Chronicle | Sviluppi

“Addio Agitu”

Suleimani Adams confessa l’omicidio di Gudeta: la lite, i colpi di martello, lo sfregio del corpo con atti di violenza sessuale. Fiaccolate in ricordo della pastora.
Agitu Ideo Gudeta
Foto: upi

Uno stipendio non corrisposto. Suleimani Adams, un ghanese di 32 anni incensurato, ha motivato così l’uccisione, al culmine di una lite, dell’imprenditrice Agitu Ideo Gudeta, trovata martedì 29 dicembre in casa sua, in località Plankerhoff, a Frassilongo, nella vallata trentina dei Mocheni, con una tempia fracassata a colpi di martello. L’assassino reo confesso, che lavorava come collaboratore nell’azienda agricola “La capra felice” di Gudeta, ha fornito un particolare agghiacciante durante l’interrogatorio davanti ai carabinieri e al sostituto procuratore Giovanni Benelli: ha spogliato in parte la donna e avrebbe compiuto un gesto di autoerotismo quando lei era già a terra. In quel momento, Adams, come lui stesso ha raccontato, credeva che la vittima fosse ancora viva. Ora si attendono gli esiti dell’autopsia dell’anatomopatologa Giovanna Del Balzo, dell’Istituto di Medicina legale di Verona, che non arriveranno prima di ottanta giorni.

 

Una marcia silenziosa

 

In ricordo della pastora 42enne originaria di Addis Abeba ieri, alle 17, in piazza Santa Maria a Trento, è stata organizzata una fiaccolata (rispettando le regole del distanziamento) verso il negozio in piazza Venezia dell’imprenditrice per deporre dei fiori. Cortei silenziosi si sono svolti anche a Rovereto, Riva e Arco. Sono arrivate inoltre richieste da tutta Italia per occuparsi del gregge di capre di Gudeta, al momento accudite dai suoi vicini di casa e dagli amici, ma a prendersene cura sarà il Comune di Frassilongo.

 

Storie come queste

 

Molte le reazioni di cordoglio e sconcerto alla notizia del brutale assassinio, anche a livello internazionale, dal presidente del parlamento europeo, David Sassoli, all’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati.
Degna di nota l’illustrazione diffusa su Facebook dall’artista Ernesto Anderle, conosciuto come “Roby il pettirosso”.

“Agitu è solo l’ultima vittima di quella violenza maschile che non accetta l’autonomia e la libertà delle donne - afferma la senatrice Svp e presidente del gruppo per le Autonomie Julia Unterberger -. E questo anche e soprattutto nella cultura da dove proviene il carnefice. Auspico una condanna esemplare”.

Dal mondo delle istituzioni anche la voce del presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti che, aprendo la conferenza stampa di fine anno, ha parlato di Agitu come di una “donna tenace che operava in un ambiente inusuale per una persona venuta da lontano e che aveva scelto il Trentino per il proprio progetto di vita. La notizia della sua scomparsa ha sconvolto il Trentino, chiudendo un anno particolarmente difficile”.

Il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha manifestato, insieme all’assessora Chiara Maule, il proprio cordoglio raccogliendosi ieri mattina davanti al negozio in piazza Venezia.

 

Fra i politici altoatesini il commento del Team K: “Quando si leggono storie come queste, le parole come inclusione e determinazione assumono un significato profondo. Un grande esempio di donna e di imprenditrice, ci mancherà molto”.

“Questo ennesimo femminicidio nella nostra Regione ci sconvolge, ci addolora e ci fa arrabbiare. È morta massacrata una donna che si è impegnata sempre per i diritti di ogni persona e per una giusta e pacifica convivenza, una donna che questi valori li ha vissuti personalmente fino in fondo. Che cosa assurda, inaccettabile”, scrivono i Verdi provinciali.

Da segnalare infine il commosso pensiero della squadra di volontari dell’OltrEconomia Festival: