore considerazione da parte dei mezzi d’informazione italiani. Probabile che influisca la situazione particolarmente convulsa delle faccende nazionali, ma è certo che questa mancanza di comprensione per quello che accade oltre confine sia anche frutto di una tendenza più generale ad ignorare notizie provenienti dall’estero, a meno che non riguardino paesi più grandi”.

Su quanto emerso dal voto austriaco, Sauer mette in luce due tendenze contraddittorie: “Da un lato bisogna notare sicuramente la vittoria dei Freiheitlichen, cioè della destra antieuropea, populista e nazionalista, che prosegue nell’impostazione data a suo tempo da Haider. Non trascurabile però anche l’avanzata delle forze liberali e neoliberali, dei Verdi e di questo nuovo raggruppamento, i NEOS, che in un certo senso sono stati un po’ la sorpresa di queste elezioni. Rilevante, nella loro ascesa, il ruolo svolto da Hans Peter Haselsteiner, presidente della società Strabag, attiva nel settore delle costruzioni, che ha fornito cospicui finanziamenti”. Per quanto riguarda la tenuta delle coalizione di governo "rosso-nera", Sauer ritiene che le perdite contenute indichino una innegabile volontà di stabilità.

Sul successo dei Freiheitlichen, infine, Sauer propone una lettura che tenga conto di un fenomeno sociale finora non messo sufficientemente a fuoco dai maggiori partiti: “Si tratta dei cosiddetti working poor, vale a dire persone che, pur avendo un lavoro, non riescono quasi più ad arrivare a fine mese. È particolarmente da questo strato della popolazione che la destra attinge nuovi consensi, anche perché Heinz-Christian Strache, il segretario nazionale del FPÖ, dispone di una retorica efficace e riesce a mobilitare chi, per cause contingenti, si trova a temere la concorrenza degli stranieri sul mercato del lavoro”.

Sauer rileva infine anche note liete per i Verdi, i quali - pur non crescendo di molto – contrastano il trend negativo registrato nelle recenti elezioni tedesche, danno espressione a una sfumatura più femminile nella percezione dei temi politici e in un certo senso contribuiscono ad allargare il consenso di quell’area latamente liberale che può contrapporsi alla crescita dell’ultradestra.