Un rifugio nel deserto
È nato a febbraio 2017 sull’idea di Giovanni Zardini, fondatore dello storico circolo Pink che da 37 anni dà voce ai bisogni inascoltati delle persone trans e omosessuali nella difficile città e ostile città di Verona. Il gruppo Pink Refugees cerca di rispondere alle necessità dei migranti di diverso orientamento sessuale o identità di genere, fuggiti dai loro Paesi a causa delle persecuzioni, dando loro supporto nel trovare spazio, riconoscimento e la possibilità di far sentire la propria voce.
Sono centinaia le persone rifugiate LGBTQIA+ accolte e supportate dalla rete, con uno sguardo rivolto anche all’esterno dei confini nazionali. Sono sempre di più le richieste di aiuto che arrivano da parte di persone LGBTQIA+ provenienti da paesi come Afghanistan, Iran, Iraq, Pakistan, Turchia, Egitto, Somalia, Etiopia, Marocco. La maggior parte di loro chiede un aiuto per scappare, in quanto vittime quotidiane di persecuzioni, minacce, violenze e in cui rischiano quotidianamente di venire uccise.
Da quando abbiamo conosciuto questo progetto non abbiamo smesso di sostenerlo economicamente perché possa continuare la sua preziosissima attività
"Ma la nostra prima esperienza internazionale è stata l'incontro, nell'autunno 2020, con la Royal House of Allure di Lagos, Nigeria. Si tratta di una casa rifugio che segretamente offre protezione a giovani gay, lesbiche e trans in condizioni di estreme vulnerabilità e marginalità sociale, facente parte di una comunità underground nigeriana di cui molti degli stessi Pink Refugees ignoravano l'esistenza -. spiega Zardini -. Da quando abbiamo conosciuto questo progetto non abbiamo smesso di sostenerlo economicamente perché possa continuare la sua preziosissima attività".
Questa sera, alle 20.30 il gruppo Pink Refugees sarà ospite allo Spazio autogestito 77 di Via Dalmazia in cui si alterneranno anche diverse testimonianze di persone accolte dal progetto.
Il ricavato verrà devoluto alla Royal House of Allure di Lagos.