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Soldi... in cambio di soldi

L'ultima frontiera del finanziamento pubblico ai partiti viene dal tedesco "Die Partei". Mezzo milione di euro per i partiti in regione dal 2014 al 2016.

Dall'epopea di un movimento fondato da un comico, Beppe Grillo, o ex comico come qualcuno dice nel gergo giornalistico, ai comici che varcano le soglie dell'europarlamento di Strasburgo e Bruxelles.

Martin Sonneborn è il Parteivorsitzender del Die Partei für Arbeit, Rechtsstaat, Tierschutz, Elitenförderung und basisdemokratische Initiative. Dal magazine satirico Titanic all'idea di creare un partito che metta anche in politica le parodie del giornale. Insomma, Maurizio Crozza imitando il senatore Razzi direbbe “Amico caro, fatti un partito tutto tuo così poi paff paff la graana”.

Il sistema elettorale tedesco per le europee ha dei tratti decisamente “italiani”: un proporzionale puro che visto l'alto numero di seggi (96) permette anche con lo 0,6% di consensi su base nazionale di ottenere un seggio. Sonneborn si ritrova europarlamentare e nelle prime dichiarazioni dice di voler cominciare sul serio a fare politica europea.

In Germania c'è ancora il finanziamento pubblico ai partiti. Sì, su questa materia siamo più “rigoristi” dei tedeschi: con un decreto del dicembre 2013 del Governo Letta è finita l'epoca del finanziamento diretto così come conosciuto finora. Le ultime elezioni con la precedente regolamentazione sono state le Provinciali di Trento e Bolzano.

Ritorniamo sulla “graaana”. Il Die Partei, grazie ai suoi 184mila 709 elettori, può partecipare alla spartizione dei 156,7milioni di euro previsti per i partiti tedeschi che hanno ottenuto almeno 0,5% dei consensi. Per le elezioni europee del 25 maggio al Die Partei spetterebbero quindi 240mila euro. Bisogna però dimostrare di aver introitato almeno quella cifra durante l'ultimo anno. Un “partito parodia” come Die Partei non arriva però assolutamente a tale importo.

E qui nasce la “genialata”: il partito chiede ai propri simpatizzanti di inviare per posta una banconota da 20, 50 o 100 euro. Con un “sovrapprezzo” di 5 euro. Per poi rispedire di ritorno la stessa banconota con in aggiunta due dissacranti cartoline. Il tutto per dimostrare di avere avuto finanziamenti per almeno 240mila euro durante l'anno. Assurdo, ma reale. E non siamo in Italia, ma in Germania. Il 17 dicembre il partito annuncia di aver terminato positivamente la campagna.

Il finanziamento esce dalla porta e rientra dalla finestra

Tornando ai conti “seri”, come già detto il finanziamento pubblico diretto non c'è più da dicembre 2013, ma dal 2017 tornerà ad essere liquidato ai partiti sotto forma di 2 per mille dell'Irpef. Già nella dichiarazione dei redditi 2014 c'erano ben tre possibilità per i contribuenti di destinare una parte della propria imposta pagata a diversi fini: accanto allo storico 8 per mille a varie confessioni religiose è rimasto il 5 per mille per enti o associazioni (destinabile anche al proprio Comune di residenza). Infine c'era la possibilità di versare il 2 per mille a partiti nazionali, ma anche locali come Patt ed Svp. Quindi dal 2017 i partiti potranno finanziarsi attraverso il 2 per mille o le donazioni.

L'ultimo giro di walzer in Trentino-Alto Adige

A fine luglio sono stati approvati dalla Camera gli ultimi 34,8milioni di euro per i finanziamenti con il “vecchio sistema”. Wired spiega nel dettaglio il provvedimento in questo articolo. Per le forze politiche della nostra regione la cifra si aggira sul mezzo milione spalmato su 3 anni, come indicato dalle tabelle pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Un finanziamento che si suddivide in contributi alle spese di gestione ed un cofinanziamento in base a quanto hanno ricevuto i partiti in termini di donazioni durante l'anno precedente.

Alla “spartizione della torta” non partecipano per rinuncia al finanziamento “L'Alto Adige nel Cuore” di Alessandro Urzì. Quindi anche il MoVimento 5 Stelle, che ne fa uno dei propri “cavalli di battaglia”, ma che però non avrebbe i requisiti in termini di statuto e trasparenza richiesti dalla legge per poter accedere al finanziamento.

Niente soldi nemmeno per ragioni di statuto e trasparenza anche per Civica Trentina, la formazione che in un solo mese è passata da uno (Rodolfo Borga) a tre (Borga, Claudio Civettini, Claudio Cia) a tre consiglieri e per BürgerUnion - Südtirol – Ladinien di Andreas Pöder. Esclusi dai rimborsi per questioni legate all'articolo 5 della legge (trasparenza) anche Amministrare il Trentino di Nerio Giovanazzi e la Union Autonomista Ladina che ha portato in consiglio Giuseppe Detomas.