Economy | Culture | Il nuovo DeepSeek

Le IA e l'effetto Dreadnought

DeepSeek segna un cambio di paradigma nell’IA: come la HMS Dreadnought nel 1906, ridefinisce il settore, rendendo obsolete le strategie basate solo sulla potenza hardware.
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DreadAi
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  • Cosa c’entra il nome di una vecchia corazzata dei primi del XX secolo con le moderne tecnologie di intelligenza artificiale? Più di quanto si possa pensare. 

    All’inizio del Novecento, una feroce corsa agli armamenti navali segnò l’epoca, contribuendo indirettamente allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e, con le sue conseguenze, alla Seconda. La potenza marittima era la principale forma di deterrenza tra le grandi potenze: il Regno Unito dominava i mari e, di conseguenza, le rotte commerciali e l’accesso alle risorse globali, mantenendo così una posizione economica che rivaleggiava con quella degli Stati Uniti in rapida ascesa. La Germania, pur dotata di un'industria pesante d’avanguardia, soffriva invece la mancanza di un impero coloniale paragonabile a quello britannico e cercava di colmare il divario costruendo una flotta da guerra sempre più imponente.

    Negli anni precedenti il 1906, flotte intere vennero costruite con ingenti investimenti: ogni nuova corazzata varata dalla Germania veniva seguita da almeno due unità britanniche, mentre anche altre potenze, come il Giappone e gli Stati Uniti, ampliavano le proprie capacità navali. L’idea predominante era che l’accumulo di forza militare avrebbe garantito la pace attraverso la deterrenza. Tuttavia, quella strategia non riuscì a prevenire il conflitto. 

    Poi, nel 1906, accadde qualcosa di rivoluzionario: la Royal Navy britannica mise in mare la HMS Dreadnought, una nave che superava in un colpo solo tutte le corazzate esistenti. Il progetto, ispirato anche alle teorie dell’ingegnere navale italiano Vittorio Cuniberti, eliminava i calibri intermedi, concentrando tutto l’armamento su pezzi di grosso calibro con gittata superiore. Inoltre, l’adozione delle turbine a vapore al posto dei tradizionali motori a pistoni consentì una maggiore velocità e una migliore protezione. Con una sola innovazione, l’intero parco navi esistente divenne obsoleto: tutte le flotte, compresa quella britannica costruita fino all'anno prima, dovettero essere ripensate. 

    Questa dinamica, in cui un salto tecnologico improvviso ridisegna le regole del gioco e rende inutili gli investimenti precedenti, è ciò che definiremo “effetto Dreadnought”. 

    Come si manifesta, in concreto, in questo mondo fatto di tecnologia? 

    Oggi, la competizione e la deterrenza geopolitica si giocano principalmente sul terreno della tecnologia. Non si tratta solo di capacità industriali o economiche, ma anche della capacità di innovare più rapidamente dei concorrenti. 

    Le intelligenze artificiali sono al centro di questa corsa. La recente presentazione di DeepSeek, un avanzato modello AI sviluppato in Cina, sembra rappresentare un momento Dreadnought per il settore. Questo sistema, frutto del lavoro di un ristretto gruppo di esperti piuttosto che di un intero ecosistema nazionale, ha introdotto miglioramenti significativi sia in termini di efficienza computazionale che di requisiti hardware. Il suo vantaggio non risiede solo nella potenza di calcolo, ma anche nella capacità di apprendimento ottimizzata e nella riduzione dell’impatto sui server. 

    L'analogia con il settore navale diventa evidente se si considera che molte aziende tecnologiche hanno puntato su un modello di sviluppo basato sull’aumento continuo della potenza hardware per alimentare sistemi di AI sempre più complessi. Se i nuovi modelli possono ottenere risultati migliori con meno risorse, questo paradigma diventa improvvisamente inefficace. Le strategie dovranno quindi essere riviste rapidamente, proprio come accadde agli stati maggiori delle marine mondiali dopo il 1906. 

    Il primato del software sull’hardware 

    C'è un secondo parallelo storico che merita attenzione: la supremazia del software sull’hardware. Da decenni, il settore IT ha dimostrato che un codice pulito, ben scritto ed efficiente è il vero fattore determinante per il successo tecnologico. La storia dell’informatica è ricca di esempi in cui software ottimizzati hanno reso obsoleti interi segmenti hardware, confermando che la capacità di innovare a livello logico è più cruciale della sola potenza bruta. 

    Se DeepSeek segna davvero un cambio di paradigma, la prossima rivoluzione potrebbe nascere ovunque—anche in Europa. La storia ci insegna che le innovazioni che riscrivono le regole non sono necessariamente il frutto di grandi potenze o di enormi investimenti, ma spesso nascono dall’intuizione di pochi, capaci di immaginare un futuro diverso. Non dobbiamo smettere di immaginare. Non dobbiamo smettere di provarci. Perché il progresso non appartiene a nessuno, ma a tutti coloro che scelgono di costruirlo.