Cronaca | Cooperazione

Siate creatori, “poeti”, avanti!

Udienza di Papa Francesco con 7mila soci Confcooperative. Riflessioni su economia e lavoro e la richiesta di inventare qualcosa di nuovo per dare risposte occupazionali.

Che Papa Francesco sia un'icona pop lo sta a dimostrare il “muro” di persone che lo circonda, munito di fotocamera, smartphone, tablet. O che addirittura in edicola esca una rivista dedicata interamente a lui. In materia di lavoro ed economia certamente però mostra di essere più in linea con la realtà rispetto ad altri capi di Stato.
 
Sabato 28 febbraio Francesco ha incontrato in aula Nervi 7mila rappresentanti da tutta Italia di Confcooperative: una realtà, come ha sottolineato il presidente Maurizio Gardini all'inizio dell'udienza, composta da 20mila imprese cooperative che danno lavoro a 543mila persone e contano complessivamente 3milioni di soci. In Alto Adige sono 276 le cooperative associate a Confcooperative, 342 a Raiffeisenverband, 178 a Legacoop, 86 a Agci, 117 non aderenti ad alcuna associazione. In Trentino la situazione è più omogenea: 539 coop aderenti alla Cooperazione Trentina, con 270mila soci. All'udienza con Francesco erano presenti 350 cooperatori trentini.

Per le cooperative 1+1=3
Per rimanere sui numeri Francesco ha cominciato il suo discorso con un paragone matematico: «nelle cooperative uno più uno fa tre ed un fallimento diventa un mezzo fallimento». Cooperazione vuol dire spesso legame tra economia e parrocchie, dal momento che molte imprese cooperative sono state avviate da sacerdoti. Il Papa non ha però voluto mettere soltanto un “marchio cristiano” sulle coop e più volte nel suo discorso ha esortato all'alleanza fra le varie centrali cooperative, perché «i valori cristiani non solo per noi, ma sono da condividere con gli altri».
Il pontefice vede le coop come una possibile soluzione al problema della disoccupazione, facendo quindi una fotografia molto realistica della situazione attuale. «C'è la coda di gente che cerca lavoro e questo fa sì che ci sia chi accetta semplicemente quello che trova. C'è chi arriva a 10 ore di lavoro al giorno per 600 euro al mese». Una riflessione alla quale aggiunge un interrogativo su quanti lavorano in nero, soprattutto per quanto riguarda il personale domestico.

La dottrina sociale da Leone XIII a Benedetto XVI
Bergoglio cita tre predecessori. Parte dalla Rerum novarum di Leone XIII nel 1891, che riassumeva lo spirito cooperativistico in «tutti proprietari e non tutti proletari», sottolineando la forza data dall'essere cristiani. Quindi Benedetto XVI ed i suoi riferimenti all'economia di comunione e del non profit. Infine al magistero sociale del beato Paolo VI. Per poi arrivare ai suoi concetti preferiti.
Dalle «nuove forme di responsabilità che fanno combattere la cultura dello scarto» fino alla «globalizzazione della solidarietà, necessaria visto l'aumento vertiginoso aumento dei disoccupati.

Più volte il Papa argentino ha incitato al cambiamento in un «sistema economico attuale che mina la speranza», chiedendo alle cooperative di assumere un ruolo profetico, inventando nuove cooperative. «Le cooperative sono il motore che sviluppa la parte debole della nostra società civile e delle nostre comunità. Devono quindi creare nuove possibilità di lavoro che oggi non ci sono, pensiamo alla disoccupazione giovanile che distrugge la speranza».

Le empresas recuperadas
Papa Francesco mette assieme ai giovani anche donne e adulti che rimangono senza lavoro, citando ad esempio il caso di un ingegnere di 49 anni rimasto fuori dal ciclo produttivo. E si emoziona dicendo di essere un tifoso delle “empresas recuperadas”, il workers buyout, iniziative nelle quali i dipendenti diventano proprietari. Un po' come accaduto già durante la crisi argentina.
Bergoglio critica quindi il liberismo in economia «che pensa solo a poche politiche redistributive. Non basta crescere nella generazione del reddito – afferma – ma bisogna coinvolgere tutti».

Conciliazione e capitalizzazione
Dal Papa viene anche un invito alle imprese a «incoraggiare la vita delle famiglie, aiutando le donne a realizzarsi pienamente». E alle banche cooperative ad aiutare le altre imprese del mondo cooperativo. «La cooperazione autentica, vera, è quella nella quale il capitale non comanda sull'uomo, ma l'uomo sul capitale».

Contro le false cooperative
L'ultimo invito va alla lotta contro le false cooperative. Ed il linguaggio è quello popolare, dell'invettiva e dell'indignazione, una scelta linguistica alla quale Francesco ha abituato sin dall'inizio del suo pontificato. «Nel campo in cui operate, assumere una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni di mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare».

Il credito cooperativo contro la “taglia unica” imposta dall'Europa
A inizio udienza è intervenuto anche Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, che ha mandato al pontefice un messaggio di preoccupazione verso le regolamentazioni europee in materia bancaria, mentre «ci dovrebbero essere criteri di proporzionalità». Azzi si è detto a favore di una finanza inclusiva e ad una strada di autoriforma per un cambiamento reale da parte delle banche di credito cooperativo.

I casi di tre nuove imprese cooperative
Durante l'udienza sono state anche presentate tre nuove iniziative cooperative, che hanno coinvolto realtà in Campania, Piemonte ed Emilia Romagna. Vincenzo Pozio e Susi Galeone hanno parlato della cooperativa “La Paranza”, che nel rione Sanità di Napoli si occupa di promozione di storia, arte, cucina e fede nel quartiere. «Siamo del sud come lei – ricorda Galeone – ci funziona prima il cuore e poi la testa. I poveri sono i protagonisti delle nostre cure».
Quindi Paola Bernardi della Cooperativa Cassiopea, che si occupa di inserimento al lavoro di persone svantaggiate, ha spiegato la filosofia della coop piemontese, che fa dell'intersettorialità il suo punto forte: dalle pulizie all'agricoltura sociale, dalle attività ludico-sportive fino alla didattica.
Infine il caso di una “empresa recuperada”, la Lincoop di Bertinoro (Forlì), una cooperativa nata nell'agosto 2013 che si occupa di segnaletica stradale. «Siamo partiti in 5 rilevando la vecchia azienda – ricorda il presidente Roberto Morgagni – quindi siamo cresciuti fino a 21 dipendenti assumendo giovani e disoccupati».

Il video ed il testo completo dell'intervento di papa Francesco durante l'udienza con i cooperatori è disponibile qui.