Economy | L'iniziativa

Il lunedì nero

Cosa succederebbe se le luci dei negozi altoatesini si spegnessero per sempre? Il video-simbolo dell’Unione. Moser: “Acquistiamo locale specie in questo periodo”.
Amazon
Foto: Unsplash

Dopo la “clausura” oggi, 30 novembre, primo giorno di allentamento delle misure in Alto Adige, hanno riaperto i negozi in vista di un mese cruciale per il commercio. Il quadro, inevitabilmente, non è rassicurante: in provincia di Bolzano sono andati in fumo infatti circa 12 milioni di euro di fatturato al giorno. Negli ultimi mesi, inoltre, nei principali centri urbani del territorio si è perso tra il 60 e l’80 percento di frequenze rispetto all’anno scorso, spiega Philipp Moser, presidente dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige.

A fronte di una crescita degli affari online - come hanno dimostrato i numeri relativi a Black Friday e Cyber Monday - si registra un generale calo delle frequenze dei clienti nei negozi. Nella sola Baviera, in questi due giorni, il commercio online ha guadagnato circa 500 milioni di euro, mentre il commercio al dettaglio stazionario ha segnato un calo delle frequenze di oltre il 30 percento.
Allargando la fascia temporale è significativo notare come a Bolzano, nei primi nove mesi del 2020, si sia registrato un incremento del 101% dei pacchi e-commerce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, come riporta Poste italiane.

 

Un’azione simbolica

 

L’Unione indice per oggi il “Black Monday” in Alto Adige per attirare l’attenzione sull’importanza del commercio nei paesi e nelle città, mostrando cosa succederebbe se le luci dei negozi locali si spegnessero per sempre.
Sul tema è stato realizzato un video per “sensibilizzare e spiegare con chiarezza, così da invitare alla riflessione e a compiere i propri acquisti a livello locale, specialmente in questo periodo”, dice Moser.

Occorre battere cassa con le multinazionali del commercio online, insiste il presidente dell’Unione. “Ancora oggi, grazie ad aggiustamenti tributari e al trasferimento in paradisi fiscali, i grandi agglomerati del commercio online non pagano le tasse nel nostro Paese. Ciò va cambiato con l’introduzione di una web tax. Attualmente le aziende del commercio stazionario hanno già un enorme svantaggio concorrenziale rispetto ai giganti online”.

La Francia si è già attivata chiamando gli USA a versare il dovuto, ricorda Moser. “Nonostante le minacce del presidente USA Donald Trump, ancora in carica, il fisco francese ha rotto gli indugi con la nuova digital tax, inviando richieste di versamenti fiscali ai giganti online americani Amazon, Apple, Facebook e Google”.

Nel frattempo 41 associazioni e sindacati - tra i quali Oxfam, Greenpeace, Ituc o Global Labor Justice - hanno promosso la campagna internazionale “Make Amazon Pay” (“Fare pagare Amazon”) con lo scopo di spingere il colosso del commercio online a offrire migliori condizioni di lavoro per i dipendenti e anche a ridurre il proprio impatto ambientale.