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Non saranno troppe?

Questa la domanda che si pone la CISL riguardo le consulenze esterne della Asl. “Le ultime approvate sono costate in tutto 200mila euro”.
Soldi
Foto: upi

“Qualcosa non funziona” aveva detto lo scorso luglio Paul Köllensperger (M5s) in merito alle consulenze esterne dall’azienda sanitaria locale su cui il consigliere provinciale dei 5 stelle aveva presentato un’interrogazione. A sollevare nuovamente la questione è ora la Fp – Federazione lavoratori del pubblico impiego della SGB/CISL che si dice “stupita dalle diverse consulenze esterne ultimamente approvate per una spesa complessiva di oltre 200.000 euro”. E gli incarichi sono diversi, puntualizza Claudio Scrinzi della CISL.

Uno di questi “è stato dato per l’accompagnamento e la moderazione del consiglio gestionale dell’Azienda previsto dalla nuova normativa provinciale. Costo dell’incarico oltre 30.000 euro. Ci lascia molto stupiti che per definire con chiarezza i compiti, i ruoli e le funzioni all’interno del consiglio gestionale che, come previsto dalla normativa provinciale è composto dai componenti della direzione aziendale, dai direttori di comprensorio e dal direttore della unità per il governo clinico, sia necessario un incarico di accompagnamento a una ditta esterna”, sostiene Scrinzi.

C’è poi il mandato per il progetto di cultura aziendale e cioè per un supporto metodologico con una spesa, certifica il sindacato, di quasi 20.000 euro; “speriamo che, come descritto in delibera, venga effettivamente migliorata la comunicazione interna anche con il pieno ed effettivo coinvolgimento del personale nei progetti di cambiamento organizzativo”. Non solo. Nell’elenco figura anche l’affidamento del servizio di supporto alla riorganizzazione della ripartizione informatica “per una spesa complessiva rilevante di 151.000 euro. Anche questo incarico è stato dato ad una ditta esterna in quanto, secondo l’azienda, non c’è personale proprio con le necessarie specifiche competenze professionali”. Sebbene sia utile, e in alcuni casi necessario, affidarsi ad aziende specializzate “rimane comunque più di una perplessità sulla necessità in tempi di continue verifiche sui costi, anche del personale, di un utilizzo così frequente di consulenze esterne”, conclude Scrinzi.