Il giovane papa
Nel suo sermone domenicale in coda alla trasmissione Che tempo che fa Luciana Littizzetto domenica scorsa, in un’ironica invettiva scagliata contro uomini che non si assumono le proprie responsabilità, recitava: “Immaginate se il Papa non si presentasse per la preghiera dell’Angelus perché impegnato con una lezione di pilates”.
Il pontefice messo in scena da Sorrentino, Oscar come miglior film straniero per La Grande Bellezza, si allena su macchine da palestra e fa di tutto per evitare appuntamenti e incontri ufficiali quali l’Angelus. Pio XIII, interpretato da Jude Law, è un giovane nordamericano abbandonato dai genitori Hippie quando era bambino. Troverà rifugio presso un orfanotrofio cattolico dove suor Mary, Diane Keaton, se ne prenderà cura. La ricerca dei genitori, l’abbandono, rabbia e delusione costituiscono il substrato emotivo che genera le scelte di un pontefice eletto da un conclave composto da scaltri cardinali che votano un papa inesperto, facile da manipolare.
Giovinezza non coincide necessariamente con innovazione, il papa, bello come Gesù cristo (cit.), si oppone alla secolarizzazione dell’istituzione chiesa portata avanti dallo stesso manipolo di cardinali che lo ha votato. Anziani e navigati i porporati aspirano a rimanere al potere salvando la chiesa da crollo delle vocazioni sacerdotali e calo dei consensi. Strategicamente essi puntando su aperture nei confronti di temi etici quali omosessualità e aborto.
Sorrentino mostra in modo esplicito quello che molti, clericali e non, sanno o presumono avvenga dietro la facciata della chiesa cattolica, ovvero preti e suore che non si attengono al voto di castità, rapporti etero e omosessuali consumati nei palazzi vaticani, intrighi e abusi di potere. Il papa vuole sì combattere uno scandalo legato a un cardinale statunitense accusato di pedofilia, il riferimento va ai fatti di Boston, ma afferma anche che omosessualità e pedofilia vanno di pari passo, che l’aborto è un abominio.
Pio XIII si ammanta nel mistero, non concede interviste, non si fa vedere. Dalla finestra del palazzo apostolico con tono severo ammonisce i fedeli a ritrovare la fede ricordando loro che Dio è fatica e sacrificio. "Cosa ci siamo dimenticati? […] Ci siamo dimenticati di Dio! Voi! Voi vi siete dimenticati di Dio!"- li ammonisce severo. La negazione della sua immagine pubblica fa parte di una strategia volta a creare un’aura di mistero attorno al proprio personaggio. Pio XIII recita:
"Lo Scrittore più importante degli ultimi 20 anni? Salinger; Il più importante regista? Kubrick; L'artista contemporaneo? Banksy; Il gruppo di musica elettronica? I Daft Punk; La più grande cantante italiana? Mina” - "Il filo invisibile che lega questi personaggi? Nessuno di loro si lascia fotografare".
A inizio serie il personaggio del papa colpisce per fascino e cattiveria, successivamente risulterà inquietante, spregiudicato e crudele. Sorrentino ha creato una figura machiavellica che lo spettatore fa fatica a inquadrare, le sue scelte sono dettate da una strategia tattica o da solide convinzioni etiche? Ma il papa è anche Lenny Belardo, l’uomo eletto vicario di cristo, pieno di dubbi e tormentato dall’abbandono subìto. Di sera sul tetto della basilica di San Pietro fuma svogliato una sigaretta dopo l’altra (qui il regista strizza l’occhio a Jep Gambardella) ponendo al proprio confessore domande sull’esistenza di Dio.
Con La Grande Bellezza Sorrentino ci ha abituati a sontuose inquadrature e riprese di Roma, in The Young Pope sofferma la cinepresa sugli opulenti fasti del Vaticano. Allo stesso tempo il regista napoletano, basti ricordare le musiche di Le conseguenze dell’amore o il personaggio, affascinante perché inquietante, de L’Amico di famiglia, provoca lo spettatore con scene crude, figure imperscrutabili e ammantate dal fascino del male. Nella sigla introduttiva un meteorite attraversa i quadri appesi in una pinacoteca, al passare del pontefice la roccia si schianta su un vecchio papa accasciato a terra, il riferimento va all’opera La nona ora dell’artista Maurizio Cattelan in cui una riproduzione di Giovanni Paolo II è stesa a terra abbattuta da un meteorite.
I media italiani si sono espressi poco a proposito di The Young Pope, chissà se perché impegnati da temi di attualità politica o perché Sorrentino ha toccato l’istituzione ecclesiastica.