Scintille al concerto di apertura
Ha convinto martedì 10 ottobre la Haydn al concerto di apertura della stagione sinfonica 2017-18. Il programma andava in ordine cronologico inverso: iniziato con Trisagion di Arvo Pärt, autore vivente, si è passati attraverso il finlandese Jean Sibelius, vissuto tra ‘800 e ‘900, per poi concludere con Johannes Brahms, il compositore romantico tedesco per eccellenza. Per il quarto anno consecutivo è Arvo Volmer (omonimo e connazionale di Pärt) il direttore principale, che martedì ha diretto il concerto inaugurale.
Dicevamo, primo brano in programma Trisagion del compositore estone Arvo Pärt, una affascinante composizione per soli archi. Interessante l'omogeneità timbrica in un contesto come quello orchestrale in cui le tensioni tra archi e fiati sono note. In questo la Haydn ha dato prova di grande compattezza, rispettando in pieno il carattere volutamente privo di contrasti timbrici. L'interpretazione ha evidenziato l'atmosfera cupa della composizione, che a momenti sembrava diventare mite, per poi però ripiombare inesorabilmente nel carattere malinconico che la contraddistingue. Interessante anche il fatto che gli orchestrali avessero sotto le note dei loro spartiti il testo di una preghiera ortodossa tradizionale e che servisse per dare il giusto “respiro” agli accenti e al ritmo complessivo dell'interpretazione. Forse, per questo carattere di intimità proprio della preghiera, l'interpretazione di Volmer ha assunto un affascinante carattere di distacco, aiutato anche dalle numerose pause del pezzo, che corrispondevano proprio alla separazione esistente nella preghiera tra una parola e l'altra.
Inizia con un colpo di timpani la Settima di Sibelius, sinfonia in cui la classica suddivisione in tempi distinti viene apparentemente ignorata dal compositore, anche se sono rintracciabili delle parti che si riferiscono ai quattro classici movimenti. Sibelius in quest’ultima parte della sua vita adottò un linguaggio piuttosto personale, sempre “tonaleggiante” ma ricco di creativo disordine. Nell'esecuzione di martedì sono stati messi bene in evidenza gli accordi innovativi del musicista nordico e il carattere frammentario e poco ortodosso di Sibelius.
Dopo una piccola pausa l’orchestra si è scatenata con un classico: la sinfonia n°1 op.68 di Brahms. E' infatti qui che la Haydn ha potuto mettere bene in mostra virtuosismo ed energia. La carica emotiva in gioco, se da un lato ha fatto emozionare il pubblico, dall'altro ha talvolta rinunciato alla trasparenza nella gestione dei timbri e alcuni fiati sembravano quasi fare fatica ad emergere rispetto agli archi. Ottima senza dubbio l'interpretazione del finale, con la quasi citazione dell’Inno alla gioia di Beethoven e il trionfo della tonalità maggiore, momento in cui la Haydn guidata da Volmer ha esposto tutta la solarità possibile.
L'intero concerto è stato registrato dalla RAI e potrà essere riascoltato questa domenica 15 ottobre alle ore 20:00 su Rai Sender Bozen.
Linard Vogt, Kiril Stoimenov
Liceo Pascoli classe 5M - indirizzo musicale