Società | Terremoto

“Celebriamo la normalità”

Sarà inaugurata domani la scuola allestita dalla Provincia di Trento nei pressi di Amatrice. Nel contempo un’altra struttura scolastica è in fase di costruzione.

Tenere viva l’attenzione e fede alle promesse fatte oltre il conformismo mediatico e le passerelle di rito dei potenti, è questa la vera sfida da vincere dopo le devastanti scosse telluriche che hanno colpito il centro Italia il 24 agosto scorso. L’imponente lavoro della Protezione civile restituisce alla speranza un volto familiare. Domani, 13 settembre, a Villa San Cipriano, frazione di Amatrice sarà inaugurato dalla ministra dell’istruzione Stefania Giannini il nuovo istituto scolastico provvisorio, allestito dalla Provincia di Trento (sarà presente anche il presidente Ugo Rossi) dopo il crollo della scuola Capranica nel sisma del 24 agosto, e ospiterà alunni delle elementari e delle medie. 12 aule, spiega il capo ufficio stampa della provincia trentina Giampaolo Pedrotti, per una superficie di circa 600 metri quadri in totale.

Nel contempo il consigliere provinciale di Alto Adige del cuore Alessandro Urzì ha presentato un'interrogazione urgente al presidente della giunta Arno Kompatscher chiedendo “un quadro chiaro edificio per edificio” circa la solidità delle strutture scolastiche in Alto Adige e la resistenza in caso di eventi sismici “in modo da rassicurare i genitori in coincidenza con la partenza dell’anno scolastico considerato che non esistono criteri stringenti perché gli edifici anche scolastici in provincia di Bolzano siano comunque realizzati (sotto i 4 piani) o ristrutturati con criteri rigidamente antisismici”.

 

 

salto.bz: Pedrotti, si può considerare la nuova scuola provvisoria un simbolo di rinascita dopo il devastante terremoto dello scorso agosto?
Giampaolo Pedrotti: Assolutamente sì. La scuola verrà inaugurata domani alla presenza della ministra Giannini e del presidente Ugo Rossi. Subito dopo il sisma del 24 agosto i nostri si sono messi in moto, il Trentino del resto è anche il coordinatore nazionale delle protezioni civili regionali. Abbiamo dato il via a una serie di azioni, compreso l’invio dei cani da ricerca e catastrofe, è stato poi individuato come obiettivo la realizzazione di una scuola. Avevamo a disposizione dei moduli prefabbricati, 22 per l’esattezza, che erano stati utilizzati dall’Università di Trento per la facoltà di Ingegneria e che sono stati portati con dei tir a tempo di record. È stata realizzata la piattaforma in cemento e gli allacciamenti oltre a una copertura in legno.

A che pro questa copertura?
Per rendere più confortevole e meno precaria la struttura oltre che meno provvisoria anche esteticamente. Nel frattempo ci hanno chiesto di ospitare oltre agli alunni di elementari e medie anche i ragazzi del liceo e quindi abbiamo aperto parallelamente, accanto a questa struttura, un altro cantiere per una seconda scuola che sarà ultimata ad ottobre.

Di quanti studenti si parla per questa seconda scuola?
Se la prima può ospitare circa 200 alunni la seconda ne accoglierà circa un centinaio. Sempre per quanto riguarda la prima scuola sarà realizzata un’area quanto più “normale” possibile, verranno perciò curati anche gli esterni, ci sarà un prato con dei giochi per i bambini.

Come si procederà ora? Oltre alle due scuole ci sono altri interventi immediati in programma?
Saremo ad Amatrice in serata per fare un sopralluogo, il presidente Rossi che è anche assessore all’istruzione oggi ha inaugurato l’anno scolastico in Trentino e ha chiesto ai ragazzi un applauso per i loro coetanei colpiti dal sisma. La Conferenza Stato-Regioni ci ha affidato questo compito di coordinamento che si svolge per fasi, la prima riguarda l’emergenza che abbiamo gestito con una sala operativa da Trento decidendo quali colonne mobili fare intervenire. Di volta in volta il dipartimento nazionale ci comunica poi dove orientare gli aiuti e contestualmente abbiamo aperto un fondo costituito da donazioni della Provincia, dei dipendenti pubblici che possono versare un’ora o più del loro stipendio, e anche della cittadinanza. C’è poi il tema della ricostruzione vera e propria. Il governo ha chiesto l’istituzione di un gruppo tecnico del quale farà parte anche il Trentino che dovrà analizzare le varie circostanze e e consigliare il governo su come procedere per la ricostruzione. La situazione nello specifico di Amatrice è devastante, visto che il paese è stato completamente raso al suolo.

Esiste la certezza che questi fondi verranno utilizzati per gli scopi preposti? Non è un mistero che parte del denaro stanziato all’epoca del terremoto dell’Umbria nel ’97 e di quello dell’Aquila del 2009 per mettere gli edifici in sicurezza a quanto pare sia andato sprecato.
I fondi verranno convogliati in un'unica iniziativa in modo da evitare dispersioni, il governo ci dirà poi in quale progetto far confluire queste risorse, nella costruzione di un ospedale, ad esempio, o del municipio, o di una struttura scolastica definitiva. Solitamente, per quel che riguarda la Provincia di Trento, la gestione di questi finanziamenti va a buon fine, ne è un esempio l’esperienza di Onna e della Valtopina, si tratta di un’organizzazione ormai collaudata riconosciuta anche dal governo.

Quanti soldi contate di poter raccogliere?
È presto per fare previsioni, si parte con 50mila euro messi a disposizione dalla Provincia che poi eventualmente possono essere raddoppiati. C’è stato un protocollo siglato dalla stessa Provincia con diverse organizzazioni, dai sindacati, agli industriali, agli artigiani, ai privati.

Resta il rischio per cui, spente le telecamere, anche il nostro sguardo si posi altrove.
La partecipazione delle persone è ancora molto forte. Sono estremamente importanti i segnali che si danno, attraverso i social notiamo una sostanziale empatia con le popolazioni colpite. C’è soprattutto molto entusiasmo fra chi si è rimboccato le maniche per darsi da fare, dai cuochi agli ingegneri ai vigili del fuoco, c’è una componente umana che fa sì che le reazioni intorno siano molto positive.

È la solita storia? Che l'Italia “funziona” bene durante l’emergenza ma per quel che concerne l’attività di prevenzione restano le criticità di sempre che fanno il paio con una scarsa cultura degli eventi naturali e dei rischi connessi?
Nel caso di Amatrice si parla di costruzioni antiche, sono stato sul posto e ho visto che durante il terremoto sono crollate anche costruzioni in cemento. La scossa, come noto, è stata forte, del resto l’Italia è un paese a rischio sismico, lo sappiamo, e la prevenzione è un affare molto complesso. Per quel che ci riguarda cerchiamo di portare avanti anche una certa cultura della sicurezza. Domattina, in particolare, va celebrata la normalità, è questo il messaggio che si vorrebbe dare, perché quando succede un evento tragico come questo la paura che si genera nelle persone è quella di non riuscire ad orientarsi più nella quotidianità. Partire con un giorno di scuola, che è un evento normale per tutti noi, diventa, nella sua semplicità, senza fanfare di alcun tipo, un simbolo per un paese martoriato come quello di Amatrice.