Dal mammismo all'obesità
“Imprigionato in ogni grasso c'è un magro che fa segni disperati di voler uscire"
Cyril Connolly
“E’ colpa del mio metabolismo”; “ingrasso mangiando anche un solo grissino”; “mangio perché sono stressata/o e nervosa/o”….. L’aritmetica di questi esempi urta sempre contro un problema: DIMAGRIRE!
Fin troppe volte queste inferenze oscillano tra il biologico e lo “psico-logico”. Due linguaggi differenti che tendono a mescolarsi come immigranti in un nuovo paese nativo.
Sappiamo che Socrate ballava ogni mattina per restar magro e che a Platone si perdonava il corpo grasso solo in virtù del brillante spirito.
Oggigiorno, il rischio di far notare il proprio figlio grasso - come “ramo” imbarazzante dell’albero genealogico - può creare un certo disagio in una società “evolutamente” suppurata dall'apparenza.
L’eccessiva importanza attribuita al cibo può presentarsi come un attaccamento senza difese ai genitori o come il loro ostile rigetto. Anche Hamburger,sulla base dell’esame psicanalitico di pazienti obesi, osserva come il significato simbolico del cibo possa caricarsi dei connotati più disparati, spesso contraddittori (Hamburger 1951).
Anzi, mi dispiace che le mie facoltà letterarie non bastino a far rivivere in pieno l’atmosfera grottesca di mutua costrizione e violenza di cui è circondata tutta la vicenda di molti miei clienti che avrebbero perso il dominio di sé, ingrassando sempre di più, nelle concave grotte e palazzi delle grinfie materne. Mi riferisco al “mammismo”, una specialità tipicamente italiana.
Molti bambini stanno fermi come pupazzi di legno, mentre la madri li spogliano o li vestono. Perfetta radice di veicolo di un sistema dittatoriale: ”obbedisci, non obbedire, fai così, non mangiare, non rovesciare, non sporcare, non pulire, non essere!” Le madri che mancano di sicurezza nel loro atteggiamento fondamentale verso il figlio tendono a compensare questa loro incapacità facendolo mangiare troppo e proteggendolo in maniera eccessiva.
In queste condizioni il cibo viene investito di un valore emotivo esagerato e serve come succedaneo dell’affetto, della sicurezza e delle soddisfazioni. Ci sono madri disposte a fare le cose più incredibili pur di mantenere il dominio sui figli, ed è qui l’incapacità dei genitori di stabilire dei confini fra sé stessi e il bambino, ormai ridotto ad una loro mera estensione.
Un’autentica pedofilia dell’educazione infantile!
Bravo e non basta. L' intera
Bravo e non basta. L' intera societá del "benessere", improntata sull' infante contribuisce al fenomeno descritto. Tanto che la pubblicitá üer i letti matrimoniali, per esempio, si serve del piccolo, re del lettone, per attirare gli acquirenti. Non ne usciremo tanto facilmente, considerando il fatto che il ragazzo dodicenne, per legge, deve essere sentito necessariamente nelle separazioni conflittuali.