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Profughi, quanta solidarietà dagli altoatesini?

Sono molte le offerte di aiuto per i migranti che giungono in questi giorni alla Caritas. Ma non mancano le polemiche. Spagnolli: "accoglienza, dovere civile".

“È bello vedere che gran parte della popolazione si sente vicina e solidarizza con i profughi siriani offrendo il proprio sostegno. È un segnale che in primo piano, innanzitutto, c’è la disponibilità ad accogliere e non l’odio e il rifiuto”.

Ad affermarlo, a pochi giorni dal deprecabile episodio che ha trovato spazio su Facebook, sistema di amplificazione virale per eccellenza, i due direttori della Caritas Paolo Valente e Franz Kripp. Attestati di solidarietà giungono da molti altoatesini che, colpiti dalle immagini dei profughi siriani che approdano in Germania attraverso l’Ungheria e l’Austria, contattano spontaneamente la Caritas offrendo aiuto e anche un alloggio. 

Valente e Kripp sottolineano un punto fondamentale della questione: “la stragrande maggioranza dei profughi siriani non vuole rimanere in Alto Adige, anche se si fermano momentaneamente e per poco tempo da noi. Vogliono e possono raggiungere la Germania”.

In una nota la Caritas assicura che i posti nelle strutture - dove vengono offerti corsi di lingua, consulenza e opportunità di lavoro - messi finora a disposizione in Alto Adige per i richiedenti asilo assegnati dallo Stato alla nostra Provincia sono più che sufficienti. Sei sono le case gestite al momento dalla Caritas (Prati, Vandoies, Merano, Prissiano e due strutture a Bolzano) con circa 300 profughi; altri 70 saranno ospitati a breve dalla Caritas a Brunico, Malles e Castelrotto. Altre strutture saranno gestite inoltre da Volontarius a Bolzano, Merano e Appiano. 

Chi volesse aiutare ulteriormente, può sostenere il lavoro di Caritas tramite una donazione. Le causali da utilizzare sono: “Assistenza profughi e integrazione” e “Siria”. Con la prima causale si sosterrà l’opera di Caritas con i profughi in Alto Adige, con la seconda l’emergenza in Siria.

Di seguito i conti correnti della Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone:
Intesa Sanpaolo, IBAN: IT18 B0306911619000006000065
Raiffeisen Landesbank, IBAN: IT42 F0349311600000300200018
Südtiroler Sparkasse, IBAN: IT17 X0604511601000000110801
Südtiroler Volksbank, IBAN: IT12 R0585611601050571000032

 

Polemiche su questa iniziativa arrivano puntuali da Andreas Pöder, il consigliere provinciale di Bürger Union, secondo cui la Caritas - che già riceve denaro dalle tasse per occuparsi dei rifugiati - punterebbe ulteriormente, con tale richiesta di donazioni, al portafoglio dei cittadini: “Die Caritas hat heute die Rolle der Kirche in der Flüchtlingsfrage unterstrichen, weil die Caritas eine kirchliche Organisation ist und bereits mehrere Flüchtlingsunterkünfte in Südtirol führt. Dazu muss gesagt werden, dass die meisten Flüchtlingsunterkünfte der Caritas vom Land unentgeltlich zur Verfügung gestellt werden und die Caritas für die Flüchtlingsarbeit Geld aus dem Steuertopf erhält. Aber offenbar möchte man noch zusätzlich an die Brieftasche der Bürger appellieren”.

Stamani, intanto, la giunta comunale di Bolzano guidata dal sindaco Luigi Spagnolli, ha visitato i centri profughi del capoluogo, "ex Gorio" e quello ai Bagni di Zolfo, gestiti da Caritas e Volontarius. "In tutto l' Alto Adige - ha ricordato il primo cittadino - i centri profughi accolgono complessivamente 789 ospiti, di cui 686 inviati dallo Stato".



Centro profughi prima accoglienza ex Gorio

All’ex Gorio attualmente gli ospiti sono 150, mentre nell'altro centro profughi, quello ai Bagni di Zolfo, occupato prevalentemente da richiedenti asilo in Italia, i posti a disposizione sono 130 (occupati 128) e la permanenza media è di circa 6 mesi.
La giunta ha potuto inoltre seguire alcune delle attività promosse all'ex Gorio per favorire l'integrazione, come ad esempio le lezioni di italiano o di educazione civica. “L’accoglienza - ha detto il sindaco Spagnolli - è un valore fondamentale per una società che voglia definirsi civile”.