Benussi: dobbiamo smettere di vivere di rendita

Ivan Benussi, Scelta Civica non ha avuto il successo sperato. Secondo lei la partita legata ad un progetto autonomista che vada al di là della destra e della sinistra sarà riproponibile alle elezioni comunali nel 2015?
Benussi - Scelta Civica è un progetto territoriale che vuole andare al di là delle ideologie, rispondendo ad una specifica esigenza manifestata dai cittadini. I tempi che abbiamo avuto sono stati molto ridotti ed è mancata una testa di lista che potesse rappresentare in maniera efficace questa novità. Il mio coinvolgimento aveva lo scopo di manifestare il sostegno ad un'idea, che tra l'altro io avevo segnalato già da tempo.
In questi mesi ho sempre detto che le provinciali, di fatto, sarebbero state un "incidente di percorso". Per poter sperimentare in modo fattivo un progetto di aggregazione di cittadini di lingua italiana, occorre infatti partire dalla città di Bolzano. Nel capoluogo si ha naturalmente un peso politico più forte ed è più facile costruire. Si può anche riuscire ad avere di nuovo un candidato sindaco in grado di spuntarla. Ma occorre rinboccarsi le maniche e cominciare a lavorare fin da subito.
Cosa ne pensa del crollo del centro destra? Che fine ha fatto la destra che riuscì a prevalere 11 anni fa nel referendum sulla piazza e che nel 2005 la elesse sindaco di Bolzano?
Il centro destra si è sciolto come neve al sole ed il disastro è iniziato quando è stato creato il Pdl. Le diatribe per la reggenza del nuovo soggetto politico hanno generato problemi e successivamente la guerra fratricida ha distrutto completamente tutto. Successivamente quasi ogni anno ho lanciato appelli alla pacificazione, ma non c'è stato nulla da fare.
Il suo percorso e quello di Giovanni Salghetti recentemente hanno avuto modo di incontrarsi grazie all'esperienza di Scelta Civica. All'origine vi sono due traiettorie eminentemente personali oppure il rimescolamento del panorama politico?
Posso parlare per me. Per fortuna mia non sono mai stato un uomo di partito. Sono arrivato digiuno e sono entrato in un ambiente per me nuovo. Ho ragionato sempre da cittadino, partendo da una visione cattolica che mi permetteva spaziare al di là dei limiti della casacca indossata. Diedi il mio contributo per offrire al centrodestra quel qualcosa in più proveniente dalla società civile senza il quale sarebbe stato impossibile arrivare all'elezione del sindaco. Al ballottaggio venni eletto anche con voti che provenivano dal centro sinistra, in particolare dalla Margherita, e poi da tedeschi e ladini.
Purtroppo successivamente venni castrato da Forza Italia: mi obbligarono ad andare con il simbolo di Berlusconi e lì ovviamente finì tutto.
Scelta Civica è un partito nuovo che ha meno remore e meno storia, quindi è lì è stato ed è più facile far partire un dialogo serio e concreto. Con Stenico arriviamo da storie diverse, ma entrambi non siamo "figli di partito". Sappiamo quali sono i bisogni reali, quelli del lavoro e delle famiglie. È inutile parlare di toponomastica quando la gente perde il lavoro.
Cosa ne pensa dell'astensionismo soprattutto a Bolzano? E' una forma di protesta emotiva o una scelta ragionata da parte di chi dice "tanto è la stessa cosa se io voto o meno"?
È un astensionismo recuperabile. Già nel 2005 riuscii personalmente a far tornare a votare un sacco di persone. La gente sentiva che quando parlavo non era il solito politichese. Parlavo dei problemi reali della città e di tutti i cittadini, al di là della destra e della sinistra e al di là degli italiani e dei tedeschi. È ancora l'unica via che io vedo per poter risolvere i problemi dell'Alto Adige.
L'astensionismo in ogni caso è anche figlio dell'attuale legge elettorale nazionale. Dobbiamo subito occuparci dei difetti dell'autonomia, di quello che ha portato la Svp a fare una politica di tipo etnico invece che territoriale. Su questo bisogna discutere. Sul modo di gestire il territorio. Abbiamo consumato troppe risorse ed ora siamo in crisi perché siamo abituati a vivere di rendita.