Politics | nazionalismi

Schutzen, croci e montagne

Una riflessione sulla rinascita dei nazionalismi in Europa e a casa nostra, partendo dalla provocazione delle croci che gli Schutzen stanno piantando sulle cime trentine.
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In tutta Europa rifioriscono i nazionalismi, mentre i 'pigs' stanno subendo gli effetti devastanti dell''austerity competitiva' che rischia di dare il colpo di grazia al sogno di un'Europa federale e unita.

Nel centenario della grande guerra tornano a galla i pericolosi richiami "della terra e del sangue" e i territori di frontiera come il nostro rischiano di invischiarsi in vecchie e logorate logiche identitarie, che dovrebbero essere superate. Una delle identità che ha caratterizzato il nostro 'meticciato alpino' e che è stata effetivamente negata per molto tempo, torna prepotente.

Il tentativo di una rivincita della parte 'austriacheggiante' lo stiamo osservando anche in questi giorni attraverso l'iniziativa di piantare, sulle vette delle montagne, croci in ricordo solo di una parte dei caduti della grande guerra. La scelta degli Schutzen è effettivamente una sfida pericolosa, che guarda ben poco al dialogo e alla collaborazione fra gruppi che un secolo fa erano su fronti opposti e sembra voler dire "adesso tocca a noi tornare in vetta riprendere una visibilità, che ci è stata negata in passato" (che probabilmente fa anche comodo elettoralmente a qualcuno).

La riflessione che viene da porsi è che forse a un secolo dalla guerra che ha massacrato troppi esseri umani trentini e non, sarebbe meglio cercare di far tornare le montagne lo scenario di quegli scontri, un luogo di confronto e condivisione.

Oggi più che mai servono momenti di cooperazione per costruire immaginari che mettano al centro il 'cosmopolitismo riflessivo', elemento mancante di una globalizzazione che in questi decenni ha consolidato solo gli interessi di classi globali che stanno portando avanti 'una lotta di classe dall'alto'. Nel frattempo milioni di persone cercano di sopravvivere a conflitti, che rischiano di rieccheggiare pesanti errori già commessi in passato.

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Hartmuth Staffler Mon, 08/10/2015 - 18:56

Wer den Tirolern verweigern will, ihrer Kriegsgefallenen zu gedenken, der äußert damit eine äußerst chauvinistische Geisteshaltung. Kein Tiroler würde jemals auf die Idee kommen, den Italienern das Gedenken an ihre Gefallenen verbieten zu wollen, und niemand wird von den Italienern verlangen, dass sie immer und überall bei allen Gedenkfeiern auch der Tiroler gedenken, die Opfer ihrer Aggression geworden sind.

Mon, 08/10/2015 - 18:56 Permalink
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Salto User
Anonymous (not verified) Mon, 08/10/2015 - 20:03

La fantasiosa cura proposta dall'articolista è ancora peggiore della supposta malattia altrettanto fantasiosamente dallo stesso diagnosticata. Kein Kommentar.

Mon, 08/10/2015 - 20:03 Permalink
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Guntram Bernulf Mon, 08/10/2015 - 20:09

a proposito di provocazioni:
-La tricolore il 23.05.2015
-La staffetta ""L'Esercito marciava…." da Bolzano a Trieste
-L'adunata degli Alpini a Trento il 2018
-Gli ossari in Sudtirolo con povere anime sbattute li, lontani dai loro cari, per "segnare" un confine mai raggiunto.
-Il monumento della "vittoria" a Bolzano.
...
Le croci per gli Standschützen di madrelingua italiana, tedesca e ladina, con iscrizione in 4 lingue, in paragone mi sembrano veramente una cosa terribilmente provocatoria...

Mon, 08/10/2015 - 20:09 Permalink
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Salto User
Anonymous (not verified) Tue, 08/11/2015 - 10:14

In reply to by Jacopo Zannini

Egregio Signor Zannini, tra persone educate oltre al rispetto delle idee esiste anche un rispetto della forma, rivolto, oltre all'amor proprio di chi scrive, anche e soprattutto a chi legge. Io non so se Lei sia di madre lingua tedesca od italiana o di entrambe, comunque nulla rileva, ma mi sento in dovere di richiamare il rispetto per la corretta ortografia / Rechtschreibung. Non è possibile scrivere la terza persona singolare del presente del verbo essere come ha fatto Lei (e') con l'apostrofo invece che con l'accento grave (è). Stesso problema per la terza persona del presente del verbo potere (Lei ha scritto puo' al posto di può). Dulcis in fundo: bolzen al posto di Bolzano o Bozen. Sorvolo sulla mancata spaziatura tra "Schutzen" e "ma", sulla mancanza di umlaut sulla "u" (basta fare Alt+129, se Lei è sprovvisto di tastiera tedesca) e sulla mancanza del punto finale dopo il commiato.
Quanto precede sulla questione di forma.
Sulla sostanza, faccio presente che non vedo alcun atteggiamento pretestuoso in quanto fatto dalle varie Schützenkompanien: hanno legittimamente onorato gli Standschützen nel centenario della loro mobilitazione generale.
Nessuno ha il diritto di sentirsi offeso perché nessuna offesa è stata pronunciata. Infine, se qualcuno si è sentito provocato, quello, forse, è solo un suo problema, da curare con altri mezzi che non lo studio della Storia.

Tue, 08/11/2015 - 10:14 Permalink
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ferdinand tessadri Mon, 08/10/2015 - 23:10

Non pensavo di trovare un articolo talmente retrogrado su questo sito.
Commemorare i caduti di tutte le tre etnie che convivono questa terra non è stato mai messo in discussione, Ci mancava questa per ringalluzzire i vecchi
nazionalisti che hanno paura delle croci, perchè non possono ammettere
la realtà della storia.

Mon, 08/10/2015 - 23:10 Permalink
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Benno Kusstatscher Tue, 08/11/2015 - 09:12

In reply to by Martin B.

Danke Martin, allein der gewählte Begriff der "Kaiserschützen" ist die Lektüre des Beitrags wert :-) Jedenfalls scheinen die Kaiserjäger den Akt der Fraternanza bei der Zitakapelle auf sich zu beziehen. Sollten auch die Schützen ihren Beitrag geleistet haben, trifft der Begriff punktgenau.

https://kaiserjaeger.wordpress.com/2009/04/04/jahreshauptversammung-der…

Tue, 08/11/2015 - 09:12 Permalink
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Willy Pöder Tue, 08/11/2015 - 07:36

Carissimo Signor Zannini, è vero che la tastiera italiana non offre l'Umlaut. Nulla di grave: si usa 'ue' al posto dell' -ü- ( p. e. Schael al posto di Schäl). L'unica cosa che sicuramente non si può fare e`servirsi dell' -u- soltanto. E pur vero chè una certa parentela fra 'Schutzen' e 'Schutzleute' è individuabile. È però altrettanto vero che gli Schützen non sono poliziotti come lo sono di regola i 'Schutzleute'. Non si faccia una colpa, la correzione sarebbe toccata comunque alla redazione. Salüsc wp

Tue, 08/11/2015 - 07:36 Permalink
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Luca Sticcotti Tue, 08/11/2015 - 08:07

Una precisazione: Jacopo Zannini è un lettore / commentatore / blogger come tutti voi. E quindi non un 'articolista' nel senso di membro della redazione o collaboratore di Salto.

Tue, 08/11/2015 - 08:07 Permalink