Energie primaverili
Brillante, coinvolgente, quasi ipnotizzante.
L’orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano diretta da Niklas Benjamin Hoffmann ha riscaldato la fresca serata primaverile del 12 marzo scorso con una entusiasmante interpretazione dell’Overture in re maggiore di Haydn.
I Pomeriggi Musicali sono un’orchestra da camera costituita da Remigio Paone e Ferdinando Ballo nell’immediato dopoguerra. Oggi la formazione vanta un vastissimo repertorio che va dai capolavori del Barocco al Classicismo, dal primo romanticismo alla gran parte della musica moderna e contemporanea.
Proprio al periodo classico appartiene il rinomato compositore austriaco Haydn, del quale abbiamo avuto il piacere di ascoltare tre opere: l’Overture in re maggiore, il Concerto per pianoforte e orchestra in re maggiore e la Sinfonia n. 102 in si bemolle maggiore.
Il concerto è iniziato con un energico accordo. Il direttore, con maestria e passione, ha guidato gli strumenti con sicurezza e scioltezza, quasi lui fosse la mente e loro il braccio, affascinando anche visivamente il pubblico. Con i suoi movimenti conferiva agli strumenti allegria e brio.
Hoffmann, nato nel 1990 in Germania, ha iniziato molto presto i suoi studi di pianoforte e clarinetto per poi scoprire la sua strada nella direzione orchestrale. Anche il pianista Dmitry Shishkin ha avviato, grazie alla madre, i suoi studi di pianoforte in tenera età, esibendosi a soli sei anni in un concerto con orchestra. Fu da allora che la stampa iniziò a definirlo un “prodigio”, un talento dalle straordinarie capacità e nel 2000 venne premiato come artista dell’anno a Čeljabinsk. Abbiamo infatti potuto apprezzare nel Concerto per pianoforte di Haydn l’impeccabile virtuosismo del solista.
Se nel corso del primo tempo i momenti di spettacolarizzazione non mancano, resta tuttavia un aspetto peculiare che sulle prime potrebbe sorprendere, specie se confrontato con analoghi lavori di Mozart: all’attacco del pianoforte l’accompagnamento della mano sinistra risulta poco sviluppato (si limita a reiterare molte volte le medesime terze maggiori), forse per aumentare il volume degli strumenti di allora, amplificandone lo spettro sonoro. Il nostro pianista è stato capace di produrre un suono non troppo prepotente, lasciando spazio alla cantabilità e ai compagni orchestrali. Il Concerto è poi terminato con un rondò che ha reso omaggio a un particolare aspetto del gusto austriaco del tardo Settecento, ovvero il pezzo di ispirazione folclorica ungherese.
La serata si è conclusa in bellezza grazie alla Sinfonia n. 102 in si bemolle maggiore. L’Allegro vivace, preceduto da un Largo introduttivo, è probabilmente quel movimento di Haydn che sembra assomigliare di più ai procedimenti beethoveniani, con notevoli contrasti e conflitti. Nell’Adagio in fa maggiore il suono orchestrale, senza clarinetti, ma con trombe e un violoncello solo, conferisce spessore al movimento arricchito da abbellimenti, libere variazioni e modulazioni. Il Menuetto allegro si presenta poco cortese e molto rustico, mentre il Trio ha un tono pastorale grazie all’oboe in evidenza. Il Finale inizia piano, presentando un piccolo motivo spiritoso nei violini che compare incessantemente nel Presto. Esso dà luogo a trasformazioni divertenti, modulazioni e tentennamenti, facendo uso del durchbrochene Arbeit, in cui cioè lo sviluppo dei motivi passa da uno strumento all’altro, intersecandone le linee.
Quest’ultimo movimento è stato ripetuto per volere del pubblico, che è rimasto impressionato dall’interpretazione coinvolgente e sentimentale della sinfonia.
Il prossimo incontro con l’Orchestra Haydn sarà il 26 marzo 2019 con il direttore Andrea Battistoni e al fagotto il solista Paolo Carlini che interpreteranno un programma tutto novecentesco e un’opera in prima assoluta dello stesso Battistoni.
Chiara Lantieri e Giulia Sibilla
Liceo Pascoli classe 4M - indirizzo musicale