Bolzano ci riprova
La prima seduta del consiglio comunale di Bolzano non ha riservato grandi sorprese ed è stata più che altro una passerella. Con ‘interpretazioni’ diverse dell'evento, come vedremo, da parte delle forze politiche.
La seduta è stata guidata dal ‘consigliere anziano’ Kurt Pancheri della Lega Nord. Che secondo il suo stile non ha risparmiato battute mentre ogni tanto si confondeva. Supportato dal segretario generale Antonio Travaglia intento ad istruire, soprattutto i neofiti, soprattutto sul sistema elettronico di voto in aula.
Pancheri si è affrettato a segnalare di non essere in realtà il più vecchio in consiglio, visti i 70 anni suonati del sindaco Renzo Caramaschi. Quest'ultimo ha sorriso e fatto buon viso, come si conviene, magari pensando una volta in più alla nuova gatta da pelare.
Il consiglio si è quindi occupato delle prime votazioni della legislatura, occupandosi uno per uno delle verifiche dei requisiti per l’eleggibilità di sindaco e consiglieri, e votando di conseguenza.
Una volta completata l’operazione Renzo Caramaschi ha quindi giurato, pronunciando la formula di rito. Dopo di che il sindaco finalmente insediato davanti al suo consiglio comunale ha chiamato in aula il commissario Michele Penta che prima di lasciare il comune ha pronunciato il discorso di bilancio in merito al lavoro compiuto in municipio nei poco più di 6 mesi in cui ha dovuto reggere le sorti dell’amministrazione cittadina.
Il bilancio vero e proprio, in verità, è stato inserito in un dettagliato dossier consegnato ad ogni consigliere comunale. Nel suo discorso Penta, anch’egli perfettamente in linea con il suo stile, ha fatto soprattutto un quadro formale e sintetico del lavoro svolto. Snocciolando numeri (su tutti le 1037 ‘decisioni prese’) ed elencando i temi principali che lo hanno tenuto occupato insieme ai subcommissari De Carlini e Berger (che ha calorosamente ringraziato per la collaborazione).
Penta ha ricordato che l’amministrazione provvisoria, prima affidata per più di un mese a De Carlini e poi a lui, è stata impegnata in un “intenso lavoro”, cercando soluzioni “a problemi alquanto complessi".
Penta non ha avuto esitazioni nell’indicare il PRU di via Alto Adige e il relativo referendum indetto come uno dei passaggi più delicati della sua attività amministrativa.
Il commissario uscente oltre ad indicare le principali decisioni prese ha anche citato una serie di “provvedimenti predisposti ma non adottati per lasciarli in dote alla nuova consigliatura”.
Per quanto riguarda il PRU di via Alto Adige Penta ha giustificato le sue decisioni dicendo che se non avesse agito “ci sarebbero stati dei problemi”. Ma ha anche precisato di non aver cambiato di una virgola le norme che regolavano la questione, firmando e poi ratificando l’accordo di programma per poi riaffidarlo “a politica e giustizia” per i successivi sviluppi.
Michele Penta ha concluso rivolgendo un ‘in bocca al lupo’ a sindaco e consiglio comunale e ringraziando di cuore i cittadini “che gli hanno dato veramente tanto in questi mesi” e le forze politiche che si sono confrontate con lui “in un confronto civilissimo”.
Ai ringraziamenti di Penta sono seguiti quelli del sindaco Caramaschi, che con la sua ormai consueta ironia ha detto di essersi reso conto in questa settimana che il peso dell’amministrazione è una “questione di metri cubi e non solo un peso”.
Il resto della serata è stata dedicato dai consiglieri ai selfie di rito tra i banchi del consiglio comunale, alle strette di mano e ai sorrisi. Nella consapevolezza che dalla prossima seduta, finalmente, si tornerà a fare sul serio. Magari rendendo un lontano ricordo il ‘civilissimo confronto’ citato dal commissario.
Della categoria dei selfie autocelebrativi naturalmente ha fatto parte anche la mini-marcia sul Comune realizzata dai tre consiglieri di Casapound con un drappello di militanti armati di bandiera. Dal monumento alla Vittoria attraverso i Portici. Rievocando la triste occupazione della città e la cacciata del sindaco Perathoner del 1922.
Nel 1922 il Monumento alla Vittoria non c’era ed i consiglieri di Casapound sono solo tre su 45. Ma certo in municipio molti per una volta hanno fatto caso ieri sera alla presenza della targa che ricorda i fatti del 1922, mentre il loro sguardo magari si spostava sulla cravatta indossata dal consigliere comunale Andrea Bonazza. Sulla quale troneggiava un teschio.
Casapound 2016
Bolzano 1922