Economia | Turismo

Il nuovo contratto divide i sindacati

Dopo il rinnovo del CCNL del turismo, arriva l’accordo territoriale. 150 euro in più rispetto al resto d’Italia, soddisfatta l’Hgv, ma la Cgil non firma: “Ancora troppi contratti a tempo determinato”.
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Foto: O. Stimpfl
  • Dopo il rinnovo dei contratti collettivi nazionali del lavoro del settore Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva, Commerciale, e Turismo, ora arriva l’integrazione a livello territoriale. Da dicembre 2023 quattro sigle sindacali hanno portato avanti le contrattazioni con l’Unione degli Albergatori Hgv, che si sono intensificate dopo il rinnovo del CCNL avvenuto a inizio estate. Oggi, 2 agosto, l’accordo territoriale è stato firmato dai rappresentati dei sindacati di settore e dai rappresentati dell’Hgv. Quasi 44 mila dipendenti di bar, ristoranti e alberghi riceveranno in futuro 150 euro lordi in più rispetto a quanto previsto dal CCNL.
    L’approvazione è stata raggiunta nonostante il netto no della Filcams-Cgil. La motivazione principale del parere contrario? La precarietà ancora troppo elevata. Solo 12 mila dipendenti, infatti, sono assunti a tempo indeterminato. 

    D’altro canto, il segretario della ASGB, Alex Piras, si ritiene soddisfatto delle trattative sul nuovo accordo locale per i dipendenti del turismo: “Ora disponiamo di un contratto adeguato che prevede gli aumenti necessari e traccia la rotta per il futuro”.

  • Costanzo (Cgil): "Utilizzare i contratti a tempo determinato per far fronte al picco di lavoro va in contrasto con quanto riconosciuto dalla giurisprudenza". Foto: cgil
  • A storcere il naso, invece, è Antonella Costanzo, segretaria della Filcams-Cgil. “L’Unione deli Albergatori – dice Costanzo - è sempre stata disponibile agli aumenti salariali. Il fattore finanziario non ha mai recato grossi problemi”. Il vero nodo non sciolto, per la Cgil, riguarda il numero elevato dei contratti a termine per intensificazione di attività stagionale e a tempo determinato. In sostanza, la Cgil richiedeva di concedere ai lavoratori maggiori stabilità, riducendo la precarietà. “Che i lavoratori locali del turismo abbiano una busta paga più alta rispetto ai colleghi del resto d’Italia è normale, avviene di frequente perché manca manodopera. Per questo – continua Costanzo – la nostra richiesta puntava a dare a decine di migliaia di persone che vivono in Alto Adige più sicurezza per il futuro, proprio in termini contrattuali. Ormai la stagione turistica dura 9 o 10 mesi. Perché, allora, non fare dei contratti a tempo indeterminato, invece che stagionali?”

    E sull’idea che l’assunzione stagionale possa essere utile nel momento in cui ci sono più turisti del previsto, e quindi molto più lavoro, Costanzo replica: “Utilizzare i contratti a tempo determinato per far fronte al picco di lavoro va in contrasto con quanto riconosciuto dalla giurisprudenza. Ci sono le sentenze della Corte di Cassazione che parlano chiaro”.

    L’accordo locale, nonostante le divisioni tra i diversi sindacati, è stato approvato dalla maggioranza delle parti e sarà in vigore fino al 2027. La Filcams non ha previsto scioperi o mobilitazioni, ma non si ritiene soddisfatta: “Poteva esserci maggiore dialogo. Le contrattazioni potevano proseguire, non c’era fretta di firmare. Così, oltre 30 mila lavoratori rimarranno precari”.