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Il progetto “Rispetta la montagna”

Nell’ambito del progetto “Rispetta la montagna”, promosso dalla regione dolomitica Alpe di Siusi, residenti, operatori turistici e ospiti sono incoraggiati a produrre meno rifiuti o a riempire la loro borraccia con l’acqua del rubinetto.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Donna che raccoglie rifiuti lungo un sentiero forestale durante un'attività di pulizia ambientale.
Foto: IDM Südtirol Alto Adige/Stefan Schwabl
  • “Dobbiamo considerarci creatori di habitat”

    La regione dolomitica Alpe di Siusi ha raggiunto il massimo livello del Marchio Sostenibilità Alto Adige. Margareth Egger dell’Associazione Turistica Siusi allo Sciliar ci racconta come, nell’ambito del progetto “Rispetta la montagna”, residenti, operatori turistici e ospiti siano incoraggiati a produrre meno rifiuti o a riempire la loro borraccia con l’acqua del rubinetto.

    Nato come progetto pilota del comune di Castelrotto, “Rispetta la montagna” ha l’obiettivo di spingere le persone a rapportarsi con la natura, focalizzando l’attenzione sull’eliminazione dei rifiuti e sull’utilizzo dell’acqua potabile. In questa intervista Margareth Egger, direttrice dell’Associazione Turistica Siusi allo Sciliar, ci illustra le maggiori sfide di questo progetto, le misure già attuate con successo e l’importanza di un approccio corretto.

  • (c) IDM Südtirol / Alto Adige

  • Come è nato il progetto “Rispetta la montagna”?

    Le organizzazioni turistiche altoatesine delle Dolomiti, coordinate da IDM Alto Adige e dalla Ripartizione provinciale Natura, Paesaggio e Sviluppo del Territorio, fanno parte di un tavolo di lavoro UNESCO nel quale vengono avviati vari progetti su temi quali sostenibilità e sensibilizzazione. “Rispetta la montagna” è nato dall’idea di appellarsi alla responsabilità personale di residenti, ospiti e operatori turistici, così da dare vita a un rapporto rispettoso con la natura e il paesaggio. Per testare tale progetto era necessaria una regione pilota: noi dell’Associazione Turistica di Siusi e, successivamente, le altre associazioni turistiche della regione dolomitica Alpe di Siusi, ci siamo messe a disposizione, concentrandoci in particolare sull’uso dell’acqua potabile e sulla riduzione dei rifiuti. Successivamente, le misure di "Rispetta la montagna" sono state integrate anche nel Marchio Sostenibilità Alto Adige e hanno contribuito al conseguimento della certificazione, che premia le aree turistiche impegnate con misure concrete a favore di un habitat sostenibile.

  • Cosa desiderate ottenere con questo progetto?

    Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica. P.e., gli ospiti arrivano da noi con le bottiglie di plastica: se però comprendono che l’acqua del rubinetto proviene dalla sorgente dello Sciliar e che, in tutta la zona, l’acqua vanta un’eccellente qualità, la bevono con entusiasmo. Ma queste informazioni vanno comunicate e spiegate alle persone che, così, producono meno rifiuti. La regola più efficace? 

    “I rifiuti migliori sono quelli che non vengono prodotti. E quelli che non possono essere evitati vanno smaltiti correttamente”. 

    Margareth Egger, direttrice dell’Associazione turistica di Siusi allo Sciliar

  • Quali misure avete attuato nell’ambito del progetto?

    Alcune riguardano le aziende turistiche, altre gli spazi pubblici. P.e., abbiamo contrassegnato le fontane con targhe che indicano l’eccellente qualità dell’acqua potabile, abbiamo prodotto delle caraffe per le strutture ricettive così da incoraggiarle a servire in tavola l’acqua del rubinetto e, infine, abbiamo sviluppato materiale informativo sul sistema di raccolta differenziata, inviandolo poi ai proprietari di seconde case: chi non vive qui non sa come siamo organizzati. Inoltre, organizziamo escursioni sul tema dell’acqua potabile, workshop sull’upcycling e gruppi di volontari per la raccolta dei rifiuti nel Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio.

  • Chi ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione del progetto?

    L’Ökoinstitut Alto Adige, il cui team ci ha fornito preziosi input, ha sicuramente svolto un ruolo fondamentale. Tutti crediamo di conoscere il significato di sostenibilità, ma l’Ökoinstitut ci ha davvero illuminato. E naturalmente non mancano importanti attori in loco, come i dipendenti del parco naturale o del Comune.

  • Foto: IDM Südtirol-Alto Adige/Patrick Schwienbacher
  • Quanto è importante la giusta mentalità per cambiare le cose?

    È estremamente importante: il fatto di essere un’associazione turistica, non deve spingerci a pensare esclusivamente in termini economici o di ospiti paganti. Dobbiamo considerarci creatori e conservatori di habitat. La sostenibilità non è un progetto a termine, bensì permanente e c’è ancora molto da fare. Molti credono che qui in Alto Adige siamo già a un ottimo livello, frenando così la spinta al miglioramento e al cambiamento. Ma forse questo aspetto può essere disciplinato dal mercato.

  • Cosa intende? In che misura il mercato può controllare questo aspetto?

    Alcuni giovani ospiti danno molta importanza alla sostenibilità: le imprese turistiche devono rispondere a questa esigenza.

  • Parlando di sinergie, quali sono quelle scaturite dal progetto?

    Stiamo collaborando molto con il parco naturale, i cui dipendenti sono impegnati nella manutenzione dei sentieri. L’assistente per le aree protette ha radunato alcuni volontari per raccogliere i rifiuti. Come associazione turistica, sosteniamo quest’iniziativa offrendo loro un buono spesa, una merenda o un biglietto per la cabinovia. Se noi creiamo gli incentivi finanziari, il parco naturale può fare la differenza con l’impegno del suo personale. La sinergia funziona così.

  • Come sensibilizzate le aziende affinché evitino gli sprechi?

    Con workshop, in collaborazione anche con esperti esterni (p.e. il Centro Tutela Consumatori e Utenti Alto Adige), mentre sull’impiego delle carni “dalla testa alla coda”, cooperiamo con il gruppo “Locande sudtirolesi”. Anche questo significa evitare gli sprechi.

  • Dove vede al momento le maggiori sfide?

    Sui sentieri escursionistici e nei dintorni abbiamo il problema degli escrementi di cane con o senza sacchetto e dei fazzoletti di carta, che non riusciamo a evitare in alcun modo. Stiamo cercando di informare e di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma non abbiamo ancora ottenuto risultati soddisfacenti.

  • “Rispetta la montagna” ha avuto un impatto misurabile sull’ambiente? Avete notato che la consapevolezza nella comunità è cambiata?

    I risultati sono molti difficili da quantificare. Stiamo lavorando molto con le scuole, sempre sostenuti dall’Ökoinstitut. Durante i workshop, ci rendiamo conto dell’entusiasmo dei bambini per quest’argomento. E sui sentieri escursionistici c’è sicuramente meno spazzatura. Tuttavia, è difficile stabilire se sia dovuto al fervore del momento o alle nostre iniziative.

  • Quali sono i progetti per il futuro?

    Continuare su questa strada. L’indicazione del termine sostenibilità sui documenti strategici non è sufficiente, dobbiamo lavorare su temi specifici, tra cui anche la biodiversità e la sostenibilità sociale. Coinvolgiamo il consiglio didattico locale e le contadine, collaboriamo con il laboratorio per disabili, con il servizio giovani e la casa di riposo. Cerchiamo di coinvolgere tutti, di portarli nel centro del paese e nella nostra sede. Come ho accennato, nelle vesti di associazione turistica siamo creatori di habitat, dobbiamo rivolgerci a tutte le parti interessate e motivarle al rispetto del nostro prezioso paesaggio culturale e naturale.

  • Questo è un articolo di TourisMUT.com - la piattaforma per il futuro del settore turistico in Alto Adige, aperta a tutti gli interessati che desiderano contribuire con idee innovative al raggiungimento degli obiettivi del Programma provinciale per lo sviluppo turistico 2030+. L’articolo è disponibile anche in lingua tedesca.