Società | Il dibattito

Acrobazie sulla croce

In un gruppo su facebook sono comparse foto 'irrispettose' scattate sulle cime delle montagne. Ma c'è chi dai monti toglierebbe tutti i simboli. Religiosi o meno.

Su Facebook il gruppo Gipfelkreuze raccoglie moltissime fotografie scattate alle croci sulle cime dei monti
In alcuni di questi scatti però gli escursionisti più giovani si ritraggono in pose acrobatiche, arrampicati sui manufatti.
La notizia è rimbalzata sul quotidiano Dolomiten con il titolo “Il massimo della mancanza di rispetto” e veicolando soprattutto l’opinione del parroco/decano dei preti alpinisti, quel don Josef Hurton che per decenni è stato guida del Soccorso Alpino di Solda. 

“Quelle azioni non hanno nessun rispetto per la croce”

Più sfumata è risultata invece la posizione del presidente dell’Alpenverein Georg Simeoni, che ha definito gli scatti incriminati ’tipiche leggerezze giovanili’

Ma nel 2014 le croci sulle cime sono davvero una presenza da dare per scontata? 
Ebbene: non è più così. A più riprese nel recente passato si è riacceso il dibattito sulla presunta ‘occupazione’ delle cime da parte del simbolo religioso cattolico
Nel bellunese l’anno scorso un’iniziativa portata avanti da una serie di associazioni ambientaliste aveva chiesto a livello generale che si ponesse fine alla consuetudine di piazzare simboli religiosi o laici di qualsivoglia genere sulle cime delle montagne.
Neanche a dirlo la proposta venne rispedita al mittente da parte di chiesa cattolica, Cai e Soccorso alpino. 

Sulla questione ebbe occasione di esprimersi - come sempre con grande schiettezza - anche Reinhold Messner, lasciando ben poco spazio alle interpretazioni. 

"Sono convinto che nessuno debba occupare le montagne, altrimenti diventiamo come Mao che aveva portato il suo busto sull'Everest per dimostrare che il tetto del mondo apparteneva ai comunisti. E Stalin ha fatto la stessa cosa.”

Intervistato da Diego Andreatta per vinonuovo.it , Messner aggiunse di non avere nessuna esitazione nel sostenere che non vadano più collocati nuovi manufatti sulle cime"Non sono contro le croci, ma adesso basta, altrimenti anche questa diventa una forma di occupazione della montagna".
Niente nuove croci o altro, dunque, per Messner. Ma che fare con quelle che ci sono già?
Metterle in discussione o ancora solo toccarle è davvero un sacrilegio?

Senza fare ricorso alla nota vicenda della Rana crocifissa di Kippenberger, ‘accusata’ di blasfemia, basterebbe ricordare la battaglia portata avanti alcuni anni fa dalla sezione bolzanina dell’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) in merito alla necessità o meno dell’illuminazione notturna permanente della croce che sovrasta dal Monte Tondo la città di Bolzano

Nel 2006 i promotori dello ‘spegnimento della croce’ si richiamarono alla laicità dello stato, giudicando inopportuna la visione ‘imposta’ del simbolo cristiano cattolico a non credenti e ad aderenti ad altre religioni. Ad 8 anni di distanza è cambiata la sensibilità da parte di alpinisti e cittadini? 

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