Politics | Riforme istituzionali: più democrazia diretta nella Costituzione

Un'altra sfida per la democrazia italiana

Dopo l'approvazione della nuova legge elettorale ITALICUM alla Camera, il governo Renzi oggi si accinge ad un prossimo grande passo di riforma del sistema politico italiano: la trasformazione del Senato in un'"Assemblea delle autonomie", non elettiva, con composizione e funzioni del tutto diverse. Benché anche riguardo ai tagli dei costi della politica resti ancora tanto da fare, ci sarebbe una terza riforma di grande importanza: quorum zero nei referendum e strumenti referendari nuovi ed efficaci. Possiamo sperare?
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Il disegno di legge costituzionale presentato dal Governo per le modifiche costituzionali dovrebbe ritoccare tutta una serie di articoli, invece non ne fa il minimo accenno. Si prevede di sopprimere le province, il CNEL, di trasformare il Senato, si abolisce la categoria delle "competenze concorrenti" (con quelle delle Regioni), tutte misure doverose. Non si toccano invece gli articoli 71, 73 e 74 della Costituzione, che in teoria potrebbero prevedere nuovi diritti referendari, e resta immutato l'articolo 75 sul referendum abrogativo: che delusione. Quindi non si tocca il quorum di partecipazione, meccanismo nefasto per l'esercizio del referendum e ragione per cui, nel periodo 1997-2011, sono falliti 17 quesiti referendari. Non si riduce l'elenco di materie che escludono il ricorso all'esercizio del referendum, perciò i cittadini italiani continueranno a non poter decidere di tasse e tributi, non si introduce l'iniziativa popolare autentica, cioè quella seguita da votazione popolare. Ciò lascia immutata una situazione in cui il 90% delle proposte di legge di iniziativa popolare, firmate da almeno 50.000 persone, finiscono in un cassetto del Parlamento senza il minimo effetto. Non si pensa neanche all'introduzione del referendum confermativo anche per le leggi ordinarie, il diritto di veto più utilizzato dai cittadini nei sistemi di democrazia diretta più avanzati nel mondo.

Quindi lo strumentario di democrazia partecipativa a livello nazionale continua ad essere molto carente. Ne rimarranno delusi anche i 52.000 firmatari (di cui 7.000 in provincia di Bolzano) di una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare intitolata "Quorum zero e più democrazia", presentata al Parlamento nel luglio 2012. La proposta puntava ad introdurre tutti gli strumenti fondamentali della democrazia diretta a livello nazionale. Dato lo scarso interesse dei partiti di governo di ampliare i diritti referendari, il Movimento 5 Stelle nel 2013 ha ripreso la proposta popolare per l'agenda della Commissione Affari Costituzionali.

Le riforme proposte in questa sede spaziano dall'introduzione dell'iniziativa popolare e del referendum confermativo per le leggi ordinarie fino al diritto di richiamo degli eletti. Quali effetti avrebbe tale riforma sul sistema politico italiano? Quali ricadute per le Regioni, Province e Comuni? Quali sono le prospettive di realizzare almeno una parte di queste idee nell'attuale quadro politico nazionale? Di questi argomenti, all'interno del ciclo di dibattiti sul futuro della partecipazione dei cittadini in Alto Adige, discuteranno questo giovedì, 3 aprile 2014, ore 20, a Bolzano (Kolpinghaus) Paolo Michelotto, attivista pro-democrazia diretta, promotore di uno dei blog più importanti per i diritti di partecipazione diretta dei cittadini in Italia e autore di varie pubblicazioni in materia, e il Dr. Sergio Bonagura, consigliere comunale a Bolzano, membro del direttivo del PD altoatesino, coordinatore dell'ARCI di Bolzano. Informazioni presso la coop. sociale POLITiS (Tel. 0471 973124, [email protected]) e sul sito www.quorumzeropiudemocrazia.it.