Spolverate quel Piano cave

“Il Piano provinciale delle cave e delle torbiere è scaduto nel 2015”. Lo denuncia il Dachverband für Natur- und Umweltschutz, che accusa la Giunta Provinciale di non aver fatto nulla per adottare una strategia lungimirante. In Sudtirolo, scrivono gli ambientalisti, “non esiste un approccio coordinato e orientato alla domanda per l'estrazione di ghiaia, torba ecc. Senza un piano a livello provinciale, non è nemmeno possibile valutare dove in Alto Adige si può estrarre la ghiaia, in modo tale che la popolazione non sia gravata dal rumore e dalla polvere, e dove l'estrazione può essere effettuata in modo il più possibile compatibile con l'ambiente e sostenibile per il paesaggio”.
Le cave di ghiaia stanno attualmente spuntano come funghi in Alto Adige – ma in modo scoordinato e senza un controllo di sostenibilità climatica.
Stesso discorso vale per la ghiaia estratta attraverso la costruzione di gallerie stradali e ferroviarie “come al Küchelberg di Merano o la galleria di base del Brennero”. Un'assenza di visione d'insieme che si unisce alla mancanza di “un'indagine plausibile dei fabbisogni da parte della provincia. Le imprese elaborano quindi i progetti individualmente, li presentano alla Provincia e questi vengono controllati individualmente, di solito indipendentemente l'uno dall'altro, e approvati caso per caso. I fabbisogni locali non sono presi in considerazione e ogni azienda cerca di fare i propri interessi.
Nel solo anno 2021, nonostante la pandemia, l'amministrazione provinciale altoatesina ha esaminato 17 progetti per l'estrazione di ghiaia, cave e torba”, sottolinea il Dachverband in un comunicato.
L'Agenzia provinciale per l'ambiente e la tutela del clima ha due progetti per l'apertura di cave di ghiaia: uno a Novale di Fiè e uno a Mezzaselva nel comune di Fortezza. E anche a Vallelunga, vicino Curon Venosta, stanno per arrivare gli escavatori
“Attualmente – prosegue la nota – sono in corso due procedure di screening pubblico per determinare se vi sia l’obbligo di valutazione di impatto ambientale: a Novale di Fiè, nel comune di Fiè allo Sciliar (lo abbiamo raccontato su salto.bz, ndr) la cava di ghiaia Pardeller con 91.000 metri cubi di volume di estrazione sta per essere aperta, una cava di ghiaia a Mezzaselva nel comune di Fortezza sarà aperta su una superficie di due ettari e l'estrazione di un totale di 160.000 metri cubi di materiale”. Un altro progetto è in cantiere in Val Venosta, con la cava di ghiaia "Poschen" (Rieglwald) in Vallelunga, “lì si deve estrarre il doppio della ghiaia rispetto a Fortezza”.
La Federazione dei Protezionisti Sudtirolesi chiede quindi “alla Giunta Provinciale, da un lato, di rivedere il Piano provinciale delle cave e delle torbiere scaduto nel 2015 e, dall'altro, di modificare due leggi statali – n. 7 del 2003 e n. 9 del 2008 – in modo che il materiale possa essere estratto solo dalle aree specificate nel Piano provinciale”. Secondo il Dachverband, il Piano deve “identificare i migliori siti dal punto di vista del clima, della biodiversità e del paesaggio” e al contempo “proteggere la popolazione dal rumore e dalla polvere”. A tal proposito, viene rilanciata la presa di posizione della Difensora civica dell’Alto Adige, che nel 2020 chiese l'obbligatorietà sin dall'inizio del “coinvolgimento delle comunità colpite e della popolazione interessata in tali progetti”.
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