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Open Source? Un antidoto all’incertezza

La conferenza su Free Software e sviluppo di tecnologie Open Source più grande d’Italia e tra le più rilevanti in Europa, ha appena concluso la sua 24esima edizione al NOI Techpark di Bolzano.
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Sergio Vemic
Foto: NOI Techpark
  • L’Open Source come antidoto all’incertezza. In una fase storica segnata da imprevedibilità e cambiamenti repentini, secondo Sergio Srdjan Vemic, CVO (Chief Visionary Officer) di Telmekom, affidarsi a modelli Open Source può essere la chiave per restare competitivi e accelerare lo sviluppo del proprio business. 
     

    "L’Open Source accelera i processi e fa restare al passo le aziende in un mondo imprevedibile"


    SFSCON, la conferenza sul Free Software e sullo sviluppo di tecnologie Open Source più grande d’Italia e tra le più rilevanti in Europa, ha appena concluso la sua 24esima edizione al NOI Techpark di Bolzano. «Un festival che - commenta Vemic - ha offerto alle aziende ottime opportunità per lo sviluppo di progetti innovativi». 

     

    Come è andata SFSCON 2024? 

    Vemic: Sono stato tra i founder che hanno dato il nome alla conferenza: South Tyrol Free Software Conference. Dopo 24 anni, questo evento si è confermato fondamentale in termini di confronto e di aggiornamento nel mondo dell’Open Source. Per me è una grande fonte di ispirazione. Come CVO, ovvero Chief Visionary Officer, infatti, sono chiamato a identificare la visione e la strategia di Telmekom per il futuro e a definire i processi interni di innovazione. Siamo un’azienda tecnologica, con un forte orientamento informatico, più che di vendita. Per questo, dobbiamo essere capaci di guardare oltre ed essere pronti a cogliere nuove opportunità.

     

    Per il primo anno, avete sostenuto anche il NOI Hackathon SFSCON Edition… 

    Esattamente. Seguendo da sempre SFSCON, abbiamo avuto modo di apprezzare il valore dell’hackathon: uno spazio di condivisione in cui si mette al centro lo scambio delle idee. Per questo, quest’anno abbiamo deciso di impegnarci in maniera più spinta nella maratona di hacking. Non nascondo che alcuni dei nostri progetti interni sono nati proprio a partire dalle riflessioni e dagli interventi tenutisi nel corso delle precedenti edizioni. 

     

    Qual è il vostro rapporto con l’Open Source? 

    Con Telmekom siamo da sempre utilizzatori di tecnologie Open Source, sia a livello interno che per lo sviluppo di progetti. Come azienda, sposiamo il concetto di “public money, public code”: se ci sono investimenti da parte del settore Pubblico su determinati progetti, noi cerchiamo di portare come soluzione finale un prodotto in modalità Open Source. Un esempio è la collaborazione che abbiamo avviato dal 2020 con la municipalità di Merano, attraverso la creazione del progetto Open Source SIGRE per la gestione della pubblica illuminazione. Come Telmekom, ci siamo occupati della componente software.

     

    Quali sono secondo lei le prospettive sull’integrazione dell’Open Source nelle aziende? 

    A oggi, nel mondo del business se ne parla ancora poco, anche se diverse aziende in Italia stanno già utilizzando questo approccio nello sviluppo dei propri progetti. Non possiamo dire, però, di aver raggiunto il grande pubblico: molte imprese non vendono soluzioni sviluppate in ottica Open Source perchè non le considerano come un prodotto. È una tendenza che, sono convinto, cambierà in favore di uno sviluppo “for profit”. Inoltre, è sempre più forte il coinvolgimento delle community, con buoni passi avanti. Personalmente, sono convinto che l’Open Source sarà il futuro: un approccio partecipativo, che coinvolge anche la Pubblica Amministrazione attraverso gli investimenti diretti e la comunicazione con le imprese, con un grande vantaggio rappresentato dalla velocità con cui si arriva a una soluzione condivisa.

     

    Quali sono i vantaggi concreti per l’uso dell’Open Source da parte di un’impresa? 

    Ci sono due aspetti principali che vorrei sottolineare. In primo luogo, una maggiore trasparenza dei prodotti, importante soprattutto per le piccole imprese. Avere un prodotto Open Source significa poterlo valutare nel dettaglio, accedendo ai codici sorgente. Con i prodotti Closed Source, invece, ci si affida alla presentazione del venditore. L’altro aspetto importante, riguarda l’adattabilità dell’impresa che fino a prima della pandemia era solita prendere le proprie decisioni con una pianificazione fissa. Con il Covid-19, questo paradigma è cambiato, sostituito dal quadro BANI (Brittle, Anxious, Nonlinear, Incomprehensible), che significa confrontarsi con cambiamenti e incertezze imprevedibili e a volte perfino incomprensibili. Alle aziende è richiesta una maggiore agilità. E proprio qui risiede il valore dell’Open Source che mette a disposizione un ventaglio di progetti capaci di essere integrati nell’ecosistema dell’azienda in tempi molto rapidi. 

     

    In che modo l’Intelligenza Artificiale impatterà sui modelli Open Source? 

    Per le aziende, è molto difficile permettersi il training di un modello di Intelligenza Artificiale. Quello che come Telmekom vorremmo fare è utilizzare modelli Open (come quello fornito da Meta) per poi effettuare il RAG (Retrieval-Augmented Generation), personalizzando il sistema con il nostro know how. Il percorso di sviluppo del modello di partenza e di quello interno all’azienda, in ogni caso, non è da intendere come consequenziale, ma parallelo. Ciò comporta una velocità enorme in termini di innovazione e garantisce una maggiore padronanza del dato interno aziendale. Se si rinnova il modello di partenza e il suo sviluppo è a disposizione di tutti, nasce una soluzione condivisa e, contemporaneamente, si realizza un prodotto personalizzato sulla base delle proprie esigenze.

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