"Panorama editoriale anomalo"

Si è parlato di “editoria locale tra pluralismo e democrazia”, oggi, in consiglio provinciale, discutendo una mozione del pentastellato Diego Nicolini. Per tutto il dibattito il convitato di pietra è stata ovviamente la casa editrice Athesia che controlla l’80% del mercato dei media in regione. Bocciato il punto 1 del documento che chiedeva di impegnare “la Giunta provinciale a considerare di introdurre a livello provinciale una normativa che intervenisse sul tema della concentrazione editoriale, rendendola compatibile con il mercato e con un sistema democratico moderno”. Tutti i consiglieri hanno concordato sul fatto che il tema non potesse che essere affrontato a livello nazionale. Approvati invece all’unanimità i punti che chiedono all’esecutivo di “verificare come la produzione mediatica di piccole strutture editoriali possa essere ulteriormente rafforzata; e di verificare in che misura il rapporto tra contenuti liberamente accessibili ed a pagamento, nonché il controllo degli stessi, incida sulle sovvenzioni”.
Nicolini ha ricordato il tentativo infruttuoso effettuato da Gianclaudio Bressa con i propri emendamenti anti-Athesia prima di Natale e come la legge provinciale 6/2002, modificata dalla 13/2015, affrontasse il tema della libertà e pluralità dei mezzi di informazione, introducendo organi di controllo ed incentivazioni alla pubblicazione di contenuti. “Tuttavia – ha affermato Nicolini - il dibattito sul tema della pluralità e delle posizioni dominanti incompatibili è ancora distante dall’essere risolto, e in Alto Adige si nota molto chiaramente questo fenomeno, poiché un gruppo ora controlla circa un 80% del mercato dei media e addirittura una ancora maggiore degli introiti pubblicitari, ricevendo inoltre ogni anno oltre 6 milioni di euro di sovvenzioni pubbliche. Questo influenza la funzione stessa del mercato dei media che ha un compito fondamentale in una democrazia, in quanto i media sono il quarto potere nello stato e dovrebbero garantire che le 3 funzioni dello stato legislativa, giudiziaria ed esecutiva non agiscano contro il singolo cittadino”.
Repetto: Va considerato anche che testate locali erano state messe in vendita e acquistate dal gruppo Athesia, a fronte del fatto che nessun altro imprenditore si era fatto avanti.
Sandro Repetto (PD- Liste civiche), in un intervento che ricalcava a grandi linee i contenuti di un comunicato di SIE Spa/Athesia di qualche settimana fa, ha evidenziato lo stato di grave difficoltà dell’editoria cartacea tanto che in sede europea si stanno valutando provvedimenti di sostegno per il settore. “Va considerato anche che testate locali erano state messe in vendita e acquistate dal gruppo Athesia, a fronte del fatto che nessun altro imprenditore si era fatto avanti. Mancano quindi le competenze necessarie e sono di difficile applicazione interventi che osteggiano un editore di successo per favorire editori minori. C’è anche bisogno di tutelare l’occupazione in un settore in difficoltà”.
I monopoli mediatici sono veleno per la democrazia, ha detto Paul Köllensperger (Team K), che ha chiesto dove fosse il Movimento 5 stelle a Roma fino all’arrivo di Bressa, evidenziando poi che tutti i media tranne la ff ottengono contributi, e che nessuno controlla come la Provincia spende per la pubblicità.
Giuliano Vettorato (Lega), in linea per una volta con Repetto, ha detto di condividere i motivi della mozione, ma di non poter sottoscrivere il punto 1 perché "votarlo non garantirebbe pluralità a livello di informazione per il gruppo linguistico italiano. Non risulta che vi siano imprenditori disposti a intervenire nella carta stampata, pertanto quanto richiesto significherebbe chiudere i quotidiani italiani”.
Dicendosi contro le concentrazioni mediatiche e ricordando di avere avuto solo una volta un titolo sul Dolomiten, ovvero “Dello Sbarba spinnt” (per l’uso dei fucili degli Schuetzen) , il consigliere verde ha ricordato di aver posto piú volte il problema in occasione della presentazione della relazione del presidente Turk. “Nicolini è stato presentato come in lotta contro l’Athesia – ha detto - tuttavia dalla mozione si capisce che non vuole tornare alla situazione antecedente il 2004 (con un tetto alle concentrazioni regionali del 50%, ndr). Questo spiega perché i 5 stelle a livello parlamentare, dopo aver annunciato di voler mettere un tetto, non hanno fatto nulla: la questione è però da risolvere a livello nazionale, dove lo stesso partito di Nicolini non si è mosso”. Dello Sbarba ha quindi evidenziato che Repetto “ha detto esattamente l’opposto di quanto detto dal suo collega di partito Bressa, e che dagli atti ufficiali non risultavano gli emendamenti sulla legge sulla concorrenza proposti da quest’ultimo”.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha sostenuto che “spegnere i rubinetti dell'informazione significa, per chi ha un monopolio, spegnere la diffusione delle idee libere, e in Alto Adige questo è accaduto negli ultimi anni con la presenza di un monopolista, a cui sono sfuggiti i social e realtà editoriali importanti che svolgono imprese enormi dal punto di vista etico. L'informazione ufficiale in lingua italiana nei media è attualmente superata ampiamente da quella dei social o online”.
Kompatscher: C’è una una grande concentrazione che si rispecchia anche nel mercato pubblicitario, e questa anomalia è estesa ora a tutta la regione
Il presidente Arno Kompatscher ha sottolineato che “non è un caso se tutte le democrazie moderne ed economie di mercato moderne disciplinano monopoli e concentrazioni in tutti gli ambiti, non solo in quello dei media”. Per il Landeshauptmann la situazione dei media a livello locale è complessa, dal momento che "c’è una una grande concentrazione che si rispecchia anche nel mercato pubblicitario, e questa anomalia è estesa ora a tutta la regione": è non solo giusto, ma anche necessario discuterne, considerando che il pluralismo è un valore”. In quanto alla proposta, il punto 1 “non è di competenza della Provincia”, ha detto, sottolineando che “ora si discute di una nuova legge per la promozione dei media, compresi quelli piccoli”.
La mozione è stata votata per parti separate: respinte con 8 sì, 16 no e 6 astensioni le premesse, respinto il punto 1 con 3 sì, 16 no, 10 astensioni. I punti 2 e 3 sono stati approvati all'unanimità.
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