Come Sesso e Sangue
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Love Lies Bleeding: una spruzzata di Verhoeven, Cronenberg e dei fratelli Coen (ma privata del caustico, caratteristico umorismo) e riempire il bicchiere con l’audacia narrativa e la fresca immaginazione visiva di Rose Glass. Agitare energicamente e servire caldo. Un altro paio di questi, grazie.
Cos’è
È il secondo lungometraggio della regista britannica Rose Glass che segue il folgorante horror del 2019, Saint Maud (recuperatelo se potete). Love Lies Bleeding è ambientato nel 1989 in una piccola località rurale del New Mexico. Al centro della storia c’è Lou (Kristen Stewart), manager di una palestra di proprietà del padre Lou Sr. (Ed Harris) – un poco di buono che ha legami con la criminalità.
Lou si innamora di una nuova cliente della palestra, Jackie (Katy O’Brian), una bodybuilder di passaggio in città con un passato oscuro in Oklahoma. Jackie ha un sogno: quello di diventare una culturista di professione, motivo per cui si sta preparando per i campionati mondiali di bodybuilding che si terranno a Las Vegas.
In vista della competizione Lou dà a Jackie degli steroidi per migliorare le sue prestazioni e, mentre fra le due brucia la passione, entrambe finiscono invischiate in un grosso pasticcio. Violenza, sangue, pallottole, cadaveri arrotolati nel tappeto, romanticismo e conoscenza carnale: c’è tutto il pacchetto per un thriller-erotico-noir che incolla gli occhi allo schermo.
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(c) A24
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Com’è
Iniziamo col dire che definire ancora legnosa la recitazione di Kristen Stewart – che si è lasciata da tempo alle spalle i vampiri emo di Twilight accumulando nel frattempo maturità performativa da vendere – significa voler restare impantanati nelle proprie sacche di pregiudizio. In Love Lies Bleeding l’attrice è in parte come non lo è mai stata. Poi c’è Ed Harris che è una garanzia e qui, nel ruolo del villain viscido e raccapricciante, un concentrato di pura malvagità, non sbaglia niente. Menzione d’onore anche per Katy O’Brian, Jena Malone nei panni della sorella di Lou e Dave Franco, l’odioso cognato che si diverte a picchiare la moglie.
L’approccio del film, una vorticosa storia d’amore condannata, costruita su scene di sesso esplicite ma mai gratuite (la chimica tra Stewart e O’Brian è dinamite), è quello del pulp b-movie, con molti eccessi, acconciature memorabili e intermezzi allucinatori amplificati dalla fotografia saturata di Ben Fordesman. Un cinegasmo.
Love Lies Bleeding non è un film timido né moderato, è un’esperienza selvaggia, potente, sporca e imprevedibile, che fa scelte di tono forti fondendo reale e surreale e raggiungendo vette grottesche e “camp” nel finale che faranno storcere il naso a qualcuno. Rose Glass, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Weronika Tofilska, ha un’idea molto chiara del cinema che vuole fare e la sua è una visione senza compromessi, ma con un controllo totale. Scusate se è poco.
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