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Piccola grande Unibz

Due gli atenei italiani nella classifica delle 20 piccole università migliori al mondo stilata da Times Higher Education. E si trovano a Bolzano e a Pisa.
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Foto: Eera

Il nuovo ranking di Times Higher Education (prestigioso periodico settimanale britannico) 2018 sulle 20 piccole università migliori al mondo dà lustro all’Italia e a Bolzano in particolare (ma non solo). Due sono infatti i nomi degli atenei italiani che figurano nella classifica, ovvero la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, terza dopo il California Institute of Technology (Clatech) e la francese Ecole Polytechnique, e la Libera Università di Bolzano, in nona posizione.

La classifica, spiega la stessa Times Higher Education, considera le università che sono già entrate a far parte del Times Higher Education’s World University Rankings 2018, che riunisce le università che raggiungono i risultati più brillanti in termini di produttività scientifica e che hanno meno di 5.000 studenti. Fra queste, la selezione ulteriore viene fatta sulla base giudizi espressi dagli studenti. Di questi, molti dicono di preferire università con classi poco numerose e che consentano di interagire più direttamente con gli insegnanti, e molti hanno sottolineato un maggiore senso di comunità.

 

 

Denominata il ‘diamante delle Dolomiti’, si legge sul sito di THE, la Libera Università di Bolzano comprende tre strutture a Bolzano, Bressanone e Brunico. Secondo i dati forniti dal presidente della facoltà di Economia, Oswin Maurer, l’80% dei suoi laureati trova un lavoro nel settore di competenza entro un anno dal conseguimento della laurea.

“Studiare in una piccola università è vantaggioso per numerose ragioni”, spiega il rettore Paolo Lugli, “la qualità dell’insegnamento, della ricerca e della vita nelle città a misura d’uomo stanno attraendo sempre più studenti. Lo dimostrano i numeri in crescita di unibz che, quest’anno, ha superato la soglia dei 4.000 studenti”.

Dal canto suo la presidente di unibz, Ulrike Tappeiner, dichiara: “Il piazzamento odierno ci rende estremamente soddisfatti e ritengo che sia un riconoscimento, oltre che per l’università, anche per tutto il territorio che ci sostiene, il trilinguismo e la forte spinta verso l’internazionalizzazione si sono rivelati fattori premianti e sono la strada da seguire anche per il futuro”.